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Bufera per il killer di Londra in libertà, Isis rivendica attentatore London Bridge

LONDRA 1 DICEMBRE - L'Isis ha rivendicato l'attacco a Londra. Lo riferisce il Site, sito di monitoraggio della galassia jihadista, spiegando che report dello Stato islamico definiscono l'aggressore del London Bridge un suo "combattente".
Usman Khan, l'attentatore di London Bridge, aveva partecipato nei mesi scorsi ad un programma governativo di deradicalizzazione e riabilitazione di detenuti estremisti. L'uomo, 28 anni, era in libertà vigilata dopo una condanna per terrorismo. Il governo ha assicurato di voler far chiarezza sulla mancata vigilanza sul killer dopo la scarcerazione anticipata.

Attacco a Londra - il racconto del cronista dell'ansa.  Khan, che ieri ha accoltellato i passanti uccidendone due e ferendone altri tre prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia, era stato condannato nel 2012 e rilasciato a dicembre 2018 "su licenza", il che significa che avrebbe dovuto soddisfare determinate condizioni o sarebbe tornato in carcere. Diversi media britannici hanno riferito che indossava un braccialetto elettronico alla caviglia.

L'uomo, residente nello Staffordshire, in Inghilterra, ma di origini pachistane, avrebbe dovuto scontare una pena di 16 anni. Ma era stato rimesso in libertà condizionata dopo neppure 7 anni, tanto da poter partecipare ieri a una conferenza sulla riabilitazione dei detenuti.

Intanto il governo Tory di Boris Johnson assicura per bocca di Brandon Lewis, viceministro dell'Interno e responsabile del portafogli della Sicurezza Nazionale, di voler far chiarezza sulla mancata vigilanza sul killer. "Dobbiamo e vogliamo fare una valutazione completa" del suo dossier, per "trarre la lezione del caso", ha dichiarato Lewis, pur negando che l'episodio possa essere considerato un fiasco delle autorità politiche o degli organi di sicurezza. Johnson punta semmai il dito sul sistema giudiziario e sugli sconti di pena, e già ieri ha definito "un errore consentire a criminali violenti di uscire di prigione in anticipo".

Intanto, secondo quanto scrive il Mail Online, uno degli eroi che ieri hanno bloccato l'assalitore e cercato di salvare la vita ad una delle vittime dell'attacco è un omicida in libertà vigilata. L'uomo è James Ford, un 42enne condannato all'ergastolo nell'aprile del 2004, con un minimo di 15 anni da scontare, per l'omicidio di Amanda Champion, una ragazza di 21 anni con difficoltà di apprendimento. Fonti del governo hanno confermato che Ford si trovava ieri sul London Bridge al momento dell'attentato. Un attacco che ha seminato sangue e terrore nel cuore di Londra a meno di due settimane dalle elezioni britanniche.

Khan è stato bloccato da alcuni passanti e freddato dalla polizia. Un'esecuzione, all'apparenza, giustificata però dal minaccioso giubbotto indossato dal killer: qualcosa che aveva tutta l'aria d'un gilet esplosivo e solo dopo i primi test gli investigatori hanno individuato come fasullo.

Libertà vigilata dopo una condanna per terrorismo

L'Isis ha rivendicato l'attacco a Londra. Lo riferisce il Site, sito di monitoraggio della galassia jihadista, spiegando che report dello Stato islamico definiscono l'aggressore del London Bridge un suo "combattente".
Usman Khan, l'attentatore di London Bridge, aveva partecipato nei mesi scorsi ad un programma governativo di deradicalizzazione e riabilitazione di detenuti estremisti. L'uomo, 28 anni, era in libertà vigilata dopo una condanna per terrorismo. Il governo ha assicurato di voler far chiarezza sulla mancata vigilanza sul killer dopo la scarcerazione anticipata.

Khan, che ieri ha accoltellato i passanti uccidendone due e ferendone altri tre prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia, era stato condannato nel 2012 e rilasciato a dicembre 2018 "su licenza", il che significa che avrebbe dovuto soddisfare determinate condizioni o sarebbe tornato in carcere. Diversi media britannici hanno riferito che indossava un braccialetto elettronico alla caviglia.

L'uomo, residente nello Staffordshire, in Inghilterra, ma di origini pachistane, avrebbe dovuto scontare una pena di 16 anni. Ma era stato rimesso in libertà condizionata dopo neppure 7 anni, tanto da poter partecipare ieri a una conferenza sulla riabilitazione dei detenuti.

Intanto il governo Tory di Boris Johnson assicura per bocca di Brandon Lewis, viceministro dell'Interno e responsabile del portafogli della Sicurezza Nazionale, di voler far chiarezza sulla mancata vigilanza sul killer. "Dobbiamo e vogliamo fare una valutazione completa" del suo dossier, per "trarre la lezione del caso", ha dichiarato Lewis, pur negando che l'episodio possa essere considerato un fiasco delle autorità politiche o degli organi di sicurezza. Johnson punta semmai il dito sul sistema giudiziario e sugli sconti di pena, e già ieri ha definito "un errore consentire a criminali violenti di uscire di prigione in anticipo".

Intanto, secondo quanto scrive il Mail Online, uno degli eroi che ieri hanno bloccato l'assalitore e cercato di salvare la vita ad una delle vittime dell'attacco è un omicida in libertà vigilata. L'uomo è James Ford, un 42enne condannato all'ergastolo nell'aprile del 2004, con un minimo di 15 anni da scontare, per l'omicidio di Amanda Champion, una ragazza di 21 anni con difficoltà di apprendimento. Fonti del governo hanno confermato che Ford si trovava ieri sul London Bridge al momento dell'attentato. Un attacco che ha seminato sangue e terrore nel cuore di Londra a meno di due settimane dalle elezioni britanniche.

Khan è stato bloccato da alcuni passanti e freddato dalla polizia. Un'esecuzione, all'apparenza, giustificata però dal minaccioso giubbotto indossato dal killer: qualcosa che aveva tutta l'aria d'un gilet esplosivo e solo dopo i primi test gli investigatori hanno individuato come fasullo.

Lo spettro è tornato materializzarsi in un venerdì non qualsiasi, nel pieno dello shopping del Black Friday, fra residenti, turisti e impiegati di una delle aree più vibranti della capitale del Regno: già colpita nel 2017, l'anno recente più cruento sull'isola sul fronte dell'allerta terrorismo, dal micidiale accoltellamento collettivo orchestrato un sabato sera da un terzetto di giovani musulmani radicalizzatisi nei ghetti dell'est londinese. Questa volta, stando alle prime indagini, a innescare la furia dell'odio è stato invece un singolo individuo, scagliatosi lama alla mano su chi gli è capitato a tiro su quel ponte. L'allarme è stato dato verso le 14 locali, le 15 in Italia, con l'intervento nel giro di 5 minuti delle prime pattuglie di agenti, mentre dei coraggiosi passanti si erano già lanciati sull'aggressore per fermarlo. Le immagini degli immancabili video amatoriali sono poi rimbalzate a raccontare l'orrore in presa diretta: i fendenti, la lotta di alcune persone con l'uomo, l'arrivo dei poliziotti, gli spari, l'assalitore a terra, i proiettili finali quasi come colpi di grazia.