World Economic Forum, l'Italia 43esima nella classifica della competitività mondiale
Economia

World Economic Forum, l'Italia 43esima nella classifica della competitività mondiale

mercoledì 7 settembre, 2011

ROMA, 07 SETTEMBRE 2011- In base al Global Competitiveness Report 2011-2012 realizzato dal World Economic Forum, l’Italia guadagna qualche posizione salendo dalla quarantottesima alla quarantatreesima. Come si legge nel report, “L'Italia resta il paese del G7 con il ranking più basso. Il paese continua a far bene nelle aree più complesse misurate dall'indicatore, in particolare la raffinatezza del tessuto imprenditoriale, che la pone al ventiseiesimo posto, grazie alla produzione di beni di elevato valore con uno dei sistemi imprenditoriali migliori del mondo (secondo posto). L'Italia beneficia inoltre del nono mercato del mondo che le consente significative economie di scala”.[MORE]


Nel rapporto si sottolinea il fatto che la competitività italiana è condizionata dalla presenza di debolezzi strutturali, quali la rigidità del mercato del lavoro, “con un'efficienza del mercato del lavoro che la pone al 123/mo posto, bloccando la creazione di nuovi posti, e i mercati finanziari non sono abbastanza sviluppati da fornire i fondi necessari per lo sviluppo delle imprese (97/mo posto)”.


Il rapporto del Wef evidenzia anche altre debolezze istituzionali quali gli alti livelli di corruzione e di crimine organizzato e una mancanza di indipendenza percepita nel sistema giudiziario, che aumenta i costi per le imprese e mina la fiducia degli investitori. Sotto questo profilo, l’Italia risulta posizionata all’88/mo posto.
 

Per quanto riguarda il resto della classifica, il paese più competitivo del mondo è la Svizzera. Secguono nella top ten: Singapore,Svezia, Finlandia, Usa, Germania, Olanda, Danimarca, Giappone e Regno Unito. Nelle ultima posizione (corrispondente alla centoquarantaduesima) troviamo Ciad. Penultimo e terzultimo Haiti e il Burundi.

 

A questo report, si aggiungono anche le previsioni diffuse oggi dal Fondo Monetario Internazionale, il quale ha provveduto a tagliare di nuovo le proprie stime di crescita riguardanti l’Italia: una crescita del Pil 2011 dello 0,8%, invariata rispetto alle ultime previsioni datate 17 agosto; mentre per il 2012 si aspetta che il Pil avanzi non più dello 0,7% ma dello 0,5%.

 

Rosy Merola
 


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