Economia

Governo. Manovra: nuovo taglio al reddito, il Pos scende a 30 euro, il superbonus cambia ancora

Governo. Manovra: nuovo taglio al reddito, il Pos scende a 30 euro, il superbonus cambia ancora. Tensione in commissione alla Camera sull'ipotesi, avanzata dal viceministro Sisto, di portare in manovra misure sui reati fiscali. Scioperi contro la manovra, città a rischio paralisi

Si terrà oggi una riunione di maggioranza sulla manovra cui dovrebbe partecipare anche il presidente del consiglio Giorgia Meloni insieme al ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti e i capigruppo di Camera e Senato. È quanto riferiscono fonti parlamentari. Parallelamente riprenderanno alle 10.30 i lavori della commissione bilancio della Camera sugli emendamenti segnalati. Nel pomeriggio sono attese le proposte di modifica dei relatori e del governo.

Per oggi è atteso il maxi emendamento del governo che l’opposizione teme possa contenere importanti modifiche “last minute”, tra le quali nel testo ci sarebbe l'abbassamento della soglia a 30 euro per l’utilizzo del pos. Ma la misura che sta suscitando le maggiori polemiche e tensioni è l'ipotesi del reddito per gli occupabili per 7 mesi anziché 8, in modo da liberare ulteriori risorse per circa 200 milioni.

Dice Roberto Pella, deputato di Fi e uno dei relatori della manovra: "L'abbassamento della soglia a 30 euro per l'utilizzo del Pos è un'ipotesi allo studio, la stessa presidente Meloni aveva parlato a noi relatori e ai capigruppo di questa trattativa che lei stessa ha portato avanti con l'Europa. La possibilità di scendere ci è stata richiesta".

L'opposizione parlamentare parla, però, di una Manovra classista, indirizzata a chi ha di più. "Il Fondo per il sostegno alla locazione passa da 230 milioni a zero. Stessa sorte per i contributi alla morosità incolpevole, che in Italia causano il 90% dei 150 mila sfratti già esecutivi. Dopo il taglio al Reddito di cittadinanza, un altro colpo del governo ai poveri, già vessati dall'inflazione, dal caro energia e dai prezzi degli affitti". Lo dice Marco Grimaldi, capogruppo in commissione bilancio di alleanza Verdi e Sinistra.

Altro tema aperto è il superbonus

La novità sul superbonus “probabilmente confluirà nel Bilancio perché è un problema di tempi di conversione di questo decreto legge. Se il decreto legge sfora e va nel 2023 per l'approvazione definitiva forse è meglio per tutti”. È la posizione del Governo riportata dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, lasciando la riunione di maggioranza in Senato cui è presente anche il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, sugli emendamenti al Dl Aiuti quater sul tema del superbonus. Sullo sblocco dei crediti, ha aggiunto, resta "la proposta del Governo", che estende da due a tre le cessioni a soggetti qualificati e prevede l'intervento di Sace a garanzia della liquidità delle imprese mentre l'intervento di Cdp, afferma Giorgetti, “non è contemplato in norma”. Per quanto riguarda i termini per la presentazione della Cilas saranno prorogati al 31 dicembre "però con le delibere condominiali bloccate all'11 novembre".Che l’approdo della manovra in commissione Bilancio della Camera non fosse destinato ad un cammino semplice lo si era intuito subito. Fin da prima che, in segno di protesta, il Partito democratico e il Movimento 5 stelle avessero deciso di occupare la presidenza della commissione stessa contro la maggioranza assente. Anche oggi il travagliato percorso della manovra in commissione è proseguito con grande fatica, tra sospensioni, rinvii, ritardi e riunioni di uffici di presidenza in un clima sempre più teso tra maggioranza e opposizione.

Tempi stretti

Il timore più grande è che non si riesca a rispettare la tabella di marcia fissata per scongiurare l’esercizio provvisorio, e che vedrebbe licenziare lunedì il testo da trasmettere all’Aula martedì prossimo. Una vera e propria corsa contro il tempo. Sono infatti 158 gli emendamenti “supersegnalati” alla manovra: 107 quelli della maggioranza, 51 invece quelli dell’opposizione.

Tensione su reati fiscali in manovra

Tensione in commissione alla Camera sull'ipotesi, avanzata dal viceministro Sisto, di portare in manovra misure sui reati fiscali. La 5S Carla Giuliano ha stigmatizzato la scelta anche perché "il governo metterà la fiducia sia qui sia al Senato esautorando il Parlamento". Per il sottosegretario Freni si tratta di "agenzie di stampa" che non valgono quanto "testi depositati": "se e quando dovessero esserci emendamenti, il governo sarà lieto di discuterne". All'attacco il dem Ubaldo Pagano che ha ricordato che si tratta “di un viceministro: se quello che dice vale zero allora valgono zero anche gli accordi fatti finora in commissione”.

Scioperi contro la manovra, città a rischio paralisi

Sciopero generale contro la manovra in 11 regioni, indetto per le prossime ore da Cgil e Uil. Si fermano soprattutto i trasporti, con lo stop di autobus, metro e treni che rischia di mandare in tilt le grandi città, a partire da Roma, Milano e Napoli. Nella capitale manifesteranno anche i pensionati dello Spi-Cgil. Ma la Cisl non ci sta e, non aderendo, certifica la spaccatura tra le principali organizzazioni sindacali. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, rilancia: "Dopo lo sciopero con il Governo Draghi sono avvenute due cose: c'è stata la tassazione degli extraprofitti e si avviò una riduzione del cuneo contributivo. Quindi furono primi risultati parziali". Ora, aggiunge, "c'è una nuova legge finanziaria che in realtà va da un'altra parte". (RaiNews)