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Volkswagen, scandalo coinvolge anche la Bmw, titolo crolla in Borsa. Berlino: 'Test truccati in Ue'

BERLINO, 24 SETTEMBRE 2015 - Lo scandalo Volkswagen contagia l'Europa. La casa automobilistica avrebbe manipolato i test sulle emissioni anche in Europa. L'ammissione arriva dal ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrint, che tuttavia precisa di non sapere quanti degli 11 milioni di veicoli Volkswagen interessati si trovino nel Vecchio continente. Nei prossimi mesi Berlino concorderà ei prossimi mesi nuovi test sulle emissioni delle auto europee, effettuati su strada e non in laboratorio. [MORE]

Ma intanto spuntano voci di un coinvolgimento di altre case automobilistiche nello scandalo. Il quotidiano tedesco Bild, citando dati dell'International Council on clean transportation, scrive che alcuni modelli di Bmw avrebbero violato le norme sui tetti di emissione dei gas di scarico producendo emissioni 11 volte superiori ai test su strada. E basta questa notizia, immediatamente smentita dalla società di Monaco per far crollare il titolo del 10%. Il tutto mentre emerge un retroscena dagli Usa: la casa tedesca aveva avvertito ad aprile, con una lettera, i proprietari californiani del fatto che le vetture potevano non superare i test anti-inquinamento e che l'azienda avrebbe rilasciato a breve un nuovo software per le centraline di controllo diesel con l'obiettivo di risolvere il problema.

In Italia la procura di Torino ha aperto un'inchiesta contro ignoti sulle auto Volkswagen che circolano nel nostro Paese. Il fascicolo è stato aperto alcuni giorni fa dal pm Raffaele Guariniello, che si avvale della collaborazione dei carabinieri del Nas. Non ci sono iscritti nel registro degli indagati. Sono già stati comunque ipotizzati alcuni reati, tra cui la frode in commercio. Nelle prossime ore sono attesi sviluppi sulla vicenda. L'ad di Volkswagen-Italia, Massimo Nordio, annuncia che sono in corso verifiche anche sulle. In risposta a una lettera inviata dal ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, assicura anche che i nuovi modelli sono a norma.

Domani comunque Volkswagen farà i nomi dei responsabili dell''affaire'. Secondo due fonti della compagna il consiglio di supervisione dell'azienda tedesca non si limiterà ad annunciare il successore del dimissionario amministratore delegato Martin Winterkorn alla testa del gruppo ma iniziarà anche a rivelare chi sono i responsabili della manipolazione tecnologica che ha infangato la reputazione del colosso dell'auto. Secondo fonti vicine alla compagnia anche il capo del settore Sviluppo di VW, Hans Jacob Neusser e l'amministratore delegato di Volkswagen Usa, Micael Horn dovrebbero lasciare il loro incarico. Per Winterkorn si parla di una liquidazione di 28,6 milioni di euro, ma potrebbe raccogliere una buonuscita ancora più alta, intorno ai 60 milioni di euro. Tutte indiscrezioni che l'azienda per il momento ha preferito non commentare.

"Quello che è veramente necessario ora è avere una fotografia chiara della situazione di quanti veicoli ci sono in Europa con il software ingannevole" di Volkswagen. Così la portavoce della Commissione Ue per il mercato interno Lucia Caudet, ricordando che la questione verrà discussa "nell'incontro imminente" a Bruxelles con le autorità nazionali di omologazione. Ma un'inchiesta del Guardian butta altra benzina sul fuoco. Francia, Germania e Gran Bretagna, oggi "ipocritamente" a favore di un'indagine Ue su come Volkswagen ha eluso i test sulle emissioni di gas nocivi, in realtà avrebbero "fatto lobby alla Ue per mantenere l'escamotage nei nuovi test delle vetture, così da consentire le emissioni reali del 14% superiori". Solo tre mesi fa, infatti, secondo il giornale britannico che cita alcuni documenti, i tre Paesi avrebbero spinto per mantenere le scappatoie del vecchio sistema 'Nedc', che risale al 1970, nei nuovi test in arrivo nel 2017.

Tiziano Rugi