Il decreto anticorruzione non ha pace: un nuovo slittamento!

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MILANO, 16 Febbraio 2012 - Il 27 Febbraio doveva essere presentato in Parlamento il decreto anticorruzione, ma il tutto sembra slittare a causa dei troppi emendamenti proposti. Le proteste sono ovviamente scattate non appena è stato annunciato il rinvio. Ecco come si difende Paola Severino, ministro di Grazie e Giustizia,[MORE] al termine dei lavori delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera: «Sul disegno di legge anticorruzione abbiamo chiesto uno spostamento molto contenuto nel tempo». «Nessuno pensa debba esserci un rallentamento dei lavori - spiega il guardasigilli. Partire qualche settimana dopo, con il piede giusto e con un testo che possa soddisfare le esigenze di completamento della materia potrà invece far accadere il contrario».

«Bisogna studiare bene la materia - sottolinea Severino - compresi i numerosissimi emendamenti presentati da tutti i partiti al testo base. Bisognerà trovare la formula giusta per introdurre i cambiamenti e l'apporto costruttivo del governo: escluso il ricorso alla decretazione». Il ministro comunque conferma che il governo «vuole mantenere il contenitore e non buttare via il grande lavoro fatto».

Opposizione netta e vigorosa da parte dell'Italia dei Valori, sempre molto presente e attiva su queste tematiche. Oggi, infatti, ha parlato Massimo Donadi, capogruppo alla Camera: «L'immediata approvazione della legge anticorruzione è di importanza strategica per gli effetti non solo di legalità, ma anche economici. Id Valori chiede certezze su un tema così delicato e urgente e vuole sapere dal governo se ha intenzione di modificare il testo e accogliere gli emendamenti che abbiamo proposto per inasprire e rendere più efficaci le sanzioni, oppure se vuole seguire le orme del passato esecutivo e della vecchia maggioranza, contrari ad accogliere qualsiasi emendamento alla parte penale. Abbiamo sollevato questi temi in commissione - proseguono - senza avere risposta dal ministro Severino».

Infine Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, taglia corto sulle provocazioni del rischio di una nuova Tangentopoli a vent'anni dall'indagini Mani Pulite: «Chi lo dice, dice una fesseria. Il tema della credibilità è ancora aperto, eravamo a un ciclo politico che si chiudeva, si aprì uno scenario del tutto nuovo. A 20 anni non siamo usciti da questa fase di transizione, il tema di una politica credibile e pulita resta il tema, per questo è nato il Partito Democratico, abbiamo cominciato non siamo arrivati all'esito. La risposta al '92 è un sistema politico efficiente e pulito, la risposta non è quella di altre scorciatoie». 

Stefano Villa

(nella foto Paola Severino, da http://www.adnkronos.com/IGN/Assets/Imgs/S/severino_paola161111_adn--400x300.jpg)

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Scritto da Stefano Villa

Giornalista di InfoOggi

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