Armi chimiche in Siria, l'Europa non si fida di Stati Uniti ed Israele
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Armi chimiche in Siria, l'Europa non si fida di Stati Uniti ed Israele

sabato 27 aprile, 2013

BRUXELLES (BELGIO), 27 APRILE 2013 - L'Unione Europea denuncia come «totalmente inaccettabile» l'uso di armi chimiche da parte di Bashar al-Assad, pur evidenziando come non vi siano ancora prove certe sul reale utilizzo. Da qui la richiesta: un maggior monitoraggio ed un'indagine Onu, così come avvenne per le mai individuate “armi di distruzione di massairachene.[MORE]

Gli Stati Uniti hanno dettato l'agenda per intervenire militarmente in Siria. Una volta oltrepassata la “linea rossa”, infatti, l'Occidente sarà costretto a destituire al-Assad manu militari. Le armi chimiche sono, come proprio l'invasione dell'Iraq insegna, la motivazione che permetterebbe di cambiare le regole del gioco, come ha più volte evidenziato l'amministrazione statunitense che ha però definito come ancora non sufficienti le prove a sua disposizione. Il casus belli siriano potrebbe essere quanto avvenuto a nord di Aleppo, nel villaggio di Khan al-Asal lo scorso 19 marzo, quando morirono 26 persone anche grazie all'uso di armi chimiche, stando almeno alla ricostruzione fatta da Francia, Gran Bretagna e dal generale Itay Brun, alto ufficiale dell'Aman, l'intelligence militare israeliana. I ribelli avrebbero inoltre raccolto le prove dell'uso di queste armi - tra cui il gas nervino "Sarin" - in almeno dieci località a partire da dicembre. 

«Il regime non sembra aver rispetto per la vita umana, ma potremo prendere posizione solo quando avremo la prova definitiva dell'uso di armi chimiche» ha detto Michael Mann, portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera europea Catherin Ashton. Posizione in  linea con quanto dichiarato dal Segretaro Generale dell'Onu Ban Ki-moon che, attraverso il suo portavoce, ha fatto sapere di non essere «nella posizione di commentare informazioni provenienti dall'intelligence americana». 

Il pericolo maggiore, per l'Europa, potrebbe essere un nuovo “effetto Colin Powell”, lo show che nel febbraio 2003 l'allora Segretario di Stato dell'amministrazione Bush si prodigò a realizzare alle Nazioni Unite con tanto di materiale video, fotografico e boccetta di antrace tra le mani. L'invasione irachena partì proprio da quelle innegabili certezze. Innegabili fino alla loro smentita.

(foto: www.comedonchisciotte.org)
Andrea Intonti [senorbabylon.blogspot.it]


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