MILANO, 18 GIUGNO 2015 – Si apre uno nuovo scenario nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Domenico Maurantonio, lo studente padovano che ha perso la vita lo scorso 10 maggio a Milano, dove si trovava in gita con la scuola. Il ragazzo sarebbe stato da solo al momento della caduta dal quinto piano della finestra dell'hotel dove alloggiava con la classe. Né omicidio, né suicidio, quindi, bensì un incidente. E’ quanto sostenuto dai magistrati che conducono le indagini, dopo un mese di esami e prove cinematiche effettuate dai periti della Procura. [MORE]
Stando alla ricostruzione dei fatti, Domenico cadde perpendicolarmente rispetto alla parete esterna dell’albergo Leonardo da Vinci. Gli inquirenti, sulla base degli accertamenti medici, delle testimonianze raccolte e degli interrogatori dei compagni di classe, ritengono che il giovane studente non sia stato spinto né si sia lanciato volontariamente, ma sia stato vittima di un tragico incidente. Al momento della caduta, che sarebbe avvenuta a seguito di un malessere, probabilmente dovuto all’eccessiva dose di alcol ingerita quella sera, non erano dunque presenti altre persone.
Tuttavia restano ancora degli interrogativi senza risposta, ad esempio perché il ragazzo era svestito al momento del ritrovamento, e gli indumenti erano accanto al cadavere.
L’inchiesta non può comunque ancora dirsi conclusa, in quanto sono attesi i risultati di altri esami, quali quelli genetici su alcune tracce organiche ritrovate sotto le unghie del ragazzo. Finora è certo che non sono state rilevate tracce di Dna sull’ematoma oblungo trovato su uno degli avambracci del giovane. Inizialmente si era ipotizzato che potesse essere stato causato dalla pressione di due dita, e quindi che qualcuno avesse potuto trattenere Domenico prima di lasciarlo cadere. Ora, invece, si pensa che il ragazzo possa essersi ferito durante la caduta, probabilmente per aver colpito una sporgenza, oppure poco prima di precipitare.
[foto: tgcom24.mediaset.it]
Antonella Sica