1️⃣3️⃣ “MiniFette” integrali gustose🤩, croccanti😋e a prova d’inzuppo🍵
Impossibile caricare il contenuto multimediale. 1️⃣ IL PACKAGING.🎁 Il marchio “Mulino Bianco” appartiene alla tradizione italiana da oltre mezzo secolo; com’è noto, identifica una linea di prodotti alimentari circoscritta a biscotti, merendine, fette biscottate, pani e torte. Si tratta di uno dei numerosi brand che compongono l’ampio portafoglio della multinazionale parmense Barilla, la quale opera nei settori della pasta secca, dei sughi pronti, dei prodotti da forno, della farina e del pane. Le “MiniFette” integrali con cioccolato fondente sono uno dei 10 tipi di fette biscottate, attualmente commercializzate col marchio in parola; si tratta, in particolare, di una delle 3 versioni della linea “MiniFette”, la quale, oltre a quelle in parola, annovera quelle con cioccolato al latte e quelle con mirtilli rossi e mandorle. Sono distribuite in un unico formato da 110 g, la cui confezione è rappresentata da un sacchetto in polipropilene, contenente 13 “MiniFette”. Questo tipo di packaging brilla per efficienza; infatti, oltre ad essere molto semplice da aprire senza l’impiego delle forbici (basta tirare i 2 lembi opportunamente segnalati) assicura una chiusura ermetica, schermando validamente ossigeno, gas, luce, umidità e altri agenti esterni potenzialmente contaminanti; garantisce, insomma, una deperibilità prossima allo zero, la quale è strumentale ad un’ottima e lunga conservazione delle caratteristiche nutritive e organolettiche dei vari ingredienti. Ha il pregio, inoltre, di essere facilmente riciclabile. Consultando il sito web del fabbricante, emerge, in effetti, una sua particolare attenzione per la tematica ecologica, testimoniata dall’utilizzo di fonti energetiche alternative e da un impegno costante alla riduzione dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica, che tende, tra l’altro, a compensare, promuovendo vari progetti per lo sviluppo delle energie rinnovabili in diverse parti del mondo. 2️⃣ L’ETICHETTATURA.☢ L’etichettatura in lingua italiana risulta chiara ed esauriente; il consumatore trova tutte le informazioni, non solo nutrizionali, di cui ha bisogno, riguardo alle quali, per motivi di brevità, rinvio prevalentemente alle foto che ho accluso. Circoscrivo la mia analisi ad alcuni dati salienti, che ritengo possano aiutare il potenziale acquirente a comprendere se l’articolo risponda o meno ai suoi gusti e alle sue esigenze alimentari. Partendo dalle informazioni nutrizionali, va innanzitutto detto che l’apporto calorico per 100 g di prodotto è di 469 kcal (grassi: 21,0 g, dei quali 11,0 g sono di acidi grassi saturi; carboidrati: 55,6 g, di cui 22,0 g di zuccheri; proteine: 9,5 g; fibre: 10,0 g; sale: 0,600 g). Tra gli ingredienti, che sono tutti privi di OGM, non ci sono né aromi, né grassi idrogenati, né conservanti, né coloranti, né olio di palma; come ben specificato, infatti, ad essere utilizzati sono solo quelli di colza, girasole, mais e soia. Viene segnalata la possibile presenza, in tracce, di frutta a guscio, latte, senape, sesamo e uova, specificando, inoltre, che gli ingredienti evidenziati in grassetto (frumento, grano, orzo e soia) possono provocare, in persone allergiche o intolleranti, reazioni, che, fortunatamente😌, a casa mia nessuno ha registrato. Non compaiono, invece, chiarimenti riguardo alla compatibilità con i vari regimi alimentari. Scandagliando il sito web del produttore, emerge che il grano, dal quale viene ricavata la farina integrale utilizzata (la quale è di grano tenero con crusca a foglia larga e costituisce il 99% dell’impasto di queste fette biscottate), viene macinato in Italia, però solo una parte di esso è di origine nazionale (la restante porzione proviene da altri Paesi europei). La fabbricazione avviene a Ohrdruf, in Turingia (Germania), nel modernissimo stabilimento della BRANDT, azienda tedesca che è tra i maggiori produttori di fette biscottate a livello europeo. In quest’impianto, per la gestione dei rischi da contaminanti chimici, biologici, microbiologici e fisici, viene adottato un modello “HACCP” (Hazard Analysis Critical Control Points) in linea con i requisiti dello schema di certificazione “FSSC 22000 v5.1”. Questa metodologia operativa, con la quale vengono definiti e monitorati i punti critici di controllo del processo produttivo (i c.d. “CCP”, fondamentali per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari), affianca, inoltre, un “Sistema di Gestione Integrato Sicurezza, Ambiente ed Energia”, che, secondo quanto asseverato da un ente indipendente, è conforme rispettivamente alle norme “UNI ISO 45001” (in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro), “UNI EN ISO 14001” (in materia ambientale) e “UNI EN ISO 50001” (in materia di gestione energetica). Non potendo soffermarmi, per le anzidette ragioni di economia testuale, sulle validazioni sinora menzionate, rimarco solamente che esse presuppongono una serie di stringenti controlli fisici, chimici, bio-chimici e organolettici, per cui sono foriere di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare, alle quali contribuisce anche l’accurato sistema di tracciabilità, utilizzato dall’azienda per monitorare costantemente la catena di fornitura, al fine anche di