Promossi a pieni voti nella prova dell’inzuppo🍵, si rivelano gustosi😋 e molto digeribili😊
Impossibile caricare il contenuto multimediale. 1️⃣ IL PACKAGING.🎁 Questo “bundle” di frollini, denominato “Gran Varié”, è contraddistinto dallo storico marchio COLUSSI, il quale identifica una multinazionale meneghina, di origine lagunare, che, com’è risaputo, opera prevalentemente nei settori alimentari della pasta secca, dei prodotti da forno e della cioccolata. Tra i marchi di sua proprietà, oltre allo stesso COLUSSI, ci sono brand rinomati come: MISURA, SAPORI, VIALETTO, GIOVANNI PARENTI, LA SUISSA, PLIN, PONTE e ANTONIO DE NIRO (questi ultimi due destinati quasi esclusivamente al mercato estero). Questo Gran Varié accorpa 4 diversi tipi di biscotti secchi, che la Colussi commercializza oramai da anni; in questo caso, però, sono in formato ridotto. Si tratta, in particolare, degli Osvego, delle Marie, dei Petit e dei Cappuccino, i quali, questi ultimi, nient’altro sono che un’editio minor degli storici “Zuppalatte”, ovvero uno dei prodotti che hanno decretato il successo dell’azienda in commento. Attualmente l’unico formato disponibile è quello da 650 g, la cui confezione è rappresentata da un sacchetto ad uso alimentare [come rivela il simbolo “bicchiere e forchetta” appostovi, che attesta il rispetto del Regolamento (CE) n. 1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio], realizzato in “poliaccoppiato” a prevalenza di carta, come rivela il codice di riciclo “C/PAP 81”. Questo tipo di packaging, che, per l’esattezza, è formato esternamente da carta e internamente da plastica (rectius, polipropilene metallizzato), essendo morbido e non imbottito, non oppone alcuna resistenza agli urti; per il resto, però, si rivela abbastanza efficiente. Innanzitutto, è molto semplice da aprire: non richiede l’impiego delle forbici; basta agire manualmente sui settori opportunamente segnalati. Garantisce una chiusura ermetica; scherma, infatti, validamente ossigeno, gas, luce, umidità e altri agenti esterni potenzialmente contaminanti; ciò significa che limita fortemente la deperibilità degli ingredienti dell’alimento contenuto, favorendo, quindi, un’ottima e lunga conservazione delle sue caratteristiche nutritive e organolettiche. Merito, questo, pure della sigillatura sottovuoto e del confezionamento in atmosfera modificata (o protettiva), che concorrono ad estendere il periodo di conservazione (la c.d. “shelf life”), contrastando, nei limiti del possibile, le inesorabili alterazioni chimiche, fisiche, microbiologiche, sensoriali e strutturali. A conforto della validità dell’imballaggio, posso dire che al suo interno non ho registrato né la presenza di aria, né di umidità, che sono i principali artefici di contaminazione e rapida degradazione dei cibi. Va, tra l’altro, sottolineato che l’azione protettiva persiste pure dopo l’apertura dell’incarto; è necessario, però, munirsi di un pezzo di scotch o di un’apposita clip, in quanto, diversamente da altri brand, sul retro della confezione non troviamo il classico nastro adesivo riposizionabile, da staccare e applicare alla sua estremità per permetterne la richiusura “stagna”. Quest’incarto ha, inoltre, il pregio di essere altamente sostenibile; avendo, infatti, una composizione a prevalenza di carta, può essere assimilato a quest’ultima per ciò che concerne la raccolta differenziata e la relativa filiera di recupero; si tratta, tra l’altro, di carta certificata “FSC”, il che sta ad indicare che il legno dal quale viene ricavata proviene da foreste validate secondo lo standard – universalmente riconosciuto – “Forest Stewardship Council”, ovvero l’ONG internazionale, che, senza scopo di lucro, governa il sistema certificatorio in parola; questo significa che tali foreste sono gestite in maniera tale da: preservare la biodiversità del sito produttivo, scongiurare impatti ambientali negativi e supportare l’economia e la manodopera locali. Consultando il sito web della Colussi, emerge, in effetti, una sua particolare attenzione per la tematica ecologica, testimoniata dall’utilizzo di fonti energetiche alternative e da un impegno costante alla riduzione dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica, che tende, tra l’altro, a compensare, promuovendo vari progetti per lo sviluppo delle energie rinnovabili in diverse parti del mondo. 