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Strage Nizza: i morti, i feriti e gli scomparsi. Profilo dell'attentatore

NIZZA - Una ulteriore tragedia ferisce la Francia, a pochi mesi dagli attentati terroristici a Parigi, lo scorso Novembre, ed a soli 116 giorni dagli attacchi a Bruxelles. Una serie di tragedie per l'Europa, teatro negli ultimi anni più che mai della guerra al terrorismo.

Nizza, ieri, il 14 Luglio, doveva essere una città gioiosa. La Francia festeggiava la presa della Bastiglia, quella simbolica vittoria del patriottismo nella stessa data del 1789, quando l'individualismo e l'ugualianza vincevano sul potere assoluto e su un regime di obbedienza. Ma, alle 22.30, mentre la popolazione godeva dei giochi pirotecnici sulla Promenade des Anglais, il lungomare di Nizza, un attentatore ha aggirato i controlli della sicurezza ed ha seminato panico e morte. 

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Mohamed Lahouaiej Bouhlel, tunisino di 31 anni, ha guidato un tir a tutta velocità verso la folla distratta. Si è mosso a zig zag, ed ha esploso diversi colpi d'arma da fuoco, per massimizzare i danni e fare più vittime possibile. Era noto alle forze dell'ordine per furti, atti di violenza ed uso di armi, ma non era sui radar dei servizi segreti. Padre di tre figli, conoscenti e vicini raccontano di un uomo silenzioso ed introverso, chiuso nella depressione dopo che la moglie ha chiesto il divorzio. Ha combattutto le forze dell'ordine fino all'ultimo, in preda al suo delirio. Gli agenti della polizia hanno risposto al fuoco, una di loro ha ferito a morte l'uomo. Il tir ha fermato la sua corsa dopo 300 metri.

È stato identificato dopo la morte, attraverso i documenti che portava con sé. Nel furgone, affittato nella provincia pochi giorni prima, è stata ritrovata una seconda carta d'identità, e gli inquirenti stanno seguendo la pista di un possibile complice. In stato di fermo per 48 ore la moglie, per chiarire la sua posizione rispetto all'accaduto. Ignoto al momento il movente di tale gesto, alcune ipotesi fanno leva sulla situazione dell'uomo, altre fonti non ufficiali avvicinano Bouhlel a correnti estremiste dell'Islam. Il padre, infatti, parrebbe avere legami con correnti estremiste.

Festeggiano sui social network i sostenitori dello Stato Islamico. "Omar Al Sishani è stato vendicato!",  uno dei messaggi più inviati tra i sostenitori su Telegram, fa riferimento alla morte in Iraq del braccio destro di Al Baghdadi. Site, gruppo che monitora le conversazioni tra sostenitori di Daesh ha dichiarato che "notando che le luci della Tour Eiffel sono state spente in segno di lutto, un sostenitore dell'Isis chiede che venga mantenuta l'oscurità finchè lo Stato Islamico non conquisterà la Francia".

Nizza, oggi, assiste i feriti e consola i parenti di chi, sulla Promenade des Anglais, ha perso la vita. Sono 84 i decessi ufficiali, di questi 10 sono bambini ed adolescenti. I feriti sono 202, di cui 52 gravi e 25 in rianimazione, ma è proprio il presidente François Hollande che sottolinea: "Cinquanta feriti si trovano tra la vita e la morte, molti bambini, bambini piccoli. E molti stranieri di molti continenti". L'identificazione delle vittime, a causa delle difficoltà di dialogo nel marasma dell'emergenza, va a rilento. Al momento sono ufficiali i decessi di tre tedeschi, due americani, una svizzera, una russa, una armena, un ucraino e un tunisino. Sono ancora dispersi, invece, diversi italiani, dei quali non si hanno notizie da ieri. Una coppia di Voghera, Angelo D'Agostino di 71 anni e la moglie 68enne  Gianna Muset, risultano ancora dispersi. Si cerca ancora Marinella Ravotti, di San Michele Mondovì, mentre è in ospedale, ricoverato in gravi condizioni, il marito Andrea Avagnina. Sono stati rintracciati gli altri due dispersi italiani, Elena Gallamini e il fidanzato Marco Billi. In vacanza nella provincia, si trovavano ieri in visita ad Avignone.

Le tragedie fanno emergere tutta l'umanità di chi ne è pienamente coinvolto. I sopravvissuti e gli astanti si sono rifugiati assieme nei locali limitrofi al lungomare. Molti bambini, bloccati dalla paura o dalla calca, sono rimasti soli, ma tanti si sono mobilitati per restituirli alle braccia dei loro amati. Hanno aiutato molto i social network, che hanno permesso di collegare tanti parenti alla ricerca di notizie dei propri cari con i sopravvissuti. I tassisti di Nizza hanno trasportato più persone possibili via dal centro. In quel momento, non contano gli affari o i guadagni persi, conta la sopravvivvenza. Questo è quello che ci insegnano questi momenti: per quanto traumatica e negativa possa essere una tragedia, lo spirito di solidarietà e di unione degli esseri umani emerge più forte di ogni dolore ed ogni difficoltà. 

Leonardo Cristiano

immagine da: panorama.it