Grazia Di Bari annuncia di volersi candidare con AVS alle prossime elezioni regionali, e si scatena l’inferno
La politica dell’inciucio e dell’irriverenza conta si, vincitori e vinti, ma si allontana dal popolo che minaccia scelte astensioniste e sdegno per una politica che non riconosce sé stessa e le esigenze di un popolo allo stremo delle sue forze e della sopportazione. In Puglia si avvicina la data delle elezioni regionali, e il battagliare accentua la sua non nobiltà d’animo. Grazia Di Bari, indegnamente esclusa dalla competizione elettorale da parte dei 5 stelle, movimento a cui ha dato nobiltà politica, rispetto e soprattutto fedeltà, in barba alla decantata onorabilità della politica tanto decantata dai vertici pentastellati, non gli è stato permesso di beneficiare della deroga – adducendo la percentuale del 2 e ½ per difetto e non per eccesso, al fine la candidatura per competere alla regionali prossime, chiudendo le definitivamente le porte, che si sono aperte per l’ex direttore del dipartimento cultura e turismo della Regione Puglia, Aldo Patruno indicato capolista non solo a casa della Di Bari ma anche in quel del collegio Barese. Nulla sulla candidatura di un passionale, eccellente professionista in tema di turismo e cultura, ma non si può di certo far finta di nulla sull’affronto giornaliero nei confronti della politica, che sistematicamente subisce la messa in atto di strategie per non scomparire nel limbo degli inferi. Tutto ciò, francamente, si confà come una sorta di accordo tra Emiliano e Conte che, nel rivendicare la genitura di una nuova via - che appare già vecchia - è diventato un guanto di sfida gettato verso il candidato presidente, Antonio De Caro, non per la corsa già decisa, ma per la rincorsa alle preferenze. L’unica certezza è quella di acquisire voti per dettare condizioni ad oggi mal digerite. Nel considerare emblematica la candidatura di Rosario Cusmai, voluta a tutti i costi anche contro quel decantato rinnovamento o dispotismo tutto De Cariano, Grazia Di Bari di certo non meritava e merita di essere parte della strana strategia che non ha previsto, per lei, neanche l’onore delle armi. Un Conte sempre più lontano dai tempi del perbenismo, più fanatismo che politica, concede spazi sempre più bui e sempre più costellati da irriverenti posizioni che condizionano negativamente, vedi le dimissioni dell’Appendino e le percentuali di consenso ai minimi termini, l’andamento di un movimento che di “NOVA” non è riuscito neppure a consolidare il nome. Grazia Di Bari, che conosce bene la macchina della politica, sempre avversata, a volte anche a discapito del garbo, non di certo poteva restare al palo e nell’indifferenza apparente di molti, ha preso la via di AVS in quota Verdi. Anche se tutto ancora deve avvenire, vista la logica assurda di Angelo Bonelli che, come spesso accade, si lava le mani e lascia fare agli altri non assumendosi in prima persona azioni volte alla crescita di una Federazione, quella dei verdi, che di verde ormai ha solo il simbolo, perlopiù anche sbiadito. La candidatura di Grazia Di Bari, sarebbe un toccasana per AVS e sicuramente una mazzata in testa, per i 5 stelle che potrebbero subire un ulteriore crollo verticale. Questa preoccupazione ha messo in moto più di qualche personaggio verticistico dei 5 stelle e non solo, mettendo in atto azioni di disturbo, telefonate preoccupate, incontri notturni per evitare l’ultimo sole prima dell’inverno. La politica è cosa sempre più rara e la rarità sta nel non scegliere ma favorire le scelte in base a convenienze, strategie, apparentamenti cognitivi, lasciando nei cassetti, seppur professandole, logiche, identità, convinzioni. Tutto orai è merce e la merce si sceglie tra le frattaglie di un popolo che pur di non perdere un amico, lascia il tesoro ai pirati e piange sul latte versato. Machiavelli aveva ragione nel dire: il fine giustifica i mezzi! Speriamo che prima o poi i mezzi forino le gomme e rimangano fermi presso veri rottamatori così da costringere i fautori del viaggio, a sostituire forzatamente i mezzi e farne tesoro, manutendone l’efficienza. Il male non è nel chi o come, ma il perché! Risposta ancor non c’è e - come canta Bob Dylan - caduta nel vento sarà! Che qualcuno la raccolga e non usi più il megafono di Totò per urlare ai sempre meno cittadini “Vota Antonio, vota Antonio”.
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