Cronaca

Bolzano, rigido calendario per chiusure dei negozi: domeniche in centro nuovamente deserte

BOLZANO, 12 FEBBRAIO 2013- Da due settimane, oramai, la domenica bolzanina è tornata simbolo di negozi chiusi e strade deserte. Ai (pochi) passanti che si aggirano per il centro, non resta che optare per un caffé in uno dei rari bar ancora aperti, specie se il tempo grigio non invita a una passeggiata sul fiume Talvera.


Riecco la normalità, insomma, verrebbe da dire; eppure, stando a quanto si legge sui vari giornali locali, lo sconcerto è stato forte tra quel centinaio di potenziali clienti che, domenica 28 gennaio, si sono ritrovati per la prima volta dopo qualche mese a poter guardare solo le vetrine di esercizi commerciali dalle porte blindate.[MORE]


Un cartello scritto a mano, e l'Eurospa di Via Museo diventa "chiuso alla domenica"; gli orari delle grandi catene, invece, non sono ancora stati corretti. Tutti, compreso il gruppo Coin-Oviesse-Upim, che negli scorsi giorni ha presentato un ricorso al Tar, hanno deciso di tenere il profilo basso, e non protestare troppo vivamente contro il nuovo, rigido calendario di chiusure imposto da Comune e Provincia.


Fermi anche Zara e H&M, i nuovi arrivati che finora avevano sempre scelto di lavorare la domenica: le sanzioni per chi non si attiene alle regole, sono pesantissime (variano tra i 588 e i 3526 euro), e alla terza infrazione, arriva la chiusura temporanea dell'esercizio.


Non tutti, ovviamente, sono d'accordo; secondo molti a contare dovrebbero essere le liberalizzazioni del governo Monti, valide in tutto il resto d'Italia, e ai negozianti stessi dovrebbe essere lasciata la libertà di stabilire gli orari di apertura. Eppure, la scelta della Provincia di imporre paletti ha riscosso grande successo tra moltissimi comuni altoatesini e numerose associazioni di categoria.


Sono ancora vivi, infatti, gli echi della lunga protesta di Confesercenti "Libera La Domenica", iniziativa appoggiata dalla Conferenza Episcopale Italiana che aveva indetto una campagna di raccolta firme per una legge che riportasse a livello regionale le decisioni sulle aperture domenicali. Secondo il responsabile Paolo Pavan, le decisioni del Governo Monti potrebbero avere effetti catastrofici sul commercio, e portare alla sparizione dei piccoli commercianti.


D'accordo anche Walter Amor e Arno Komatscher del Consorzio dei Comuni, convinti che ulteriori liberalizzazioni potrebbero aggravare, invece che risolvere, i problemi legati alla crisi economica. Per ora, insomma, non resta che pianificare domeniche alternative in attesa della bella stagione, lontano da strade vuote dove persino trovare un posto per bere una cioccolata calda può diventare un impresa.

(immagine da: www.altoadige.geolocal.it)

Simona Peluso