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I genitori di Charlie annullano la richiesta di andare negli Usa: "Non c'è più tempo"

LONDRA, 24 LUGLIO - Troppo tardi per il trattamento. I genitori di Charlie Gard, a sorpresa, hanno oggi ritirato la domanda di portare il figlio negli Stati Uniti, chiudendo il processo. «C'era una finestra di due mesi. Tristemente per Charlie ora è troppo tardi. Il trattamento non offre più chance di successo».[MORE]

Il Congresso degli Stati Uniti d’America aveva concesso la cittadinanza statunitense al piccolo, ricoverato al Great Oromond Street di Londra, al quale i medici britannici intendono sospendere le cure, non ritenendo sussistenti possibilità di guarigione. Anche l’ospedale Bambino Gesù di Roma si era offerto di sottoporre Charlie ad una cura sperimentale.

La storia. Al momento della sua nascita, il 4 agosto del 2016, Charlie Gard era perfettamente sano. Dopo circa un mese, i genitori  notarono però che il bimbo faticava più del normale a muoversi. I dottori scoprirono che ad affliggere Charlie era una malattia genetica rara, una forma di sindrome da deplezione del Dna mitocondriale. Questa malattia provoca un progressivo indebolimento dei muscoli e danni cerebrali; al momento, non esistono cure.

Nell'ottobre del 2016 si manifestarono chiare difficoltà respiratorie: Charlie fu ricoverato al Great Ormond Street Hospital, dove è stato da allora tenuto in vita grazie a macchinari che lo aiutano a respirare e ad assorbire sostanze nutritive. A gennaio del 2017 i genitori di Charlie iniziarono una campagna di crowdfunding per portarlo negli Stati Uniti e sottoporlo a una terapia sperimentale.


Maria Azzarello