Elezioni in Svezia: ritornano i socialdemocratici, ma è boom dei populisti anti-immigrati
Estero Valle d'Aosta

Elezioni in Svezia: ritornano i socialdemocratici, ma è boom dei populisti anti-immigrati

lunedì 15 settembre, 2014

STOCCOLMA, 15 SETTEMBRE 2014 – Dopo otto anni di centrodestra, la Svezia è tornata sotto i colori della tradizionale ala socialdemocratica: le ultime elezioni hanno visto difatti trionfare il partito dell'ex sindacalista Stefan Lofven con il 31,3% di voti, di contro un premier uscente che ha raggiunto un 23,2%, penalizzato dagli inevitabili tagli al welfare, una disoccupazione stabile all'8% - specie tra i giovani – e il calo dei risultati nella scuola, un tempo fiore all'occhiello di un paese europeo modello. Una sconfitta giunta nonostante la continua crescita economica della Svezia, in anni di crisi europea che hanno avuto il loro peso specifico anche sulla nazione scandinava.

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E ora bisogna trovare le giuste alleanze

Nessuno ha ottenuto una maggioranza assoluta, e ciò potrebbe portare a un esecutivo fragile se non si instaurano le giuste alleanze. La tradizionale alleanza rosso-verde vacilla, ed esce dalle urne con un 43,7%; ancora da definire tra l'altro gli accordi con verdi ed ex comunisti. La stessa coalizione che ha guidato il governo dal 2006 ad oggi, che ha visto insieme moderati, centristi, liberali e cristiano-democratici, ha perso circa dieci punti percentuali.

Il boom dei Democratici

Unica certezza delle due fazioni è quella di evitare un'alleanza con i Democratici svedesi, la vera sorpresa di queste elezioni – ma che in realtà, vista in un quadro europeo degli ultimi anni, non dovrebbe sorprendere affatto: il partito anti-immigrazione di destra, guidato da Jimmie Akesson, espressione di un sentimento populista, che ha raddoppiato i risultati del 2010 passando da un 5,7% a un 12,9%, affermandosi come terzo partito del paese, ancora una volta scomodo ago di una bilancia nazionale. Nonostante la “pulizia” delle radici nazi-fasciste e di un atteggiamento che s'è volto a presentarsi “meno estremo”, il partito di Akesson non fa di certo mancare scandali e sa come far parlare di sé: anche l'appena conclusa campagna elettorale ha visto episodi “scomodi”, con ritratti di candidati con svastiche. I Democratici, che fanno dell'anti-immigrazione il loro cavallo di battaglia, hanno proposto di tagliare gli ingressi al 90%, in un Paese con una storica tradizione di accoglienza e uno dei più alti livelli pro capite di rifugiati.

Foto: direttanews.it

Dino Buonaiuto


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