MESSINA - Inquietanti scenari di mala sanità italica prendono forma dopo la scandalosa lite che la scorsa settimana ha coinvolto Antonio De Vivo, medico curante di una donna in stato interessante e assegnista universitario e Vincenzo Benedetto, ricercatore universitario e medico di turno.
La vicenda che li ha visti protagonisti, ricordiamo, si basa su una ipotesi accusatoria per cui i due medici, troppo occupati a litigare sul tipo e sulle modalità dell’intervento, avrebbero trascurato la partoriente procurando gravi danni alla partoriente e al suo bambino.
Il piccolo per due volte è andato in arresto cardiaco, con probabili danni cerebrali ancora da valutare. La mamma un’ora dopo il parto ha invece accusato un’emorragia ed è stata operata una seconda volta, per l’asportazione dell’utero. Ormai la donna ed il bambino sono fuori pericolo (eventuali danni celebrali a parte) ma il procuratore aggiunto Ada Merrino e il sostituto procuratore Federica Rende hanno avviato un’inchiesta.[MORE]
Il Policlinico di Messina è adesso al centro della bufera: i carabinieri del Nas al termine di un’ispezione nei reparti della struttura sanitaria, su incarico del ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, hanno riscontrato “Pericolose” carenze igienico-sanitarie. Gli inquirenti hanno riscontrato carenze agli impianti sia sul piano strutturale che tecnico e le hanno definite tali da “costituire pericolo per la salute dei degenti e del personale operante, in violazione alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e di degenza”. Inoltre, la presenza di farmaci abbandonati nelle corsie dei reparti e il “mancato rispetto dei percorsi sporco-pulito”. Questo solo nella prima ispezione di questa mattina, poiché ancora nei prossimi giorni sono in programma altre indagini nella struttura. Sono emerse infatti altre inquietanti vicende che coinvolgerebbero la struttura nella vicenda di una donna costretta ad espellere il feto in bagno per mancata assistenza dei medici che, secondo l’accusa, non sarebbero intervenuti perché obiettori di coscienza. Infine è stata disposta anche un’inchiesta per la morte sospetta di una sessantenne. Ancora, secondo la stessa ammissione del direttore della struttura, Giuseppe Pecoraro, molti medici farebbero un uso privato della struttura pubblica, creando così diverse situazioni di irregolarità e di difficoltà.