Draghi: QE funziona e la ripresa economica sta prendendo slancio. Attenzione al protezionismo
Economia Campania

Draghi: QE funziona e la ripresa economica sta prendendo slancio. Attenzione al protezionismo

sabato 26 agosto, 2017

FRANCOFORTE, 26 AGOSTO - All'incontro annuale di Jackson Hole, che si tiene da lunedì tra i banchieri centrali di tutto il mondo, il governatore della BCE Mario Draghi ha difeso la sua politica monetaria ultra-espansiva, nota anche come "quantitative easing"; ed oggi, all’ultimo meeting, ha affermato come questa politica stia funzionando ”molto bene”, ma al tempo stesso avverte che l'inflazione non è ancora vicina al target del 2% e per questo la Bce deve restare in allerta; serve cautela prima di rimuovere gli stimoli di politica monetaria messi in campo in Europa contro la crisi. E mette in guardia dai rischi del protezionismo che può frenare la crescita mondiale. Le autorità dovrebbero fare attenzione a non riaccendere "gli incentivi che hanno portato alla crisi": "Non è mai un buon momento per regole permissive, in alcuni casi sono totalmente inopportune", afferma il presidente della Bce facendo eco alle parole pronunciate poco prima dalla numero uno della Fed.[MORE]

Dopo le parole del presidente della Bce l'euro è volato ai massimi dal 2015.

Il presidente della BCE ha detto che i progressi dell'economia mondiale sono evidenti, "la ripresa globale si sta consolidando", ma di più negli Usa, mentre in Europa "si deve ancora consolidare", la crescita c'è, mentre l'inflazione non è dove dovrebbe essere. Il suo ruolo, come banchiere centrale, è valutare "non solo come stabilizzare l'economia, ma anche su come renderla più dinamica, migliorando al tempo stesso il benessere della popolazione". E per far questo c'è una strada da seguire - quella dell'apertura dei mercati, del libero scambio e della cooperazione multilaterale, e c'è una strada da evitare, quella del ritorno al protezionismo che "costituirebbe un grave rischio per la crescita potenziale dell'economia globale". C'è infine un assunto di base: non bisogna cedere alla tentazione di allentare le regole: "Un regime regolatorio forte come quello che abbiamo ora ha consentito alle economie di sopportare un lungo periodo di tassi bassi senza effetti collaterali sulla stabilità finanziaria". Secondo Draghi "non è mai un buon momento per regole permissive, e ci sono alcuni momenti in cui sono molto inopportune".

Poco prima del discorso di Draghi, Janet Yellen si era schierata in difesa delle regole introdotte dopo la crisi finanziaria, mettendo in guardia su possibili modifiche, ventilate anche dal presidente Usa Donald Trump.
Il presidente della FED difende la riforma di Wall Street, e respinge seccamente l’approccio del presidente Donald Trump e del Congresso a maggioranza repubblicana per un allentamento delle regole. Termina il discorso con invito a non lasciarsi andare a eccessivi ottimismi, perché "non possiamo essere sicuri che non ci saranno nuove crisi", ma se "ci ricordiamo i danni" che l'ultima ha creato e "agiamo di conseguenza, possiamo sperare che il sistema finanziario e l'economia sperimenteranno meno crisi e recupereranno più velocemente risparmiando le famiglie e le aziende dalle difficoltà" rispetto a dieci anni fa. Il destinatario (mai nominato) delle parole della Yellen è Donald Trump e le sue promesse di riforma della finanza: per la governatrice il sistema finanziario è "sostanzialmente" più sicuro e qualsiasi cambio alle regole decise dopo la crisi finanziaria dovrebbe essere "modesto". Arriva anche una difesa a spada tratta della riforma di Wall Street, anche se "c'è ancora lavoro da fare". Perché se anche la Dodd-Frank è diventata legge nel luglio 2010 sotto la presidenza Obama, molte riforme "sono state adottate solo recentemente, i mercati continuano ad adattarsi e le ricerche restano limitate". A Trump, Yellen fa pervenire il messaggio che la Banca centrale Usa "è impegnata a valutare dove le riforme stanno funzionando e dove miglioramenti sono necessari per mantenere nel modo più efficiente possibile un sistema finanziario resiliente". Per questo all'amministrazione repubblicana in carica, lei (che è una democratica) ha mandato a dire che "qualsiasi aggiustamento alle regole dovrebbe essere modesto e dovrebbe preservare l'aumento della resilienza" dei grandi istituti finanziari.

Anche Draghi sembra rivolgersi indirettamente a Trump e alla sua politica dell"America First', con un occhio però anche alle tendenze protezionistiche che riemergono in Europa. Il protezionismo pone "seri rischì: "Gli scambi commerciali aperti sono minacciati", ammonisce il presidente della Bce. "Uno dei temi che l'economia globale si trova ad affrontare è se il trend verso una maggiore apertura dei mercati che ha caratterizzato gli ultimi tre decenni si sta avvicinando alla fine. Le barriere commerciali sono aumentate, passando dal coprire l'1% dei prodotti nel 2000 all'attuale 2,5%, con la crisi che ha accelerato" la tendenza.

L'appello è quindi a una "maggiore cooperazione multilaterale in grado di rispondere ai timori di sicurezza ed equità" legati alla globalizzazione: "Incoraggiando una convergenza delle regole, è possibile proteggersi dagli effetti non graditi dei mercati aperti. E la 'protezione' assicura il non scivolare nel 'protezionismo'", aggiunge Draghi. Chiudere gli scambi commerciali rischia di avere un impatto negativo sul "potenziale di crescita", che va invece rafforzato aumentando la produttività con scambi commerciali aperti e con flussi di investimenti aperti.

Se l'euro è volato ai massimi dal 2015 dopo l'intervento di Draghi, superando quota 1,19 sul dollaro, gli investitori dovranno invece attendere settembre per capire come la Bce e la Fed intendono procedere.

A Jackson Hole si manifesta l'asse tra la Federal Reserve e la Banca centrale europea. Ma chi si attendeva da Draghi e Yellen chiarimenti sulle prossime mosse delle due banche centrali è rimasto deluso: hanno entrambi optato per interventi di carattere più politico, che sembrano puntare alla Casa Bianca di Trump.

Fonte immagine: dagospia.com

Alessia Panariello

 


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