3️⃣6️⃣ fette biscottate gustose🤩e croccanti😋; promosse alle prove di “spalmamento”🧈 e inzuppo🍵
Impossibile caricare il contenuto multimediale. 1️⃣ IL PACKAGING.🎁 Il marchio MISURA da circa cinquant’anni è sinonimo di benessere alimentare, in quanto identifica una gamma di prodotti di cui viene pubblicizzato il profilo nutrizionale equilibrato. Si tratta di uno dei numerosi brand, che compongono l’ampio portafoglio della COLUSSI, una multinazionale meneghina (ma di origine lagunare), la quale, com’è noto, opera prevalentemente nei settori alimentari della pasta secca, dei prodotti da forno e della cioccolata. Tra i marchi di sua proprietà, oltre allo stesso COLUSSI e a MISURA, ci sono brand rinomati come: SAPORI, VIALETTO, GIOVANNI PARENTI, LA SUISSA, PLIN, PONTE e ANTONIO DE NIRO (questi ultimi due destinati quasi esclusivamente al mercato estero). In particolare, col marchio MISURA, oltre ai biscotti, vengono commercializzati cracker, merende, fette, snack, cereali, pasta e centrifughe. L’articolo in parola appartiene, nello specifico, alla linea “Dolcessenza”, una gamma “SALUTARE” (termine da non confondere con “SALUTISTICO”, che, invece, individua il prodotto privo di una determinata sostanza, in quanto pensato per chi soffre di intolleranze o allergie verso di essa) che ricomprende biscotti, cereali per la colazione, fette biscottate e merendine, che tra i loro ingredienti non annoverano gli zuccheri aggiunti e si caratterizzano per: l’impiego della farina tipo “2”; il tasso non trascurabile di fibre; l’assenza dei grassi idrogenati, dell’olio di palma, dei coloranti e dei conservanti. Queste fette biscottare sono disponibili solamente in questa versione “classica” e vengono commercializzate solo nel formato da 320 g. Il packaging è costituito da un incarto esterno del tipo “flowpack” o “flow-wrap”, ovvero un film di “poliaccoppiato” a prevalenza di carta (come rivela il codice di riciclo “C/PAP 81”), saldato da una macchina confezionatrice orizzontale attorno al prodotto, il quale è rappresentato da 3️⃣ distinte confezioni. Queste ultime, alloggiate in una vaschetta di cartoncino “cannettato”, sono costituite ciascuna da 1️⃣2️⃣ fette biscottate, avvolte da un incarto di tipo “flowpack” o “flow-wrap”, analogo a quello esterno, che, però, non è variopinto come questo, bensì di colore bianco. Il tipo di confezionamento utilizzato offre, innanzitutto, una valida protezione contro gli urti ed è molto semplice da aprire (non richiede l’impiego delle forbici; basta agire sui settori opportunamente segnalati). Assicura, inoltre, una chiusura ermetica, in quanto scherma validamente ossigeno, gas, luce, umidità e altri agenti esterni potenzialmente contaminanti; ciò significa che limita fortemente la deperibilità degli ingredienti dell’alimento contenuto, favorendo, quindi, un’ottima e lunga conservazione delle sue caratteristiche nutritive e organolettiche. Merito, questo, pure della sigillatura sottovuoto e del confezionamento in atmosfera modificata (o protettiva), che concorrono ad estendere il periodo di conservazione (la c.d. “shelf life”), contrastando, nei limiti del possibile, le inesorabili alterazioni chimiche, fisiche, microbiologiche, sensoriali e strutturali. A conforto della validità dell’imballaggio, posso dire che al suo interno non ho registrato né la presenza di aria, né di umidità, che sono i principali artefici di contaminazione e rapida degradazione dei cibi. Va, tra l’altro, sottolineato che l’azione protettiva persiste pure dopo l’apertura dell’incarto esterno, in quanto, come già detto, le 3️⃣6️⃣ fette biscottate contenute nel pacco sono suddivise in 3️⃣ distinte confezioni, che possono essere agevolmente portate al séguito, in modo da avere uno “spezzafame” sempre a portata di mano. Questo packaging ha, per di più, il pregio di essere altamente sostenibile. L’incarto esterno, in particolare, avendo una composizione a prevalenza di carta, può essere assimilato a quest’ultima per ciò che concerne la raccolta differenziata e la relativa filiera di recupero; inoltre, giova sottolineare che tale carta costitutiva è certificata “FSC”, il che sta ad indicare che il legno dal quale viene ricavata proviene da foreste validate secondo lo standard – universalmente riconosciuto – “Forest Stewardship Council”, ovvero l’ONG internazionale, che, senza