Goro e Gorino, l'intervento di Ruggero Pegna, autore del romanzo "Il cacciatore di meduse"
Societa' Calabria

Goro e Gorino, l'intervento di Ruggero Pegna, autore del romanzo "Il cacciatore di meduse"

mercoledì 26 ottobre, 2016

Riceviamo e pubblichiamo
Sui fatti di Goro e Gorino, l’intervento di Ruggero Pegna, autore del romanzo “Il cacciatore di meduse”, storia di migranti
LAMEZIA TERME 26 OTTOBRE - In merito ai fatti di Goro e Gorino, dove è stata rifiutata l’ospitalità a dodici donne e otto bambini migranti, dall’Istituto “Mario Ciliberto” di Crotone, dove è in corso la giornata “Storie dall’altro mondo” per “Libriamoci 2016”, dedicata ai migranti, alle diversità culturali e ai razzismi, con varie iniziative tra cui la lettura del romanzo “Il cacciatore di meduse” (Falco Editore), storia di un piccolo migrante somalo e dei suoi amici miseri e immigrati di tutto il mondo, interviene l’autore Ruggero Pegna: [MORE]

“Dinnanzi alle immagini della tv, sono rimasto scioccato. Non riuscivo a credere che si trattasse di un pezzo d’Italia e, in particolare, di un’area di una regione sempre avanti su temi socio-umanitari. Se pensiamo che il Sud del nostro paese, certamente più povero e pieno di problemi, ogni giorno si prodiga per salvare centinaia di vite umane, per accogliere e integrare, riuscendo a divenire spesso modello di convivenza e solidarietà, pur nella povertà, queste immagini feriscono e umiliano un’intera nazione, notoriamente accogliente.

E’ un gesto di pochi che va condannato e, se si ravvisano anche estremi di reato, tra cui la turbativa di soccorso, va anche punito. L’Italia, Paese di migranti e giovani che decidono di vivere in mille altre parti del mondo, non può essere rappresentata da Goro e Gorino. Dimentichiamo presto queste immagini. L’Italia è quella da Premio Oscar raccontata nel film di Rosi e di tutte le realtà che accolgono, aiutano e fraternizzano.

La Terra è di tutti e la bontà non dipende dal colore della pelle ma da quello del cuore, dice il nonno del piccolo migrante del mio romanzo. Ognuno ha diritto a vivere e sperare in una vita migliore. Scacciare gente che ha avuto il torto di nascere in luoghi meno fortunati del pianeta, vittime di guerre, torture, prive di tutto, non è da esseri umani.

Consiglio a queste persone di leggere la mia storia, forse capirebbero il dramma umano che vivono i migranti, per i soprusi che subiscono, per il distacco dalla terra d’origine, da familiari e affetti, per le difficoltà dei viaggi, combattendo per la sopravvivenza anche contro odi, incomprensioni e ogni tipo di razzismo. Sono uomini con la nostra stessa umanità e i nostri sentimenti, i nostri sogni e le nostre speranze per sé e i loro figli, accogliamoli e organizziamoci per farlo nel modo migliore, senza piagnistei e paure immotivate.”.
 


Autore
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