assodare il rispetto dei principî di sostenibilità ambientale, economica e sociale. A tal riguardo, segnalo che la totalità del cacao impiegato per la realizzazione di questo prodotto (che contiene ben il 47% di cioccolato fondente) viene acquistata in Costa d’Avorio e Ghana, supportando progetti della Fondazione Cocoa Horizons, la quale è impegnata nel miglioramento della qualità della vita dei coltivatori e delle loro famiglie. Va, inoltre, ricordato che Mulino Bianco si attiene a un disciplinare denominato “Carta del Mulino”, messo a punto col WWF Italia e diversi istituti universitarî, il quale, tra le altre cose, prevede il rispetto dei rigidi criteri di sostenibilità fissati dal noto standard “ISCC Plus”. L’incarto riporta in modo ben visibile il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato sufficientemente avanti nel tempo (circa 4 mesi rispetto al momento della consegna). Ricordo a me stesso che tale data rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente. Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Non viene, invece, indicato un c.d. “PAO” (“period after opening”), ossia un torno di tempo entro il quale consumare le fette biscottate, una volta aperta la confezione; l’importante, come suggerisce lo stesso produttore, è conservarli in un luogo fresco e asciutto. Completa l’etichettatura l’indicazione del quantitativo contenuto, che, come anticipato, è di 110 g (equivalenti, come già detto, a 13 “MiniFette”); tale valore ponderale è affiancato dalla “℮”, che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea. 3️⃣ LE “MINIFETTE”.🍞 La gran parte delle fette biscottate all’interno della confezione recapitatami sono risultate perfettamente integre, in quanto, nonostante abbiano una struttura leggera, la loro consistenza è notevole; infatti, hanno poca tendenza a sbriciolarsi e superano a pieni voti la prova dell’inzuppo: nel latte o nel tè si ammorbidiscono, ma lo sfaldamento è tutt’altro che immediato. Nell’atto di spalmarci sopra qualsivoglia di tipo di crema è piuttosto difficile che si rompano accidentalmente; l’impasto è perfettamente “incordato”. Hanno la classica forma rettangolare con gli angoli arrotondati e misurano 48,5 x 44,4 x 10,2 mm. Le caratterizza una golosa tonalità scura, che testimonia sia un buon grado di cottura che la presenza nell’impasto di alimenti ricchi di fibre; mi riferisco, in particolare, alla succitata farina integrale di grano tenero con crusca a foglia larga e a quella di frumento maltato. Solo nella zona superiore sono ricoperte da uno spesso strato di cioccolato fondente, che ha un colore marrone scuro, piuttosto brillante. Nel portarle alla bocca, si percepisce un inebriante profumo, che, in realtà, comincia ad avvertirsi, seppur in maniera minore, già quando si apre l’incarto. Una fragranza che è prodromica, oltre che dell’ottimo abbinamento di ingredienti (in particolare, dell’azzeccata commistione tra cereali cotti e cacao), dell’ineffabile sapore che sta per avvolgere il palato, il quale, in questo modo, viene preparato a quello “shock estatico”, che subirà di lì a poco. Come è mio solito fare quando mi approccio ad un nuovo prodotto, anche stavolta, prima di procedere alla degustazione, ho bevuto un bicchiere d’acqua naturale, così da rimuovere dalle papille gustative gli eventuali residui, che possono compromettere la corretta percezione dei sapori. Il loro gusto è alquanto delicato, con un grado di dolcezza che è davvero minimo, visto che la presenza dello zucchero viene contemperata da quella del cioccolato fondente. Sono molto friabili e si sciolgono bene in bocca, rivelando, comunque, un’apprezzabile croccantezza, che dev’essere ricondotta anche a quel buon grado di cottura, al quale abbiamo poc’anzi fatto cenno. Il cioccolato fondente di cui è ricoperta la zona superiore non si appiccica al palato; si dissolve progressivamente, trasmettendo un senso di finezza, rotondità e pastosità. Durante la consumazione della “MiniFetta”, quello che emerge è un amabile sapore, che avvolge a lungo il palato e trova un ideale complemento nella facile digeribilità del prodotto😌. Le fette biscottate in parola si possono consumare sia da sole, come snack, che con bevande di ogni tipo, sia calde che fredde. Volendo, possono essere sbriciolate e usate per lo smoothie o come base per creare dolci, quali la cheesecake; nulla vieta di impiegarle al posto dei crackers o delle gallette, per spalmarci il formaggio fresco. La loro versatilità permette, quindi, di dare ampio sfogo alla propria inventiva gastronomica, che trova un valido alleato nelle ricette presenti sul sito web del Mulino Bianco. 4️⃣ LE CONSIDERAZIONI FINALI🤔👨🏽💻 Le argomentazioni dedotte nelle righe che precedono e le conseguenti considerazioni sviluppate mi portano ad esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla qualità e sulla gradevolezza del prodotto, da cui discende una valutazione di congruità riguardo al prezzo di 1,15 euro, al quale viene attualmente venduta la confezione da 110 g. Un importo, equivalente ad un costo al chilogrammo di circa 10,45 euro, il quale, tenendo conto che si tratta di una piccola confezione (e non di un formato famiglia), si rivela anche alquanto competitivo.Leggi di più
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