Scomparsa di Roberta Ragusa: ricostruzione del caso. Intervista alla criminologa Immacolata Giuliani
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Scomparsa di Roberta Ragusa: ricostruzione del caso. Intervista alla criminologa Immacolata Giuliani

giovedì 22 agosto, 2013

PISA, 22 AGOSTO 2013 - Roberta Ragusa è scomparsa da San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, la notte tra il 13 ed il 14 Gennaio dell'anno 2012. Le autorità ipotizzano che la donna sia stata uccisa e, per il momento, il principale indagato è il marito, Antonio Logli.

La donna aveva manifestato l'intenzione di separarsi dal coniuge, sia cercando informazioni a riguardo tramite internet, sia parlandone con le amiche della palestra. Il marito, che aveva intrapreso una relazione con Sara Calzolaio, che da tempo lavorava con la famiglia, era al telefono con l'amante negli istanti precedenti alla scomparsa. E' possibile che Roberta abbia tentato di scoprire chi fosse la donna con la quale il marito la tradiva e, da lì, potrebbe essere nata una lite.

Loris Gozi, abitante di San Giuliano Terme, ha riferito alle autorità di aver visto Antonio Logli sostare con la sua automobile in compagnia di un'altra persona. La mezzanotte era passata e Gozi sostiene che, dopo il primo avvistamento, ha notato un uomo ed una donna litigare violentemente in Via Gigli, nei pressi della sua abitazione. Sempre secondo quanto riferisce il testimone, il giorno seguente Antonio Logli si sarebbe recato a casa sua, per chiedere se qualcuno avesse visto Roberta. Logli avrebbe spiegato che la donna aveva battuto la testa e si trovava in stato confusionale.

I recenti controlli dei Ris sulle automobili di Antonio Logli, Valdemaro Logli (padre di Antonio Logli) e Sara Calzolaio, non hanno portato alla luce alcun elemento che riconducesse a Roberta Ragusa. Le indagini ripartono dunque dai cimiteri, con l'ausilio di un georadar in grado di mostrare ciò che si trova sotto terra, fino ad una profondità di tre metri.[MORE]

InfoOggi.it ha interpellato la criminologa Immacolata Giuliani per ricostruire il caso, secondo la sua interpretazione, che ad oggi risulta essere la più accreditata.

Dottoressa Giuliani, è vero che attualmente viene utilizzato un georadar per tentare di individuare il corpo di Roberta Ragusa nel cimitero di Orzignano (Pisa)?
«Si, è vero. Antonio Logli, un paio di giorni dopo la scomparsa della moglie, si è recato presso il cimitero di Orzignano, dove è sepolta la madre di Roberta, affermando che pensasse potesse trovarsi lì per pregare. Alcune testimonianze però lo collocano al campo santo di Pisa, pertanto abbiamo segnalato entrambi i cimiteri. L’automobile dell’uomo rimase ferma nel parcheggio del cimitero per diverso tempo e lui afferma che il mezzo aveva subìto un guasto, pertanto, sostiene di essere stato riaccompagnato a casa da un amico. Logli, in qualità di operaio della Geste, che è una cooperativa comunale, aveva accesso diretto alle chiavi dei cimiteri, oltre che occuparsi anche dello smaltimento di rifiuti speciali. Per questa ragione, gli inquirenti hanno nuovamente preso in mano le segnalazioni che abbiamo fatto, controllando i campi santi. Alcuni giornalisti hanno inoltre trasmesso in televisione alcune immagini che immortalavano le botole aperte degli ossari comuni, dunque di facile accesso. Le indagini sono attualmente ad un punto morto, percui si è reso necessario effettuare i controlli su questi elementi, tralasciati in passato».

La testimonianza di Loris Gozi, che afferma di aver visto Antonio Logli sostare con la sua automobile in strada la notte della scomparsa di Roberta ed ipotizza che abbia litigato lei in via Gigli, aggrava la situazione dell’indagato?
«Servirebbero ulteriori testimonianze o delle prove che confermino gli indizi. Gozi viene sostenuto dalla sua famiglia, pertanto dovrebbero farsi avanti testimoni estranei all’uomo, per poter ottenere una serie di indizi che forniscano un quadro della situazione. Alcune testimonianze sono spuntate dopo quella di Gozi, ma dovranno essere verificate. Per il momento, non ci sono prove contro Antonio Logli, anche se le diverse ipotesi riconducono a lui».