scopo di lucro, governa il sistema certificatorio in commento; questo significa che tali foreste sono gestite in maniera tale da: preservare la biodiversità del sito produttivo, scongiurare impatti ambientali negativi e supportare l’economia e la manodopera locali. Consultando il sito web della MISURA, emerge, in effetti, una sua particolare attenzione per la tematica ecologica, testimoniata dall’utilizzo di fonti energetiche alternative e da un impegno costante alla riduzione dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica, che tende, tra l’altro, a compensare, promuovendo vari progetti per lo sviluppo delle energie rinnovabili in diverse parti del mondo. 2️⃣ L’ETICHETTATURA.⚠ L’etichettatura (anche) in lingua italiana risulta chiara ed esauriente; il consumatore, (esclusivamente) sull’incarto esterno, trova tutte le informazioni, non solo nutrizionali, di cui ha bisogno per addivenire ad un acquisto oculato; riguardo ad esse, per motivi di brevità, rinvio prevalentemente alle foto che ho accluso. Circoscrivo la mia analisi ad alcuni dati salienti, che ritengo possano aiutare il potenziale acquirente a comprendere se l’articolo risponda o meno ai suoi gusti e alle sue esigenze alimentari. Cominciamo col dire che il fabbricante qualifica il prodotto semplicemente come “FETTE BISCOTTATE”. L’apporto calorico per 100 g è di 404 kcal (grassi: 5,1 g, dei quali appena 0,6 g sono di acidi grassi saturi; carboidrati: 71,0 g, di cui 4,0 g di zuccheri; proteine: 14,0 g; fibre: 9,1 g; sale: 0,02 g). La lista degli ingredienti è rappresentata da: farina di FRUMENTO (99%), la quale, ricavata da grano coltivato e macinato in Italia🟩⬜🟥, è di tipo “2” (questo tipo farina, conosciuta anche come farina “semi-integrale”, ha la peculiarità di essere ricca di fibre, proteine, vitamine e sali minerali, in quanto poco raffinata, poiché derivante dalla macinazione dell’intero chicco di grano, il quale non viene, quindi, privato della crusca e del germe, come, invece, accade per le farine “0” e “00”); olio di girasole; glutine di FRUMENTO; fibra di AVENA; lievito di birra; farina di FRUMENTO maltato; estratto di malto d’ORZO. Il fabbricante segnala la possibile presenza, in tracce, di senape e soia, le quali, analogamente agli ingredienti testé evidenziati in maiuscolo (avena, frumento e orzo) possono provocare in persone allergiche o intolleranti delle “spiacevoli” reazioni, che fortunatamente a casa mia nessuno ha registrato😥. Nessun chiarimento esplicito viene fornito in merito alla compatibilità con i vari regimi alimentari (halal, kosher, vegano, vegetariano, ecc.). La fabbricazione avviene nello stabilimento proprietario di Petrignano d’Assisi (PG),, uno dei 3 in cui vedono luce i prodotti MISURA (il gruppo Colussi dispone complessivamente di 10 siti produttivi, dei quali 6 sono ubicati sul territorio nazionale). In tale impianto, per la gestione dei rischi da contaminanti chimici, biologici, microbiologici e fisici, viene adottato un modello “HACCP” (Hazard Analysis Critical Control Points) in linea con i requisiti dello schema di certificazione “FSSC 22000 v5.1”. Questa metodologia operativa, con la quale vengono definiti e monitorati i punti critici di controllo del processo produttivo (i c.d. “CCP”, fondamentali per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari), affianca, inoltre, un “Sistema di Gestione Integrato Sicurezza, Ambiente ed Energia”, che, secondo quanto asseverato da un ente indipendente, è conforme rispettivamente alle norme “UNI ISO 45001” (in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro), “UNI EN ISO 14001” (in materia ambientale) e “UNI EN ISO 50001” (in materia di gestione energetica). Non potendo soffermarmi, per le anzidette ragioni di economia testuale, sulle validazioni sinora menzionate, rimarco solamente che esse presuppongono una serie di stringenti controlli fisici, chimici, bio-chimici e organolettici, per cui sono foriere di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare, alle quali contribuisce anche l’accurato sistema di tracciabilità, utilizzato dall’azienda per monitorare costantemente la catena di fornitura, al fine anche di assodare il rispetto dei principî di sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’incarto esterno riporta in modo ben visibile il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato sufficientemente avanti nel tempo: circa 11 mesi rispetto al momento della consegna (quest’ultimo successivo di un mese rispetto a quello della produzione; la c.d. “shelf life” o “vita da scaffale” è, infatti, di 12 mesi). Ricordo a me stesso che il “TMC” rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente (ovvero, in luogo fresco e asciutto). Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Non viene, invece, indicato un c.d. “PAO” (“period after opening”), ossia un torno di tempo entro il quale consumare i cornetti, una volta aperta la confezione (ricordiamo che sono sigillati singolarmente😉); l’importante, come suggerisce lo stesso produttore, è conservarle in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore🥵. Completa l’etichettatura l’indicazione del quantitativo contenuto, che è di 320 g (3️⃣ confezioni da circa 107 g cadauno); tale valore ponderale è affiancato dalla “℮”, che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea. 3️⃣🥐🍞 LE FETTE BISCOTTATE.🧇 Le 3️⃣6️⃣ fette biscottate contenute nella confezione recapitatami sono arrivate tutte integre; merito, oltre che della loro buona consistenza (sulla quale torneremo tra breve), del tipo di packaging utilizzato, il quale, prevedendo l’impiego di un cartone “cannettato” interno con funzione di paraurti🎁, risulta idoneo alla spedizione anche del singolo pacco da 320 g🚚. Dal peso unitario medio di circa 8,9 g, hanno la classica forma rettangolare con gli angoli arrotondati e misurano 75,4 x 66,5 x 10,9 mm. Le caratterizza una golosa tonalità, leggermente scura, che è particolarmente dorata, a testimonianza sia del buon grado di cottura che dell’alto contenuto di fibre, le quali abbondano nella farina di frumento utilizzata, che, ribadiamo, è di tipo “2”. Nonostante abbiano una struttura leggera, la loro consistenza è notevole; infatti, hanno poca tendenza a sbriciolarsi e superano a pieni voti la prova dell’inzuppo: nel latte o nel tè si ammorbidiscono, ma lo sfaldamento è tutt’altro che immediato. Nell’atto di spalmarci sopra qualsivoglia di tipo di composto cremoso è piuttosto difficile che si rompano accidentalmente; l’impasto è perfettamente “incordato”. Hanno un gusto alquanto delicato, che risulta, tutto sommato, neutro (non sono né dolci, né salate, per intenderci). Sono molto friabili e si sciolgono bene in bocca, rivelando, comunque, un’apprezzabile croccantezza, che dev’essere ricondotta anche a quel buon grado di cottura, al quale abbiamo poc’anzi fatto cenno. L’ottimo abbinamento di ingredienti, tra i quali non possiamo fare a meno di ricordare l’olio di girasole, dà vita a una combinazione davvero gustosa. Quello che emerge, insomma, è un amabile sapore, che avvolge a lungo il palato e trova un suo ideale complemento nella facile digeribilità del prodotto😊, che, a casa mia, hanno riscontrato perfino quei commensali un po’ “debolucci di stomaco” (una volta tanto, il parere del consesso familiare👪 è stato unanime: evento più unico che raro😁). Le fette biscottate in parola, si possono consumare sia da sole, come snack, che con bevande di ogni tipo, sia calde che fredde. Volendo, possono essere sbriciolate e usate per lo smoothie o come base per creare dolci, quali la cheesecake; nulla vieta di impiegarle al posto dei crackers o delle gallette, per spalmarci il formaggio fresco. La loro versatilità permette, quindi, di dare ampio sfogo alla propria inventiva gastronomica, che trova un valido alleato nelle ricette presenti sul sito web della Misura 4️⃣ LE CONSIDERAZIONI FINALI🤔👨🏽💻 Le argomentazioni dedotte nelle righe che precedono e le conseguenti considerazioni sviluppate mi portano ad esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla qualità e sulla gradevolezza del prodotto, da cui discende una valutazione di congruità riguardo al prezzo di 1,35 euro, al quale viene attualmente venduta la confezione da 320 g, contenente 6 plumcake. Un importo, equivalente ad un costo al chilogrammo di circa 4,22 euro, il quale, sulla base di un’accurata analisi comparativa, estesa pure alle offerte presenti nelle ultime settimane sui volantini della “GDO”🏬, si rivela anche abbastanza competitivo🤑; soprattutto, se si tiene conto che non stiamo parlando di un vero e proprio formato “scorta”🛒.Leggi di più
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