NESTLÉ ORZORO Orzo e Cacao Solubile, Barattolo 180g

Miscela ottima per chi non può bere caffèLeggi di più

Buono e ben bilanciato il saporeLeggi di più

Impossibile caricare il contenuto multimediale. 1️⃣ PERCHÉ L’HO ORDINATO?🤷🏽‍♂️ Amo molto il caffè, che consumo a colazione, in occasione delle pause e dopo ogni pasto; lo adoro perché mi dà energia nei vari momenti di défaillance e mi aiuta a digerire. In questi ultimi tempi, però, complici soprattutto le interminabili e frenetiche giornate di lavoro, il numero di tazzine bevute quotidianamente è cresciuto un po’ troppo. Per evitare, quindi, di patire le conseguenze di un’assunzione reiteratamente eccessiva di caffeina, ho deciso di ricorrere ad una bevanda che ne fosse priva, da alternare all’irrinunciabile Arabica, della quale non gradisco la versione decaffeinata. Tornando, pertanto, a far rivivere una vecchia e sana abitudine, appresa dalla mia mamma, ho cominciato ad usare nuovamente l’orzo solubile, abbandonato dai tempi della scuola media. Resomi conto in breve tempo che il paragone col caffè non reggeva, ho cercato un preparato che desse vita ad una bevanda maggiormente apprezzata dalla mie papille gustative. Dopo vari tentativi l’ho trovato👍. 2️⃣ IL PACKAGING.🎁 Quest’orzo e cacao solubile è contraddistinto dal marchio “ORZORO”, identificativo di una linea di surrogati del caffè a base di orzo, il quale appartiene all’amplissimo portafoglio della multinazionale elvetica NESTLÉ, che opera in molti settori dell’industria alimentare con una miriade di brand diversi. La confezione è rappresentata da un barattolo cilindrico ad uso alimentare [come rivela il simbolo “bicchiere e forchetta” appostovi, che attesta il rispetto del Regolamento (CE) n. 1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio], realizzato in “poliaccoppiato”, simile al “Tetra Pak”; parliamo, cioè, di un materiale composito, che, essendo formato da carta, plastica e alluminio (come rivela il codice di riciclo “C PAP 84”), assicura un isolamento efficace, al quale, naturalmente, contribuisce anche la membrana in “poliaccoppiato” a prevalenza di carta (il codice di riciclo è, infatti, “C PAP 81”), che lo sigilla superiormente; una chiusura ermetica, che è possibile ripristinare anche dopo la prima apertura, grazie al tappo in polietilene a bassa densità, che viene fornito. Questo tipo di packaging brilla, quindi, per efficienza, in quanto scherma validamente ossigeno, gas, luce, umidità e altri agenti esterni potenzialmente contaminanti; ciò significa che limita fortemente la deperibilità degli ingredienti contenuti, favorendo, quindi, un’ottima e lunga conservazione delle caratteristiche nutritive e organolettiche dell’alimento che compongono. Merito, questo, pure della sigillatura sottovuoto e del confezionamento in atmosfera modificata (o protettiva), che concorrono ad estendere il periodo di conservazione (la c.d. “shelf life”), contrastando, nei limiti del possibile, le inesorabili alterazioni chimiche, fisiche, microbiologiche, sensoriali e strutturali. A conforto della validità dell’imballaggio, posso dire che al suo interno non ho registrato né la presenza di aria, né di umidità, che sono i principali artefici di contaminazione e rapida degradazione dei cibi. Questo tipo di packaging ha, inoltre, il pregio di essere altamente sostenibile sotto il profilo ambientale, visto che è costituito da materiali facilmente riciclabili. Consultando il sito web della NESTLÉ, emerge, in effetti, una sua particolare attenzione per la tematica ecologica, testimoniata dall’utilizzo di fonti energetiche alternative e da un impegno costante alla riduzione dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica, che tende, tra l’altro, a compensare, promuovendo vari progetti per lo sviluppo delle energie rinnovabili in diverse parti del mondo. 3️⃣ L’ETICHETTATURA.⚠ L’etichettatura, in lingua italiana, risulta chiara, ma non certo esauriente; il consumatore, come emergerà dalle prossime righe, non trova tutte le informazioni strumentali ad una scelta oculata, le quali, tra l’altro, non sono disponibili nemmeno sul sito web del fabbricante, a cui rinvia il retro della confezione. Dalla lista degli ingredienti emerge che il preparato è composto per il 44% da orzo solubile, per il 25% da cacao magro in polvere e per la restante parte da zucchero. Non vengono, però, indicati né il luogo di provenienza dell’orzo e del cacao (nemmeno con la classica formula generica “UE”/”NON UE”), né lo stabilimento di produzione. Tali delucidazioni, come già anticipato, non sono reperibili nemmeno sul sito web del fabbricante; scandagliando le sue pagine, infatti, non riusciamo a sapere se la catena di fornitura rispetti o meno i principî di sostenibilità ambientale, economica e sociale; analogamente, non viene chiarito se l’impianto e il ciclo produttivo siano validati da specifiche