Cerca

Processo Mori-Obinu, la testimonianza lacunosa del generale Ganzer

Andrea Intonti
Condividi:
Processo Mori-Obinu, la testimonianza lacunosa del generale Ganzer
Notizia in evidenza
Occhio alla notizia
Tempo di lettura: ~2 min

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

PALERMO, 24 MARZO 2012 – È salito sul banco dei testimoni come comandante del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei carabinieri il generale Giampaolo Ganzer (nella foto), nei mesi scorsi condannato in primo grado a quattordici anni «aver costituito un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso ed altri reati», chiamato a deporre al processo contro il generale Mario Mori ed il colonnello Mario Obinu in merito alla mancata cattura di Bernardo Provenzano.

Evidenziando come non fosse a conoscenza di una trattativa tra organi dello Stato e Cosa Nostra, la difesa ha incentrato le sue domande sull'applicazione del regime carcerario del 41bis, chiedendo al generale Ganzer di spiegare il suo rapporto e gli argomenti trattati nei diversi incontri – formali ed informali, come ha sottolineato il teste - con Francesco Di Maggio, nel 1993 vicedirettore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (il Dap) e da sempre molto vicino ai Servizi, deceduto nell'ottobre 1996. Al centro dei colloqui, naturalmente, quegli attacchi verso i quali «non bisognava dare segnali di cedimento», che invece arriveranno con le mancate proroghe a 334 provvedimenti di carcere duro. Secondo la ricostruzione di Ganzer, però, nei colloqui si parlava esclusivamente di come avvicinare gli esponenti di Cosa Nostra in carcere per farli collaborare.
Ai colloqui – ha continuato il generale nella sua deposizione – oltre a lui c'erano il già citato Di Maggio e Umberto Bonaventura, colonnello del Sismi deceduto nel 2002. Di Mario Mori neanche l'ombra.[MORE]

La prima falla nella ricostruzione si apre proprio sulla posizione di Mori che, secondo la ricostruzione del responsabile della sicurezza di Di Maggio, era invece presente, come testimonierebbe peraltro un appunto datato 22 ottobre 1993 dell'agenda del generale oggi sul banco degli imputati.
Otto giorni dopo il Dap manderà una lettera alla procura di Palermo, anticipando la mancata proroga del regime del 41bis.

La prossima udienza del processo, prevista per il 30 marzo, vedrà la testimonianza dell'ex presidente del Consiglio dei Ministri Giuliano Amato alla quale seguiranno, in data ancora da definire, le deposizioni dell'ex direttore del Dap, Nicolò Amato – che dovrà essere ascoltato a Roma, in un'apposita udienza, per motivi di salute – dell'ex ministro della Giustizia Giovanni Conso e dell'ex dirigente del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Adalberto Capriotti.

(foto: dazebaonews.it)
Andrea Intonti

 


Vuoi restare sempre aggiornato con le notizie più importanti?

Iscriviti ai nostri canali ufficiali:

Riceverai in tempo reale tutti gli aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

Scritto da Andrea Intonti

Giornalista di InfoOggi

Leggi altri articoli

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.