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Dissidente tibetano si dà fuoco in India

 NEW DELHI, 28 MARZO 2012 - Jampa Yeshi, un giovane tibetano di 26 anni in esilio in India, si è dato fuoco per protesta lunedì nella capitale indiana, poco lontano dal Parlamento in piena seduta. Il ragazzo è ora ricoverato in ospedale, in condizioni gravissime. Testimoni parlano di una vera e propria torcia umana, che ha percorso diverse decine di metri prima di accasciarsi a terra. L'episodio è avvenuto in occasione di una manifestazione di diverse centinaia di persone contro il presidente cinese Hu Jintao, che è atteso a breve in India in visita ufficiale.[MORE]

Un altro caso simile si era verificato pochi mesi fa nello stesso paese, dove risiedono 120mila tibetani e il governo in esilio. Secondo il NY Times, decine sono inoltre le immolazioni avvenute in Cina nell'ultimo anno come manifestazione estrema di dissenso contro il regime. Ma la censura in quei casi ha impedito che le immagini dei suicidii trapelassero in Occidente. Questa volta, la storia è stata diversa, e le foto di Yeshi avvolto dalle fiamme hanno fatto il giro del mondo.

Le autorità di Pechino, supportate dalla legge vigente nella Repubblica Popolare, hanno equiparato il gesto a un atto di incitamento al terrorismo, a sua volta fomentato dal leader spirituale Dalai Lama. Quest'ultimo, dal canto suo, si è detto scioccato da questi episodi, ma ha sottolineato come essi riflettano la disperazione di un popolo sottoposto a un potere che ne reprime duramente le specificità religiose e culturali.

Michele Barbero

(Immagine da Lapresse)