2️⃣ L’ETICHETTATURA.⚠ L’etichettatura (anche) in lingua italiana risulta chiara ed esauriente; il consumatore trova tutte le informazioni, non solo nutrizionali, di cui ha bisogno per addivenire ad un acquisto oculato; riguardo ad esse, per motivi di brevità, rinvio prevalentemente alle foto che ho accluso. Nelle righe che seguono circoscriverò la mia analisi ad alcuni dati salienti, che ritengo possano aiutare il potenziale acquirente a comprendere se l’articolo risponda o meno ai suoi gusti e alle sue esigenze alimentari. Il produttore sottolinea che questo misto di biscotti secchi associa “la croccantezza di Oswego, la sfoglia friabile dei Petit e il profumo vanigliato delle Marie”. Va chiarito, però, che i 4 diversi tipi di frollino contenuti nella confezione sono molto simili l’uno all’altro; sostanzialmente, si differenziano soltanto per la forma; in effetti, le notizie riportate sul sacchetto riguardano un unico prodotto (si parla genericamente di “biscotti secchi”); non c’è un pacchetto informativo per ciascuno dei frollini. Partendo dai valori nutrizionali, va innanzitutto detto che l’apporto calorico per 100 g di prodotto è di 427 kcal (grassi: 9,1 g, dei quali solamente 1,1 g sono di acidi grassi saturi; carboidrati: 76,0 g, di cui 25,0 g di zuccheri; proteine: 8,9 g; fibre: 2,6 g; sale: 0,69 g). Tra gli ingredienti, che sono tutti privi di OGM, non ci sono né olî o grassi idrogenati (ossia, quelli caratterizzati dalla presenza di acidi grassi “trans”, che tendono a far innalzare il livello di colesterolo cattivo, il c.d. “LDL”, nel sangue), né olio di palma; viene utilizzato esclusivamente olio di girasole alto oleico, cioè caratterizzato per oltre il 70% dalla presenza di acido oleico, che, com’è noto, è un benefico grasso insaturo. A tal riguardo va detto che il fabbricante sostiene che questi frollini abbiano un contenuto di acidi grassi saturi inferiore del 40% rispetto alla media dei biscotti secchi più venduti. Nello specifico, l’impasto è composto da: farina di grano tenero (75%), la quale, ricavata da grano integralmente italiano, è tipo “2” (questo tipo farina, conosciuta anche come farina “semi-integrale”, ha la peculiarità di essere ricca di fibre, proteine, vitamine e sali minerali, in quanto poco raffinata, poiché derivante dalla macinazione dell’intero chicco di grano, il quale non viene, quindi, privato della crusca e del germe, come, invece, accade per le farine “0” e “00”); zucchero; olio di girasole; latte scremato in polvere; sciroppo di glucosio; destrosio; emulsionante (lecitina di soia); agenti lievitanti (carbonato acido d’ammonio e carbonato acido di sodio); sale; aromi. Viene segnalata la possibile presenza, in tracce, di senape e uova, le quali, al pari degli ingredienti evidenziati in grassetto (frumento, latte e soia), possono provocare, in persone sensibili, allergie e intolleranze, che, fortunatamente😥, a casa mia nessuno ha registrato. Mancano, invece, chiarimenti espliciti in merito alla compatibilità con i vari regimi alimentari (vegetariano, kosher, halal, ecc.); dalla presenza del latte tra gli ingredienti, si può solo arguire l’inconciliabilità con la dieta vegana. La fabbricazione avviene nello stabilimento proprietario di Petrignano d’Assisi (PG), dove vedono luce anche parecchi prodotti MISURA (il gruppo Colussi dispone complessivamente di 10 siti produttivi, dei quali 6 sono ubicati sul territorio nazionale). In tale impianto, per la gestione dei rischi da contaminanti