Vittorio Sgarbi: Torino come Venezia, qui la vera Arte Contemporanea

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TORINO, 19 DICEMBRE 2011-Salta l'inaugurzione e il progetto viene molto ridimensionato. Il curatore come un fiume in piena, se la prende con tutto e con tutti, dal sottosegretario Roberto Rosso, all’assessore regionale Michele Coppola, al direttore dei beni culturali Mario Turetta, al “curatore” ombra Luca Beatrice.
La stessa mostra, se non sarà annullata del tutto, si trasformerà, tra quindici giorni, in una sorta di anteprima, in attesa di realizzare a settembre un progetto più ampio in una sede più adeguata, come Palazzo Reale o la Reggia di Venaria, magari Torino Esposizioni o, tutt'al più, il Castello di Miradolo.[MORE]

Tutti incapaci di intendere il suo progetto, commenta Vittorio Sgarbi: "Avevo in mente una mappatura dell'arte del territorio, non la miseria che ora mi si propone. Non è possibile che la situazione artistica di una regione come il Piemonte sia rappresentata da 25 artisti, se tutto va bene, quando la Puglia ne conta 130, 160 il Friuli Venezia Giulia, mentre la città di Nuoro ne schiera da sola 72. Per il Piemonte me ne aspettavo almeno 150: la mia doveva essere una mostra inclusiva, non esclusiva. Hanno ragione gli artisti a defilarsi, sto dalla loro parte".

Un Vittorio furioso, che le direttive erano altre, continua : "Avevo incaricato un comitato di cui fanno parte tra gli altri Marco Vallora, Marco Tonelli, Giorgio Di Genova, Duccio Trombadori, Angelo Crespi di monitorare lo stato dell'arte nelle varie regioni e di elencare i creativi ivi operanti nell'ultimo decennio: ma li volevo proprio tutti, purché ancora attivi. Poi in ogni regione ci sarebbe stato un incaricato che avrebbe fatto un'ulteriore scelta e sentito gli artisti, per Torino avevo scelto Luca Beatrice. Ma si è scontrato, e non mi sento di dare la colpa a lui, con difficoltà legate soprattutto a una sede non idonea".

Pronto a "massacrare" chiunque osi avvicinarsi al suo meraviglioso mondo del "bello", seduto ad aspettare per mesi la burocrazia torinese intenta a trovare una location adeguata per ospitare la versione piemontese della sua Biennale di Venezia.

«Non potevo permettere - sottolinea Sgarbi - che proprio il Piemonte ospitasse per la Biennale, dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia, solo 25 autori, così come si era pensato all'inizio date le scarse dimensioni del Museo di Scienze. Da lì le cose sono venute da sole. Una volta trovata la location mi sono detto: perché non aprire le porte a quanti abbiano creato qualcosa in questi ultimi dieci anni? E non soltanto pittori, parlo anche di scultori, ceramisti, designer… in questa Biennale c'è tutto, manca solo la moda che a dirla tutta mi spiace avere lasciato fuori, anche quella è arte. Mi rendo conto che forse ho osato troppo, ma è un esperimento che andava fatto».

«Io credo in ciò che mi mostra la realtà e in quelle opere che hanno qualcosa da dire non solo oggi ma nel tempo. È solo il tempo che ci saprà dimostrare il valore di ciò che andiamo a esporre oggi.
Questa città ha le condizioni ideali per diventare la capitale dell'arte contemporanea, per il numero di musei, di iniziative. Torino è l'arte contemporanea, è questa la vera Venezia, e non mi dispiacerebbe che la mia iniziativa diventasse un appuntamento fisso in questa città».
 

Gian Luca Cossari

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Scritto da Gian Luca Cossari

Giornalista di InfoOggi

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