Emilia Romagna, attesi 400 immigrati da Lampedusa, ma è già emergenza posti
BOLOGNA, 17 GIUGNO 2014 – In Emilia Romagna si attende da una settimana l'arrivo di circa 400 migranti provenienti da Lampedusa, dove sono sbarcati poche settimane fa. Ma in regione si fa fatica a trovare spazi adeguati da riservare, così i migranti restano ancora in Sicilia, ad aspettare. I luoghi di accoglienza sono tutti occupati: a Villa Aldini, sui colli bolognesi, non c'è più spazio, tanto meno ne possiede Villa Angeli, a Sasso Marcoli. Le due ville accolgono insieme 130 immigrati, a cui si devono aggiungere quelli ospitati nel resto della Regione, per un totale di 900 persone. [MORE]
A Bologna si sta dando da fare la Caritas, che ha iniziato un censimento delle sue strutture prevedendo di concludere entro la settimana. Sono 210 i migranti in arrivo nel capoluogo felsineo, e la Caritas vorrebbe farsi carico di almeno una 70ina di loro: "Stiamo cercando una sistemazione, munita di cucina, bagni con docce e nessun problema di sicurezza, offrire un'ospitalità più diffusa a gruppi di cinque-sette persone sarebbe più facile per noi, invece la prefettura preferisce creare grandi gruppi -.spiega Mario Marchi, direttore della Caritas di Bologna, che continua - “La chiamano emergenza- continua Marchi- ma è solo una realtà, queste persone scappano da paesi in cui c'è la guerra". Per i nuovi arrivati si pensa a delle sistemazioni che possano durare almeno sei mesi, mentre a Palermo sarebbero stati preparati degli alloggi provvisori all'interno delle parrocchie.
Regione, Provincia e Comune lavorano in sinergia per trovare luoghi adatti da destinare all'accoglienza. Una delle idee più plausibili sarebbe quella di riaprire il Cie di Via Mattei come centro, anche se su quest'ultimo è necessario effettuare “lavori strutturali prima della sua riapertura”, così come ha detto Amelia Frascaroli, assessore al Welfare del Comune di Bologna. Con alcuni interventi strutturali il centro potrebbe diventare di prima accoglienza per i migranti, ma non in tempo per ospitare questi 400. L'idea di utilizzare il Cie come una sorta di “hub” di smistamento, però, non piace ai centri sociali che lo scorso maggio sono scesi in piazza a manifestare.
"La proposta di aprire un hub è preoccupante perché non ha nessuno statuto giuridico, l'accoglienza non può essere fatta considerando queste persone come pacchi da smistare" aveva spiegato Neva Cocchi, del Tpo. Ad oggi sono più di 900 le persone arrivate per lo più da Siria, Gambia, Costa d'Avorio e Mali, a fronte delle 20.000 approdate nelle coste della Sicilia, accolti con una convenzione valida fino al 30 giugno. Ma ciò che preoccupa chi si occupa dell'accoglienza di questi migranti, è che non si sa ancora cosa succederà in seguito.
Stefania Putzu
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