Politica

Intercettazioni: arriva il sì alla riforma dal Consiglio dei Ministri

ROMA, 29 DICEMBRE- Via libera definitivo del consiglio dei ministri al decreto legislativo che riforma il sistema delle intercettazioni. L’obiettivo del decreto è frenare gli abusi e creare un archivio strettamente riservato custodito dal Pubblico Ministero. Il decreto entrerà in vigore 6 mesi dopo la sua pubblicazione, prevista per gennaio, in Gazzetta ufficiale. La norma che autorizza i giornalisti ad accedere alle ordinanze del gip, invece, entrerà in vigore tra un anno.

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Sarà sempre e solo il pm a conservare in un archivio i verbali e le registrazioni ed entro 5 giorni dalla conclusione delle operazioni, inoltre, dovrà depositare tutti gli atti formando un elenco delle intercettazioni rilevanti. Nel caso di grave pregiudizio delle indagini, il giudice può autorizzare il pubblico ministero a ritardare il momento del deposito. Tuttavia non si deve andare oltre il momento della chiusura dell’inchiesta. Le registrazioni non acquisite conservate nell’archivio del pm potranno essere distrutte.

La riforma introduce un nuovo reato nel codice penale: “diffusione di ripresa e registrazioni di comunicazioni fraudolente” punito con la reclusione sino a quattro anni. Vieta la trascrizione di intercettazioni trascurabili ai fini delle indagini e regola l’utilizzo di virus spia come i Trojan. Questo “per contrastare la criminalità e non per alimentare i pettegolezzi o distruggere la reputazione di qualcuno” come ha spiegato, al termine del Consiglio dei Ministri, il ministro della giustizia Andrea Orlando.

Per quanto riguarda il diritto di difesa gli avvocati potranno avere copia degli atti utili per il processo, dopo il vaglio del Gip. E’ stato ampliato il tempo a disposizione per la consultazione dei verbali di intercettazione (senza però la possibilità di estrarne copia) da parte dei difensori, da 5 giorni si è passati a 10 con la possibilità di richiedere una proroga nei casi più complessi. Infine le conversazioni tra il legale e il suo assistito non potranno mai essere inserite nei brogliacci di ascolto.

Tuttavia gli avvocati penalisti non sembrano essere soddisfatti di questa riforma che secondo l’avvocato Rinaldo Romanelli, componente della giunta dell’Unione delle camere penali, il Consiglio dei ministri non ha avuto il coraggio necessario per fare una vera riforma ma ha solo apportato “modifiche di dettaglio”. Inoltre, ha aggiunto, l’avvocato "il vulnus di questa riforma resta: non dare copie agli avvocati di tutto il materiale intercettato" e ciò diviene inaccettabile visto che “tanti processi oggi si fanno sulla base delle intercettazioni”.

Federica Fusco