chimici, biologici, microbiologici e fisici, viene adottato un modello “HACCP” (Hazard Analysis Critical Control Points) in linea con i requisiti dello schema di certificazione “FSSC 22000 v5.1”. Questa metodologia operativa, con la quale vengono definiti e monitorati i punti critici di controllo del processo produttivo (i c.d. “CCP”, fondamentali per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari), affianca, inoltre, un “Sistema di Gestione Integrato Sicurezza, Ambiente ed Energia”, che, secondo quanto asseverato da un ente indipendente, è conforme rispettivamente alle norme “UNI ISO 45001” (in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro), “UNI EN ISO 14001” (in materia ambientale) e “UNI EN ISO 50001” (in materia di gestione energetica). Non potendo soffermarmi, per le anzidette ragioni di economia testuale, sulle validazioni sinora menzionate, rimarco solamente che esse presuppongono una serie di stringenti controlli fisici, chimici, bio-chimici e organolettici, per cui sono foriere di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare, alle quali contribuisce anche l’accurato sistema di tracciabilità, utilizzato dall’azienda per monitorare costantemente la catena di fornitura, al fine anche di assodare il rispetto dei principî di sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’incarto riporta in modo ben visibile il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato sufficientemente avanti nel tempo (circa 11 mesi rispetto al momento della consegna) ed è di poco successivo a quello della produzione (la c.d. “shelf life” o “vita da scaffale” è, infatti, di 12 mesi). Ricordo a me stesso che il “TMC” rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente. Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Non viene, invece, indicato un c.d. “PAO” (“period after opening”), ossia un torno di tempo entro il quale consumare i biscotti, una volta aperta la confezione; l’importante, come suggerisce lo stesso produttore, è conservarle in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore🥵. Completa l’etichettatura l’indicazione del quantitativo contenuto, che, come anticipato, è di 650 g; tale valore ponderale è affiancato dalla “℮”, che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea. 3️⃣ I MINI BISCOTTI SECCHI.🍪 Nella confezione ci sono 147 biscotti, divisi equamente tra le quattro tipologie suddette. Nonostante la buona consistenza del prodotto (sulla quale torneremo tra breve), diversi dei pezzi contenuti all’interno del sacchetto recapitatomi sono risultati rotti; verosimilmente, il trasporto è stato un “tantino” travagliato💥🚚. A tal riguardo, mi permetto di rilevare che questo problema, piuttosto ricorrente per numerosi generi alimentari acquistati sulla piattaforma in commento, sarebbe facilmente risolvibile con un migliore imballaggio da parte di Amazon😡, che dovrebbe irrobustire in modo adeguato l’incarto originario, il quale, adatto alla vendita su scaffale, è palesemente inidoneo alla spedizione del singolo pacco da 650 g. Quest’ultimo, nello specifico, mi è stato recapitato all’interno di una sottile scatola, priva di qualsiasi imbottitura interna, per cui era facilmente prevedibile come sarebbe giunto a destinazione il suo contenuto🤔 (per le immagini in primo piano, allegate alla recensione, mi sono servito di 4 dei pochissimi esemplari totalmente integri, che è stato piuttosto difficile da trovare). Come accennavamo in apertura, i 4 tipi di biscotti, fondamentalmente, si differenziano solo per la forma, l’impasto è pressoché simile; per un consumatore medio, carpire le differenze oranolettiche tra l’uno e l’altro è veramente difficile. I Petit e le Marie sono leggermente più grandi e hanno un peso unitario medio che si aggira attorno ai 6 g. Gli Osvego e i Cappuccini, leggermente più piccoli, dimensionalmente sono sovrapponibili, mentre differiscono sotto l’aspetto ponderale: i primi mediamente pesano 