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"Sin City - Una donna per cui uccidere": tanto rumore per nulla

NAPOLI, 4 OTTOBRE 2014 - Dopo quasi 10 anni dalla trasposizione cinematografica del primo capitolo della graphic novel Sin City, è giunto finalmente il sequel dal titolo Sin City - Una donna per cui uccidere, sempre diretto dal braccio di Robert Rodriguez e dalla mente del suo creatore, Frank Miller.

La decennale attesa per lo sbarco cinematografico del secondo capitolo è stata come una pena da scontare per tutti gli amanti del genere, una dolce pena che sperava di essere ricompensata con un dignitoso sequel sulle nobili tracce noir del primo Sin City; e invece, è stata la riprova che "a volte l'attesa è più bella di ciò che si aspetta".[MORE]

Sin City - Una donna per cui uccidere, infatti, lascia nello spettatore lo stesso sapore amaro di quando si scarta famelicamente un pacco regalo e poi si scopre che dentro non c'è quello che si sperava, bensì tutt'altro.

Ma cos'è questo "tutt'altro"? Un involucro perfetto fatto di neri abissali, bianchi fluorescenti e colori ghettizzati a poche cose e/o personaggi sulla scena, rivestito (forse sarebbe meglio dire svestito) di pelle e latex borchiato, e decorato vistosamente come una clamorosa imitazione, una sfacciata caricatura di qualcos'altro che ben conosciamo e che gli somiglia, solo esteriormente.

Mentre il primo Sin City "insudiciava" tutto e tutti incollando addosso quel fetido, contagioso e calzante "olezzo" emanato dalla drammaticità dei personaggi, avvinghiati perfettamente allo spessore delle storie ancora in grado di incanalare le emozioni dello spettatore; il secondo, più che insudiciare ad arte sporca l'intero quadretto, macchiando inesorabilmente un delizioso noir e trasformandolo in un trash rumoroso ed ambizioso, che vedrebbe benissimo Marv come braccio destro di Machete o peggio ancora, come nuova recluta de I Mercenari.

La colpa di questo incantesimo spezzato va sicuramente alle tiepide storie, incollate più che intrecciate, asettiche e poco avvincenti, ma soprattutto alla sterilità dei dialoghi, decisamente meno intensi, graffianti e disciplinati del primo film. Alcune "gag" e "battute", infatti, sarebbero perfettamente contestualizzate in un B-movie anni '70, dove la black comedy non ha nulla a che vedere con i toni cupi e deliziosamente indagatori del genere noir.

A mantenere ancorato lo spettatore allo schermo ci pensa il 3D, spesso (stra)usato come specchietto per le allodole, il green screen d'avanguardia fuso ad una fotografia di gran lunga superiore a quella del precedente episodio e qualche nudità di troppo che, ai palati deboli, fa sempre brodo.

Il cast, composto dalle stesse glorie del primo film, riesce nell'impresa di far rivivere i personaggi della graphic novel, un plauso particolare va sicuramente alle new entry: Joseph Gordon-Levitt nei panni dell'imbattibile giocatore d'azzardo Johnny, Josh Brolin in quelli del "Dwight furioso" ed Eva Green, nel perfetto ruolo della divora - uomini, Ava Lord, dallo sguardo di kryptonite.

Peccato che la trama delle singole storie, intrise di violenza, villain senza scrupoli, vendette personali, e banale voglia di uccidere fine a se stessa, non abbia lasciato troppo spazio alle variegate potenzialità d'espressione a cui potevano aspirare i personaggi.

Nel primo film si narrava che "se imbocchi il vicolo giusto a Sin City puoi trovare di tutto", dopo aver visto il secondo, non abbiamo dubbi: Robert Rodriguez e Frank Miller devono essersi persi tra i vicoli scuri della Città Vecchia...

Titolo originale: Sin City: A Dame to Kill For
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 2014
Durata: 102 min
Colore: Colore, Bianco e nero
Genere: azione, thriller, drammatico, crimine
Regia: Frank Miller, Robert Rodriguez
Soggetto: Frank Miller (graphic novel)
Sceneggiatura: Frank Miller, Robert Rodriguez, William Monahan
Distribuzione (Italia): Lucky Red
Interpreti:Eva Green, Ava Lord, Jessica Alba, Joseph Gordon-Levitt, Juno Temple, Bruce Willis, Josh Brolin, Rosario Dawson, Mickey Rourke

 

Marcella Cerciello

Giornalista e critico cinematografico [cinemarcy.blog]