Cronaca

Sequestrati 7 Milioni a Imprenditore Legato alla Cosca Pesce

La lotta contro la criminalità organizzata in Calabria si intensifica con il sequestro di beni milionari legati a un imprenditore di spicco, accusato di associazione mafiosa e manipolazione finanziaria, nell'operazione congiunta della Guardia di Finanza e dei Carabinieri.

REGGIO CALABRIA, 16 NOV. - Beni per circa 7 milioni di euro sono stati sequestrati dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza e dei Carabinieri di Reggio Calabria, con il coordinamento della Dda diretta da Giovanni Bombardieri, ad un imprenditore di Rosarno ritenuto vicino alla cosca Pesce.

Il Provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale.

L'imprenditore è ritenuto un esponente di spicco della consorteria, inserito nel tessuto criminale a partire già dagli anni '80 ed è rimasto coinvolto nell'operazione "Faust", eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Reggio Calabria nel gennaio 2021 che, secondo gli investigatori, ha permesso di accertare l'operatività della cosca Pisano sul territorio di Rosarno, l'articolazione denominata "società di Polistena" e della locale di Anoia oltre al narcotraffico che dal porto di Gioia Tauro si dipanava in altre regioni.

Emerso anche l'appoggio elettorale fornito ad alcuni politici di Rosarno.
L'imprenditore è rimasto coinvolto anche nell'operazione "Handover-pecunia olet", eseguita nell'aprile 2021 dalla Finanza e dal Ros dei carabinieri di Reggio nei confronti della cosca Pesce dalla quale sarebbe emerso un vero e proprio accordo che avrebbe consentito alla cosca di gestire in monopolio i settori dell'indotto della grande distribuzione alimentare e del trasporto merci su gomma. L'imprenditore avrebbe attuato un sistema di intestazioni fittizie per schermare la sua posizione di dominus di beni illecitamente accumulati e evitare eventuali sequestri. Per questi fatti è stato rinviato a giudizio per associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso.


La Dda ha quindi delegato il Nucleo di polizia economico finanziaria-Gico della Guardia di finanza di Reggio a svolgere accertamenti economico-patrimoniali che hanno portato a ricostruire il patrimonio nella sua disponibilità il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto al reddito.


Il sequestro ha riguardato il compendio aziendale di una cooperativa agricola intestata a prestanome, comprensivo di 2 terreni e un immobile, 4 fabbricati, un'auto, nonché tutti i rapporti bancari, finanziari e relative disponibilità.(Ansa)