Cultura e Spettacolo

Vita di un uomo distrutta "La sconvolgente storia di un aviere della seconda guerra mondiale"

La vita di un uomo distrutta dalla guerra nel libro “La sconvolgente storia di un aviere della seconda guerra mondiale”
LAMEZIA TERME (CZ) 23 MAGGIO - La vita di un uomo distrutta dall’assurdità della guerra viene raccontata nel libro “La sconvolgente storia di un aviere della seconda guerra mondiale” di Francesco Antonio Cefalì e presentato a Palazzo Nicotera-Severisio nell’ambito della rassegna “Il Maggio dei Libri 2017” organizzata dal Sistema Bibliotecario Lametino e dal Comune di Lamezia Terme.[MORE]

L’autore Francesco Antonio Cefalì, nel corso dell’incontro moderato dal professore Filippo D’Andrea, attraverso una certosina ricerca, ha ricostruito le tristi vicende dell’aviere Pietro Cardamone di Soveria Mannelli che, dopo aver combattuto la “ guerra nel deserto” in Libia a fianco dei tedeschi e al comando del maresciallo Rodolfo Graziani ed essere stato fatto prigioniero dagli innglesi, subì una profonda trasformazione psichica manifestando preoccupanti segnali di squilibrio mentale. Prima di partire il giovane era normale. Non si conosce però il motivo scatenante, che sconvolgendo la vita di Pietro Cardamone,tornato nel suo paese, lo indusse a commettere una serie di reati fino a macchiarsi d un triplice omicidio per il quale fu condannato a 22 anni di manicomio criminale che lo distrusse completamente. Pietro Cardamone morì nel 2005 a 84 anni.

Il nipote dell’aviere Filippo Cardamone, che ha curato la prefazione del libro, dopo aver ampiamente illustrato le drammatiche vicende dello zio Pietro,di cui ignorava la storia fino all’età di 20 anni, ha dichiarato di voler chiedere perdono ai familiari delle vittime «per un uomo che forse a seguito della guerra, aveva qualche problema psichico. Attraverso la storia di mio zio – ha aggiunto - il libro vuole essere anche una riflessione profonda sull’assurdità e lo strazio della guerra che ha sconvolto le vite umane e influenzato il cammino delle esistenze di coloro che la subirono». L’autore Francesco Antonio Cefalì, procedendo su questa linea ha poi approfondito i problemi di cui sono afflitti i soldati alla fine di ogni guerra a causa della reazione dello stress mentale accumulato in essa.

Fin dal 1903 i traumi psicologici e i disturbi mentali post guerra cominciarono ad essere oggetto di uno studio scientifico e sistematico che portò all’individuazione della reazione di shock e ritiro intrapsichico come “ Breakdown mentale”ovvero abbattimento mentale. Molti soldati, nella II guerra mondiale, in diversi fronti, anche italiani, furono arrestati, condannati e giustiziati dai vari tribunali militari con l’accusa di codardia e vigliaccheria mentre fuggivano in preda allo shock emotivo essendosi ammalati a livello psichiatrico frastornati dalle crudeltà della guerra: terrorizzati, disperati, tremanti, i soldati singhiozzando tentavano di fuggire dal fronte. Secondo recenti statistiche il Breakdown ha raggiunto nella popolazione militare l’80%, una percentuale impressionante.

Foto: Filippo D’Andrea- Filippo Cardamone – Francesco Antonio Cefalì

Lina Latelli Nucifero