Il Libano non rimane immune alle ondate di violenza.  Al- Hariri invita i suoi alla calma!
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Il Libano non rimane immune alle ondate di violenza. Al- Hariri invita i suoi alla calma!

mercoledì 26 gennaio, 2011

TRIPOLI, 26 GENNAIO - Anche il Medio Oriente purtroppo non rimane immune all'ondata di rivolte. Ammonta infatti a 20 feriti il bilancio delle manifestazioni avvenute a Tripoli, nel nord del Libano, tra i manifestanti a favore del primo ministro Rafiq Al-Hariri e le forze di sicurezza. Centinaia di persone hanno inscenato proteste a Beirut, Tripoli, Sidone e altre zone a maggioranza sunnita del Paese, bloccando le strade con cassonetti in fiamme. [MORE] È quanto rende noto una fonte medica locale citata dalla tv araba “Al Jazeera” le cui troupe di giornalisti sono finite nei tafferugli, insieme ad altre tivù locali considerate vicine all’opposizione. Nel corso della manifestazione di ieri è stata data alle fiamme una vettura della tv del Qatar, è stato assaltato un palazzo dove si erano rifugiati i giornalisti presenti in città e sono stati dati alle fiamme due uffici riconducibili a esponenti dell’opposizione. Il movimento Sunnita ha protestato contro quello che viene considerato ormai da tutti il traditore. Ieri infatti, il presidente libanese Michel Suleiman ha dato a Najib Mikati, sostenuto da Hezbollah ed i suoi alleati, l’incarico ufficiale di formare il nuovo governo. Dall’esito di due giorni di consultazioni emerge chiaramente che gode del sostegno di 68 tra i 128 membri del Parlamento, mentre gli altri 60 sono andati a Saad Hariri, candidato della “Coalizione del 14 marzo".
Un governo controllato da Hezbollah avrà chiaramente un impatto sulle relazioni bilaterali con il Libano. Le nostre linee guida restano quelle di sempre: prima di tutto crediamo che l’impunità per chi commette omicidi e le influenze dall’estero debbano finire e crediamo nella sovranità del Libano” sostiene con evidente preoccupazione il Segretario di Stato Hillary Clinton facendo riferimento al dossier Rafic Al- Hariri, i cui sostenitori hanno invocano “una giornata di rabbia” contro il golpe di Hezbollah. Il sistema politico libanese prevede che il primo ministro sia un sunnita, e i sostenitori di Hariri affermano che chiunque accetti un sostegno da parte di Hezbollah deve essere considerato un traditore. Ed intanto, mentre la Francia esprime tutta la sua preoccupazione per la situazione politica nel suo ex protettorato, a Tripoli torna la calma ed il resto del Libano è teatro di proteste violente, lo stesso Hariri, cerca di respingere ogni forma di violenza invitando i suoi sostenitori alla calma: “è sbagliato far degenerare la "Giornata della collera" in violenze e atti di teppismo. Chiedo che tutte le manifestazioni si fermino e si ritorni alla calma. La democrazia è anche accettare questo, e vi invito a non dare a nessuno il pretesto per ricorrere alla piazza per un cambiamento politico, perché il bene del Paese deve essere al di sopra di tutto”.
 


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