Corea del Nord, Mosca e Seul concordano su necessità soluzione pacifica
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MOSCA, 7 SETTEMBRE – Sembrerebbe tirare aria di distensione nei rapporti tra le potenze mondiali interessate alla questione nordcoreana. Non già un forte vento di cambiamento, ma una leggera brezza che sembrerebbe foriera di novità positive.[MORE]
Nel corso della sessione plenaria dell’Eastern Economic Forum di Vladivostok, Vladimir Putin ha evidenziato come si sia notata la volontà dell’amministrazione Trump di “alleviare la tensione”, sottolineando inoltre le aspettative russe sul fatto “che il buon senso” spinga la Casa Bianca a risolvere la situazione seguendo la via diplomatica.
Quello dei negoziati “è un modo disagevole e lento per risolvere il problema” secondo Putin, ma è anche “l’unico possibile per non far peggiorare ulteriormente la situazione”. E tra gli elementi suscettibili di far degenerare lo scenario attuale, per il numero uno di Mosca ci sarebbe anche un inasprimento delle sanzioni ed una chiusura agli investimenti nella regione.
Il leader del Cremlino ha poi rassicurato su una possibile escalation violenta delle tensioni con Pyongyang, dicendosi “certo che non si arriverà ad un conflitto su larga scala, soprattutto con le armi di distruzione di massa”. “Le parti in conflitto avranno buon senso e consapevolezza delle loro responsabilità verso i popoli delle regioni” ha poi aggiunto Putin.
E arrivano anche parole di ringraziamento a Mosca da parte di Seul, storica alleata statunitense, per “l’attiva partecipazione sulle sanzioni alla corea del Nord”, insieme all’invito a “proseguire con il sostegno sulla questione”. Sul punto è intervenuto anche il presidente sudcoreano Moon, che ha ribadito come una soluzione pacifica della questione sia la priorità assoluta.
Duro, invece, è stato l'intervento del rappresentante di Pyongyang all'Eastern Economic Forum, che ha parlato di "deterrente nucleare" necessario per rispondere a possibili attacchi provenienti da ogni parte del mondo, ed ha assicurato che saranno prese "forti contromisure" in risposta alle pressioni statunitensi.
Infine, non sarebbe piaciuta nè a Mosca nè a Pechino la scelta di Seul di schierare altre quattro batterie del sistema antimissilistico americano Thaad, per difendersi da eventuali attacchi nord-coreani. Stando ad una fonte interna al Cremlino, la decisione sud-coreana avrebbe infatti esclusivamente contribuito ad esasperare la situazione nell'area, senza rappresentare un effettivo rafforzamento in termini di sicurezza.
Paolo Fernandes
Foto: kremlin.ru