certificazioni, le quali, presupponendo una serie di stringenti controlli fisici, chimici, bio-chimici e organolettici, normalmente sono foriere di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare. L’apporto calorico per 100 g di prodotto è di 367 kcal (grassi: 2,8 g, dei quali 1,7 g sono di acidi grassi saturi; carboidrati: 70,3 g, di cui 31,0 g di zuccheri; proteine: 9,3 g; fibre: 11,5 g; sale: 0,08 g). Non viene segnalata la presenza di ingredienti in grado di provocare, in persone sensibili, allergie e intolleranze, che, fortunatamente😥, a casa mia nessuno ha registrato; ricordiamo, però, che l’orzo contiene glutine. Mancano, inoltre, chiarimenti espliciti in merito alla compatibilità con i vari regimi alimentari (vegano, vegetariano, kosher, halal, ecc.). Sul fondo del barattolo è impresso in modo ben visibile il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato piuttosto avanti nel tempo (circa 12 mesi rispetto al momento della consegna). Ricordo a me stesso che tale data rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente. Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Non viene, invece, indicato un c.d. “PAO” (“period after opening”), ossia un torno di tempo entro il quale consumare la polvere, una volta aperta la confezione; l’importante, come suggerisce lo stesso produttore, è conservarla ben chiusa, in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti calore🥵. Completa l’etichettatura l’indicazione del quantitativo contenuto (che è di 1️⃣8️⃣0️⃣ g, equivalenti, secondo il produttore, a 6️⃣0️⃣ porzioni), affiancata dalla “℮”, che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea. 4️⃣ LA BEVANDA.☕😋 Data l’assenza della caffeina, solitamente consumo questo prodotto soprattutto dal tardo pomeriggio in poi. Lo preferisco caldo; ma, d’estate, freddo non è male, anche se la presenza dello zucchero, lo rende poco dissetante. In ambi i casi, comunque, si rivela facilmente digeribile😊; peculiarità che hanno riscontrato perfino quei componenti della mia famiglia che soffrono frequentemente di problemi di stomaco (una volta tanto, il parere del consesso familiare👪 è stato unanime: evento più unico che raro😁). La preparazione è piuttosto semplice; identica a quella del caffè solubile, è riportata in etichetta: la dose suggerita è di 3 cucchiaini, equivalenti circa a 3 g di prodotto, da sciogliere in 70 ml di acqua (o latte, N.d.R.), necessariamente caldi. ⚠Per nessun motivo deve essere usata la moka; un tentativo in tal senso potrebbe, infatti, essere pericoloso, in quanto può portare allo scoppio della caffettiera. Per la moka esiste un preparato specifico (utilizzabile anche con la macchina per espresso), che è differente da questo solubile, sia per lavorazione che per macinatura.⚠ Si scioglie molto bene, senza fare grumi; l’importante è che la dissoluzione avvenga con acqua o latte sufficientemente caldi; per cui, anche laddove si preferisca consumarlo freddo, si dovrà necessariamente eseguire questo passaggio preliminare a caldo, durante il quale già comincia a sprigionarsi un piacevole odore di malto e cacao (quest’ultimo, in verità, si diffonde nell’aria appena si apre la confezione). La densità della bevanda dipende dalla proporzione scelta tra acqua (o latte) e polvere, che naturalmente condiziona anche l’intensità del sapore. Il gusto, piuttosto morbido, è dolce in maniera davvero minima; personalmente, però, essendo abituato a bere il caffè amaro, non aggiungo altro zucchero. Al termine della degustazione rimane in bocca per un bel po’ di tempo un gradevole sapore tonificante di cacao, il quale può essere arricchito di altre fragranze, addizionando, ad esempio, zeste di arancia, semi di finocchio, menta, latte di mandorla, ecc. (la lista è infinita). Può essere utilizzato anche per la preparazione di dolci (come, cheesecake, ciambelloni, crostate, pan brioche, salami, torte, ecc.) e gelati, aggiungendo, a seconda dei casi, direttamente la polvere all’impasto oppure dopo averla sciolta. 5️⃣ LE CONSIDERAZIONI FINALI.🤔👨🏽‍💻 Le argomentazioni dedotte nelle righe che precedono e le conseguenti considerazioni sviluppate mi portano ad esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla qualità e sulla gradevolezza del prodotto, da cui discende una valutazione di congruità riguardo al prezzo di 1,63 euro, al quale viene attualmente venduta la confezione da 180 g. Un importo, equivalente ad un costo al chilogrammo di circa 9,06 euro, il quale, seppur non proprio trascurabile, sulla base di un’accurata analisi comparativa, estesa pure alle offerte presenti nelle ultime settimane sui volantini della “GDO”, si rivela abbastanza competitivo🤑; soprattutto, se si tiene conto che non stiamo parlando di un formato “scorta”😉.Leggi di più

Eccezionale. ProvateloLeggi di più

Per un caffè più veloce della caffettiera ma ugualmente buonoLeggi di più

OTTIMOLeggi di più