Estero

Gerusalemme Capitale - l'Onu boccia la decisione di Trump

NEW YORK CITY, 21 DICEMBRE – L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (principale e più rappresentativo organo istituzionale dell’ONU, la cui missione è quella di prendere decisioni finalizzate al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale) ha condannato a larghissima maggioranza la decisione dell’amministrazione Trump di spostare l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme, con l’implicito riconoscimento della Città Santa quale Capitale di Israele. [MORE]

Contro la risoluzione proposta dagli Stati Uniti – che avevano esplicitamente minacciato di rappresaglia i Paesi che si sarebbero espressi contro di loro – hanno votato in 128, mentre in 9 hanno votato a favore e 35 si sono astenuti. In particolare, dal tabellone del conteggio dei voti emerge che sarebbero stati d’accordo Guatemala, Honduras, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Palau, Togo e ovviamente Israele e Stati Uniti. La convocazione dell’Assemblea Generale era stata richiesta dai rappresentanti di Turchia e Yemen, a seguito del veto posto il 19 dicembre dagli Stati Uniti ad una bozza di risoluzione simile proposta dall’Egitto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. In effetti, nel Consiglio di Sicurezza (che delibera in riferimento a minacce o violazioni della pace od atti di aggressione) i membri permanenti Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti possono bloccare con un solo voto qualsiasi risoluzione.

L’ambasciatore dello Yemen, Khaled Hussein Mohamed Alyemany, presentando il testo della risoluzione, ha definito l’azione di Trump “una palese violazione dei diritti del popolo palestinese e delle Nazioni arabe, nonché di tutti i Musulmani e Cristiani nel mondo”. A seguire, il Ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu, ha attaccato l’atteggiamento di Washington: “Prima di questo incontro, uno Stato membro delle Nazioni Unite ha minacciato tutti gli altri membri, chiedendo a tutti di votare 'no' per non affrontare conseguenze. Noi non ci lasceremo intimidire, il mondo è più grande dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Potete essere forti, ma ciò non vuol dire che abbiate ragione”.

Prima della convocazione dell’Assemblea, infatti, duro e persino minaccioso era stato l’intervento dell’ambasciatrice USA, Nikki Haley: “Gli Stati Uniti sposteranno la propria ambasciata a Gerusalemme ed è questa la cosa giusta da fare. Nessun voto alle Nazioni Unite farà la differenza. Ma questo è un voto che gli Stati Uniti ricorderanno, ricorderanno il giorno in cui sono stati attaccati per aver esercitato un loro diritto da Nazione sovrana. Questo voto farà la differenza su come guarderemo l’Onu ed i Paesi che ci mancheranno di rispetto”. È da ricordare che il voto dell’Assemblea Generale, a differenza di quelli del Consiglio di Sicurezza, pur avendo un forte impatto politico non è in alcun modo vincolante nei confronti dei Paesi membri.

L’ambasciatore israeliano Danny Danon, invece, ha usato se possibile parole ancora più dure per definire la risoluzione dell’ONU: “Questo voto finirà nel secchio della spazzatura della storia. Nessuna risoluzione ci farà uscire da Gerusalemme”. Prevedendo il possibile esito della votazione, inoltre, il Premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva definito le Nazioni Unite “la casa delle bugie”, facendo probabilmente anche riferimento alla risoluzione approvata martedì scorso, con cui la stessa Assemblea Generale aveva affermato ancora una volta di riconoscere il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: ilsole24ore.com