Stracquadanio: "La sinistra vince sul web perchè non lavora"
Politica Lazio

Stracquadanio: "La sinistra vince sul web perchè non lavora"

mercoledì 15 giugno, 2011

ROMA, 15 GIUGNO - Giorgio Stracquadanio, il senatore del Pdl che circa due mesi fa si rese protagonista ad Annozero di una querelle di circa venti minuti con il conduttore Michele Santoro, analizza così le recenti vittorie della sinistra. [MORE]

“Perché su internet noi non vinciamo? Ma scusate ragazzi, hanno un esercito che alle 2 di pomeriggio va a casa e non fa nulla, perché il loro blocco sociale è l’impiego pubblico! […] Dalle 2 alle 10 di sera, hai voglia il casino che monto in piedi se sto anch’io tutto il giorno dietro alla tastiera. Peccato che io debba votare in commissione, scrivere magari qualche articolo un po’ ragionato…”. Questa è la minuziosa analisi dei fatti e dei risentimenti della popolazione che hanno portato al disastro delle Amministrative e del referendum. Ottimo modo per prendere coscienza degli errori della maggioranza.

Le parole di questo esponente del Pdl sono il chiaro sintomo di un’arretratezza della classe dirigente italiana. Mentre in Nord Africa ed in Medio Oriente i social network sono strumenti di ribellione contro la dittatura e mezzi di libera informazione nonché veicoli del cambiamento, in Italia non si conosce la Rete e non si comprende il suo preponderante ruolo. E purtroppo l’ignoranza non è solo dalla parte dei politici. I luoghi comuni riguardanti l’espressione di idee politiche sul web sono innumerevoli e il pensiero della inutilità o della perdita di tempo (di chi tempo ne ha tanto e ne ha da perdere) dell’utilizzo di tali mezzi di comunicazione è diffuso.

Non si riesce ancora a comprendere che, in un paese come l’Italia, dove la libertà di stampa non è totale e non è quella tipica di un paese democratico, mezzi come Facebook o Twitter costituiscono una risorsa fondamentale per strati sociali che non sono altrimenti tutelati, come giovani, studenti, precari o ricercatori, per idee che sono oscurate, ostacolate, se non addirittura censurate. I cittadini sono stanchi di una politica lontana dal popolo, gerarchizzata, verticale. Le decisioni ottriate fanno ormai parte di un’altra epoca e il vento del cambiamento di cui tutti parlano probabilmente rigurda anche il modo di fare politica. La sovranità appartiene al popolo e tale deve rimanere. E se i social network possono essere d’aiuto ad una partecipazione di tutti (ricordiamo l’affluenza boom dell’ultimo referendum e un quorum che non si raggiungeva da ben 16 anni) allora ben vengano i social network.

Non si tratta più di destra o sinistra, si tratta di movimenti politici che riescono ad avvicinarsi ai cittadini. Più il cittadino si sentirà partecipe, più potrà intervenire in prima persona per migliorare la società. Solo così l’Italia potrà continuare a percorrere la strada della Democrazia e le istituzioni potranno rimanere al passo con l’evoluzione dell’intera società civile.

Filomena Maria Fittipaldi


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