4 g e i secondi circa 5 g. Sebbene siano piuttosto “pallidi” e non abbiano, quindi, la classica doratura golosa, presentano un buon grado di cottura, testimoniato anche da un’appetitosa croccantezza. Come anticipato, vantano un’apprezzabile consistenza, che li rende poco inclini a sbriciolarsi e gli permette di superare a pieni voti la prova dell’inzuppo🍵, il quale, a mio parere, rappresenta il loro àmbito d’elezione; una volta immersi nella bevanda, infatti, si ammorbidiscono, ma lo “spappolamento” è tutt’altro che immediato. Nel portarli alla bocca, si percepisce un inebriante profumo vanigliato, che, in realtà, comincia ad avvertirsi, seppur in maniera minore, già quando si apre l’incarto. Una fragranza che è sintomatica, oltre che dell’ottimo abbinamento di ingredienti, dell’ineffabile sapore che sta per avvolgere il palato, il quale, in questo modo, viene preparato a quello “shock estatico”, che subirà di lì a poco. Come è mio solito fare quando devo valutare attentamente un nuovo prodotto, anche stavolta, prima di procedere alla degustazione, ho bevuto un bicchiere d’acqua naturale, così da rimuovere dalle papille gustative gli eventuali residui, che possono compromettere la corretta percezione dei sapori. Il loro gusto è alquanto delicato con una dolcezza, che è tutt’altro che stucchevole. La fragrante pasta frolla, come accennavo, è piuttosto croccante e, al tempo stesso, friabile; si scioglie amorevolmente in bocca. Col progredire della degustazione, ci si rende conto dell’azzeccata commistione dei vari ingredienti in precedenza elencati. Questo mix, sebbene non includa né il burro, né le uova, innesca delle estasianti percezioni olfattive🤪 e delle amabili sensazioni gustative, le quali, oltre ad essere connotate da una perfetta armonia, generatrice di piacere e benessere, hanno l’ulteriore pregio di deliziare il palato per un bel po’ di tempo dopo la completa consumazione dell’alimento😋. A tal riguardo, ritengo opportuno aggiungere che, a dispetto del non trascurabile apporto calorico di questi biscotti, non ho rilevato pesantezza di stomaco🥱 dopo averli mangiati; lo stesso riscontro hanno avuto perfino quei componenti della mia famiglia “debolucci di stomaco”, i quali li hanno trovati facilmente digeribili😌 (una volta tanto, il parere del consesso familiare👪 è stato unanime: evento più unico che raro😁). Il merito di questo dev’essere ascritto anche al ridotto contenuto di acidi grassi saturi (1,1 g per 100 g di prodotto), che, secondo il fabbricante, sarebbe inferiore del 40% rispetto alla media dei biscotti secchi più venduti. I frollini in parola si possono consumare sia da soli, come snack, che con bevande di ogni tipo, meglio se calde (latte, caffè, tè, orzo, ecc.). Volendo, possono essere sbriciolati e usati per lo smoothie o come base per creare dolci, quali la cheesecake; nulla vieta di impiegarli al posto dei crackers o delle gallette, per spalmarci il formaggio fresco. La loro versatilità permette, quindi, di dare ampio sfogo alla propria inventiva gastronomica, che trova un valido alleato nelle ricette presenti sul sito web di Colussi. 4️⃣ LE CONSIDERAZIONI FINALI.🤔👨🏽💻 Le argomentazioni dedotte nelle righe che precedono e le conseguenti considerazioni sviluppate mi portano ad esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla qualità e sulla gradevolezza del prodotto, da cui discende una valutazione di congruità riguardo al prezzo di 2,15 euro, al quale viene attualmente venduta la confezione da 650 g. Un importo, equivalente ad un costo al chilogrammo di circa 3,31 euro, il quale, seppur non proprio trascurabile, sulla base di un’accurata analisi comparativa, estesa pure alle offerte presenti nelle ultime settimane sui volantini della “GDO”🏬, si rivela abbastanza competitivo🤑; soprattutto, se si tiene conto che non stiamo parlando di un formato “scorta”🛒.Leggi di più
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