Nel mese di Marzo sono state diffuse notizie secondo le quali gli inquirenti avrebbero ritrovato degli oggetti appartenuti a Roberta Ragusa, è vero?
«Assolutamente no. Non è stato rinvenuto alcun oggetto appartenuto a Roberta. Il caso ha una forte presa mediatica, è possibile che sia stata creata la notizia ad-hoc per attirare audience».

Secondo la sua ricostruzione, cos’è accaduto a Roberta Ragusa?
«Con i miei collaboratori, siamo stati i primi a sostenere che Roberta Ragusa sia morta fuori casa. Logli potrebbe aver detto una mezza verità, se si fosse effettivamente recato dalla famiglia Gozi raccontando che la donna aveva battuto la testa. Roberta teneva un’agenda, sulla quale appuntava ciò che avrebbe dovuto fare il giorno seguente ed abbiamo trovato un insolito appunto inerente ad un evento già accaduto: si tratta dell’unico riferimento al passato presente in tutta l’agenda. La donna ha scritto: “Tragedia… Caduta dalle scale”, lasciando dei dubbi, ma Roberta stessa ci fa comprendere che si è trattato di un evento accidentale. La lista della spesa, poi, racconta molto della dinamica psico-criminologica della sera in cui è avvenuta la scomparsa. Il fatto che fosse scritta con due biro di colore diverso, ci lascia intendere che forse, Roberta, potrebbe aver origliato la telefonata di Antonio Logli con Sara Calzolaio avvenuta in soffitta, tornando poi cucina a scrivere, afferrando la prima penna che le è capitata sotto mano. La scrittura, sulla quale è stata fatta una perizia, è di Roberta ed evidenzia che, in un secondo momento, la donna si trovava in stato di malessere ed agitazione: la prima parte è scritta in modo ordinato e rispecchia tranquillità, la seconda parte fa capire che è accaduto qualcosa. E’ probabile che Roberta volesse cogliere il marito sul fatto, magari origliando la chiamata all’amante. Successivamente, Logli si potrebbe essere recato in autoscuola ed è possibile che Roberta lo abbia seguito, forse con la speranza di capire chi era l’amante del marito. La famiglia aveva l’abitudine di lasciare fuori dalla porta le scarpe, prima di entrare in casa, ed il paio utilizzato da Roberta il giorno precedente alla scomparsa, è rimasto lì. La donna si è preoccupata di andare a cercare ed indossare delle calzature da ginnastica. Questo è un dettaglio che può far intendere che, probabilmente, Roberta intendeva non fare rumore mentre cercava di capire con parlasse il marito al telefono. La chiamata di Logli, dunque, si interrompe, ma poi, l’amante Sara Calzolaio viene raggiunta nuovamente da una chiamata, che dura pochi secondi. E’ possibile che Roberta abbia colto Logli e fatto partire l’ultima telefonata per scoprire l’identità di chi si trovava all’altro capo del telefono. Forse per non far udire ai genitori di Logli la litigata insorta, i due potrebbero essersi allontanati, raggiungendo poi Via Gigli, dove sarebbe accaduto qualcosa a Roberta. Quest’ultimo fatto potrebbe agganciarsi con la testimonianza di Gozi».

La lista della spesa rappresenta quindi un importante elemento nelle indagini?
«La lista, che ho avuto modo di vedere durante un incontro informale, ci fa capire che Roberta, da tranquilla, è passata ad uno stato di agitazione. Antonio Logli, dopo la scomparsa, si è recato da un amico e sono state allertate le autorità di San Giuliano. Prima di uscire di casa per sporgere denuncia, si è preoccupato di portare con sè questa lista».

Ci sono prove a carico di Sara Calzolaio?
«L’amante di Antonio Logli è stata iscritta nel registro degli indagati affinchè le autorità potessero controllare la sua automobile. Non ci sono prove a suo carico, potrebbe non aver raccontato che l’ultima telefonata era stata fatta da Roberta, se effettivamente quella chiamata di pochi secondi era stata fatta dalla donna».

Dottoressa, come è si mossa sul caso di Roberta Ragusa?
Il 13 Giugno 2012, insieme al  Dott. Fabrizio Mignacca, psicologo psicoterapeuta con il quale ho collaborato come consulente dell' "Associazione Per Roberta", fondata dalle amiche della donna, consegnammo il dossier da noi redatto al sostituto procuratore di Pisa, Aldo Mantovani. Il dossier contiene gli elementi da noi ritenuti importanti ai fini dell' indagine e le testimonianze delle amiche di Roberta Ragusa. Per noi, si è trattato di un omicidio preterintenzionale, ovvero un incidente.

(Foto da donna10.it)

Alessia Malachiti 


Autore
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