🍮Molto gradevole e facilmente abbinabile a tantissimi ingredienti🍫🍇🍈🍉🍊🍋🍌🍍🥭🍎🍏🍐🍑🍒🍓🌰🥜
Impossibile caricare il contenuto multimediale. 1️⃣ IL PACKAGING.🎁 Questo preparato per budino è contraddistinto dal marchio “Cameo”, il quale identifica una società per azioni di Desenzano del Garda (BS), la quale, titolare anche dei noti brand “Bertolini”, Paneangeli e “F.lli Rebecchi Valtrebbia”, rappresenta la divisione italiana della multinazionale tedesca “Dr. Oetker”, che produce torte (dagli ingredienti alle decorazioni, dalle miscele agli impasti freschi, fino alle torte pronte), dessert (sia da preparare che freschi), pizze surgelate e altre specialità (tra cui muesli, noci e biscotteria salata). Fuori dall’Italia, in effetti, i prodotti “Cameo” sono contraddistinti dal marchio “Dr. Oetker”, il quale è contrassegnato dal medesimo logo dell’azienda lombarda. Nel catalogo Cameo il prodotto in parola appartiene alla linea dei “preparati per dessert”, che annovera anche le diverse varianti di “Fast&Creamy” e di fermenti per yogurt , e le miscele per la realizzazione di: bonèt con granella e caramellato, crema catalana, crème caramel, mousse al cioccolato e panna cotta di vari gusti. Viene commercializzata in unico formato da 8 porzioni, mentre le versioni sono 2: “cremoso” (nei gusti: amaretto, cioccolato, cioccolato fondente, pistacchio e vaniglia) e “da zuccherare” (nei gusti: amaretto, cioccolato e vaniglia). Io ho optato per quello cremoso al gusto vaniglia, la cui confezione è rappresentata da un astuccio in cartone non ondulato, che racchiude due distinte buste in “poliaccoppiato” a prevalenza di carta (come rivela il codice di riciclo “C/PAP 81”), ciascuna delle quali contenente 65 g di prodotto, sufficienti per 4 porzioni. Questi sacchetti, che, per l’esattezza, sono formati esternamente da carta e internamente da plastica (rectius, polipropilene metallizzato), brillano per efficienza; infatti, oltre ad essere molto semplici da aprire senza l’impiego delle forbici (basta strapparlo superiormente😉), assicurano una chiusura ermetica, schermando validamente ossigeno, gas, luce, umidità e altri agenti esterni potenzialmente contaminanti; garantiscono, insomma, una deperibilità prossima allo zero, la quale è strumentale ad un’ottima e lunga conservazione delle caratteristiche nutritive e organolettiche dei vari ingredienti; merito, questo, anche della sigillatura sottovuoto e del confezionamento in atmosfera modificata (o protettiva), che concorre ad estendere il periodo di conservazione (la c.d. “shelf life”), contrastando, nei limiti del possibile, le inesorabili alterazioni chimiche, fisiche, microbiologiche, sensoriali e strutturali. A conforto della validità dell’imballaggio, posso dire che al suo interno non ho registrato né la presenza di aria, né di umidità, che sono i principali artefici di contaminazione e rapida degradazione dei cibi. Il packaging in parola, inoltre, ha l’ulteriore pregio di essere facilmente riciclabile, in quanto la sua composizione a prevalenza di carta fa sì che possa essere assimilato a quest’ultima per ciò che concerne la raccolta differenziata e la relativa filiera di recupero. 2️⃣ L’ETICHETTATURA☢ L’etichettatura, in lingua italiana, risulta chiara ed esauriente. Il consumatore trova la gran parte delle notizie strumentali ad un acquisto oculato; le poche informazioni che mancano sono reperibili sul sito web del fabbricante. La fabbricazione avviene nello stabilimento proprietario di Desenzano del Garda (BS), un sito produttivo all’avanguardia, dove viene adottato un modello organizzativo “HACCP” (Hazard Analysis Critical Control Points) in linea con i requisiti dello schema di certificazione “FSSC 22000 v5.1”. Questa metodologia operativa, con la quale vengono definiti e monitorati i punti critici di controllo del processo produttivo (i c.d. “CCP”, fondamentali per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari), affianca, inoltre, un “Sistema di Gestione Integrato Sicurezza, Ambiente ed Energia”, che, secondo quanto asseverato da un ente indipendente, è conforme rispettivamente alle norme “UNI ISO 45001” (in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro), “UNI EN ISO 14001” (in materia ambientale) e “UNI EN ISO 50001” (in materia di gestione energetica). Non potendo soffermarmi, per le anzidette ragioni di economia testuale, sulle validazioni sinora menzionate, rimarco solamente che esse presuppongono una serie di stringenti controlli fisici, chimici, bio-chimici e organolettici, per cui sono foriere di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare, alle quali contribuisce anche l’accurato sistema di tracciabilità, utilizzato dall’azienda per monitorare costantemente la catena di fornitura, al fine di assodare anche il rispetto dei principî di sostenibilità ambientale, economica e sociale. A tal riguardo, giova soggiungere che essa è particolarmente sensibile alla tematica ecologica, come testimoniano l’utilizzo di fonti energetiche alternative e l’impegno costante alla riduzione dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica, che tende, tra l’altro, a compensare, promuovendo vari progetti per lo sviluppo delle energie rinnovabili in diverse parti del mondo. Il preparato è fatto di: zucchero, amido di mais, carragenina (come gelificante), sale, aromi e caroteni (con funzione colorante). Un etto di questo prodotto fornisce un apporto calorico di 104 kcal e contiene: ― 1,6 g di grassi (di cui 1,1 g di acidi grassi saturi); ― 18,0 g di carboidrati (dei quali 17,0 g di zuccheri); ― 3,8 g di proteine; ― 0,19 g di sale. Tanto sull’astuccio, quanto sulla busta è impresso in modo ben visibile il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato piuttosto avanti nel tempo (circa 22 mesi rispetto al momento della consegna). Ricordo a me stesso che tale data rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente (ossia, come raccomanda il fabbricante, in luogo fresco e asciutto). Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Sulla scatola sono riportate dettagliatamente le modalità d’uso del preparato con l’indicazione del quantitativo contenuto – 130 g – affiancata dalla “℮”, che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea. Nessun chiarimento viene, invece, fornito riguardo alla compatibilità con i vari regimi alimentari. Viene segnalata solo la possibile presenza di frutta a guscio, grano, latte, soia e uova, i quali, in persone allergiche o intolleranti, possono essere all’origine di reazioni, che, fortunatamente😥, a casa mia nessuno ha registrato. 3️⃣ IL BUDINO.🍮 La preparazione del budino esige, oltre al contenuto della busta, l’impiego di 0,5 l di latte, che, secondo quanto ho sperimentato, può essere di qualsiasi tipo: intero, parzialmente o totalmente scremato, privo di lattosio, ecc. Ho appurato che si possono, addirittura, utilizzare i suoi surrogati a base di soia, riso, avena, farro, cocco, mandorle, nocciole e così via (naturalmente parliamo di mera realizzabilità del budino, perché, in termini di sapore, secondo me il paragone col latte intero non regge😋). Se il tempo a disposizione è poco, il budino può essere preparato semplicemente versando il contenuto della busta nel latte già caldo e miscelando il tutto con una frusta. Se, invece, non ci sono esigenze di celerità, dopo aver versato il contenuto della busta in una casseruola, andrà aggiunta solo una parte di quel mezzo litro di latte di cui abbiamo poc’anzi parlato e, quindi, mescolato manualmente il tutto fino ad ottenere una crema senza grumi. A questo punto, dopo aver aggiunto la restante parte di latte, il recipiente andrà messo sulla fiamma, avendo cura di continuare a mescolare; una volta raggiunta l’ebollizione, sarà opportuno proseguire il mescolamento per circa 3 minuti, mantenendo la fiamma a fuoco moderato. La fase successiva, a prescindere che si opti per la procedura di preparazione ordinaria o per quella veloce, consisterà nel versare la crema negli stampi, la quale potrà essere sformata dopo almeno 2 ore di frigorifero o 4 ore di temperatura ambiente. Non ho il bagaglio conoscitivo e l’addestramento sensoriale necessarî per tracciare un profilo organolettico del prodotto. Mi limito, pertanto, a descrivere sommariamente ciò che i miei sensi hanno percepito. Il budino ha un colore giallo di media tonalità piuttosto brillante ed emana, ancor prima che si avvicini il cucchiaio al naso per portarlo alla bocca, un inebriante profumo di vaniglia. Una deliziosa fragranza che si avverte già durante la preparazione, la quale è prodromica, oltre che dell’ottimo abbinamento di ingredienti, dell’ineffabile sapore che sta per avvolgere il palato; quest’ultimo, in tal modo, viene preparato a quello “shock estatico”, che subirà di lì a breve. Come è mio solito fare quando mi approccio ad un nuovo prodotto, anche stavolta, prima di procedere alla degustazione, ho bevuto un bicchiere d’acqua naturale, così da rimuovere dalle papille gustative gli eventuali residui, che possono compromettere la corretta percezione dei sapori. Al primo assaggio, questo budino, sebbene sia abbastanza morbido, rivela un’appagante consistenza e risulta alquanto gustoso. Non si appiccica al palato; si dissolve bene in bocca, trasmettendo un raffinato senso di finezza, rotondità e pastosità; è abbastanza dolce, ma non stucchevole; consumandolo, si avverte una sensazione di pienezza, fonte di piacere e benessere. La commistione dei vari ingredienti che lo compongono genera, insomma, delle “paradisiache” sensazioni gustative, che, oltre ad essere connotate da una perfetta armonia, hanno l’ulteriore pregio di deliziare il palato per un bel po’ di tempo. A tutto ciò si aggiunge l’ottima digeribilità di quest’alimento, la quale, a casa mia, è stata riscontrata anche dai più “debolucci” di stomaco😊. Questo budino alla vaniglia può esser consumato da solo o assieme a moltissimi ingredienti (ad esempio, scaglie di cioccolato, zeste d’arancia e qualsiasi altro tipo di frutta fresca, secca o disidratata); gode, infatti, di una notevole versatilità. La sfilza di ricette realizzabili è infinita, per cui qualsiasi tentativo di elencazione risulterebbe riduttivo. Ritengo più sensato fare appello agli innumerevoli suggerimenti rinvenibili sul sito del produttore, i quali integrano una buona base di partenza per dare sfogo alla propria inventiva culinaria. 4️⃣ LE CONSIDERAZIONI FINALI🤔👨🏽💻 Si tratta di un prodotto di ottima qualità, molto gradevole, che è, inoltre, confezionato in maniera efficace e pratica. Tale considerazione mi porta a ritenere alquanto conveniente il prezzo di 1,49 euro, al quale viene attualmente venduta la confezione da 2 buste. Un importo, corrispondente ad un costo al chilogrammo di circa 8,30 euro, il quale, sulla base di un’accurata analisi comparativa, estesa pure alle offerte presenti nelle ultime settimane sui volantini della “GDO”🏬, si rivela anche abbastanza competitivo🤑; soprattutto, se si tiene conto che non stiamo parlando di un vero e proprio formato “scorta”🛒.Leggi di più
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