I cani da guardia della democrazia. Intervista a Santo Iannò

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ROMA, 22 APRILE 2012 - Una passione nata sui nata sui banchi di scuola può durare una vita. Santo Iannò ci mostra il proprio percorso da giornalista, fra buoni maestri, grandi esempi e un’ esperienza frutto di studio e lavoro ma non solo: la convinzione che informare favorisca la libertà di scelta e protegga la democrazia.[MORE]

Sei nato a Benevento, per quali motivi ti sei trasferito a Roma e non sei rimasto in terra campana?

Sono arrivato a Roma per una serie di fortunati eventi: i più importanti sono stati gli stage nelle redazioni di Ansa, Adnkronos e l’Unità che mi hanno fatto conoscere, giornalisticamente, la Capitale. Dove sono rimasto per una scommessa personale: fare il giornalista partendo da zero. Nessuna rete di contatti che mi avrebbe facilitato nel mestiere, cosa che sarebbe accaduta se fossi rimasto nella mia città. Ma che non mi avrebbe aiutato a crescere professionalmente.

Sei un giornalista professionista che inizia il suo percorso guardando le partite del mondiale di calcio negli anni ‘90. Ora ti occupi molto di politica. Ci spieghi come è nato l’interesse politico?

La passione per la politica nasce e cresce con gli anni. Ho iniziato guardando in tv i dibattiti parlamentari, poi sono arrivati gli input della mia professoressa di Latino e Italiano al liceo. Dove ho iniziato a far parte dei collettivi studenteschi, subito dopo i movimenti e alla sinistra giovanile. Fino alla laurea in Scienze politiche. Alla Scuola di giornalismo di Salerno ho capito che mi diverto più a guardare dall’esterno la politica per raccontarla.

Com’è nata la passione al giornalismo?

Il giornalismo l’ho scoperto alle elementari, grazie a una maestra che ci ha insegnato a leggere quotidiani. Poi il mondiale di calcio di Italia ’90 e il contatto con le telecronache di Bruno Pizzul. Dopo soprattutto la voglia di capire la politica.

Quale definizione daresti di giornalismo?

Informare per favorire la libertà di scelta. La definizione del “giornalista cane da guardia della democrazia” è una frase che dovrebbe essere esposta in tutte le redazioni. Il coraggio di raccontare i fatti, tutti, per come sono.

Lavori a Paese Sera, quotidiano online che riprende l'esperienza della storica testata giornalistica. Perché hai deciso di far parte di questa squadra e cos’ha in più rispetto agli altri giornali locali?

È una testata storica, come sottolineavi, ed è in campo con l’ambizione di tornare a conquistare un suo spazio. Una scommessa.

Cos’è la criminalità organizzata?

È una piovra: distorce l’idea di libertà, opprime e condiziona la vita delle persone e di un intero Paese. Perché dalle intimidazioni e dalla violenza si passa al controllo dell’economia. Gli stretti legami con la politica creano quel sistema del “tutto e subito”, la cui strada più veloce è quella dell’illegatlità.

Cosa risponderesti a quelle persone che vivono l’illusione che la mafia al Nord non esiste?

Risponderei con i dati: con le cifre di sequestri beni, arresti e indagini. Con gli articoli di giornale e il numero dei giornalisti sotto scorta. I numeri e i fatti sono inconfutabili.

Esiste una mentalità per poter cambiare le cose?

Continuare ad informarsi sarebbe un buon inizio.

 Giulia Farneti e Alessandro Bertolucci

 

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Scritto da Giulia Farneti

Giornalista di InfoOggi

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