9 ottobre 1967, a 50 anni dalla morte del "Che"
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9 ottobre 1967, a 50 anni dalla morte del "Che"

lunedì 9 ottobre, 2017

ROMA, 9 OTTOBRE - Ernesto Guevara de la Serna, meglio noto oggi come “Che Guevara”, fu giustiziato in Bolivia il 9 ottobre 1967. Uomo, medico, guerrigliere, ma soprattutto una delle figure centrali della rivoluzione cubana e icona della sinistra.[MORE]


Nato a Rosario il 14 giugno 1920, primo di cinque figli in una famiglia benestante, frequentò gli studi di medicina (si pensa per conoscere meglio il suo asma cronico). Nel 1949, adattò alla sua bicicletta un piccolo motore e il 1° gennaio dell’anno successivo partì per un viaggio in solitaria nelle province del nord dell’Argentina. A questo viaggio ne seguirà un successivo nel 1952, compiuto con l’amico Alberto Granado a bordo di una Norton 500 del 1939, motocicletta che passerà alla storia come “La poderosa”.


In Guatemala conobbe l’economista Hilda Gadea che sposò nel 1955, da cui ebbe la prima dei suoi cinque figli. Gli altri quattro però nasceranno dal suo secondo matrimonio nel 1959, con la rivoluzionaria cubana Aleida March Torres.


Intanto nel 1955, Ernesto Guevara conobbe Fidel Castro. Tra i due nacque una profonda amicizia, accomunata dalla stessa prospettiva di lotta. L’incontro con Fidel toccò così nel profondo Guevara da portarlo a scrivere una lirica epica dedicata all’amico che viene definito “ardente profeta dell’aurora”. I barbudos, invece, chiamavano Ernesto “El Che” a causa della sua abitudine argentina di chiamare tutti mettendo il “che” davanti.


Dopo un addestramento che lo portò a conoscenza delle tattiche militari, i due rivoluzionari organizzarono il primo attacco a cui fece parte Che Guevara, contro la dittatura di Batista. Era il 25 novembre 1956 quando si imbarcarono per quella che venne definita “La spedizione di Granma”. Purtroppo, l’esito fu negativo a causa del ritardo con cui sbarcarono sull’isola caraibica.


I sopravvissuti dell’ultima spedizione, tra cui Fidel e il Che, si stabilirono lungo la catena montuosa Sierra Maestra, da cui lanciarono attacchi mirati alle truppe nemiche. Gli attacchi continuarono per giorni, fino a quando ottennero la vittoria. Era il 31 dicembre 1958, quando il Che, alla testa dell’ottava colonna “Ciro Redondo”, arriva dopo 47 giorni e 554 chilometri a piedi a condurre i suoi uomini fino a Santa Clara per impadronirsi della città al centro di Cuba. Tutto questo mentre le truppe di Fidel Castro conquistavano Santiago nella parte orientale dell’isola. I due amici avevano conquistato Cuba.


Dopo la marcia per le strade de l’Avana, il Che entro nel nuovo governo rivoluzionario ed ottenne la cittadinanza cubana per nascita. Divenne presidente della Banca Centrale di Cuba firmando le banconote con il nome “Che”. Iniziò a viaggiare nei paesi del blocco sovietico per stringere accordi commerciali, ma pian piano la sua posizione nei riguardi dell’Unione Sovietica divenne molto critica.


La sua ultima avventura è stata quella in Bolivia. Il 3 novembre 1966, arrivò sotto mentite spoglie a La Paz, per appoggiare la lotta popolare contro il governo del presidente Renè Barrientos Ortuño. Purtroppo però, la sua permanenza durò poco, meno di un anno: il 7 ottobre venne catturato a cinque chilometri dalla città de La Higuera.


La sentenza di morte arrivò a meno di 48 ore dalla cattura. Fu lo stato maggiore boliviano con il presidente Barrientos ad optare per la pena di morte. Il 9 ottobre 1967, alle ore 13:10, il sergente Mario Teràn eseguì la condanna.


Dopo aver cercato di farla passare come una morte sul campo di battaglia, il governo boliviano fu costretto a far trapelare la verità. Le foto scattate al cadavere di Che Guevara fecero il giro del mondo.


Oggi le sue spoglie sono deposte assieme ai suoi compagni di lotta, nel mausoleo di Santa Clara, a Cuba.

Giovanni Napolitano

Fonte Immagine: twing.com

 


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