"Io so' Carmela", centodiciotto pagine di fumetto per raccontare la tredicenne stuprata
Cronaca

"Io so' Carmela", centodiciotto pagine di fumetto per raccontare la tredicenne stuprata

sabato 22 marzo, 2014

BARLETTA, 22 MARZO- Si è svolto ieri pomeriggio in via dei Pini a Barletta, l’incontro organizzato da “Se non ora quando”, “La caramella buona” e “Centro per la famiglia” le associazioni contro la pedofilia, per presentare il libro “Io so’ Carmela” con la sceneggiatura di Alessia Di Giovanni e i disegni di Monica Barengo in collaborazione con Alfonso Frassanito, il padre adottivo di Carmela in ricordo di sua figlia, vittima di stupri.[MORE]


La ragazza, allora tredicenne, il 15 aprile del 2007 si suicidò gettandosi dal settimo piano del quartiere Paolo VI di Taranto, la città in cui viveva. Il libro racconta la storia a fumetti della neo-adolescente tarantina violentata da un uomo, tre maggiorenni e due minorenni, il suo ricovero in un centro di recupero e infine la sua morte. La ragazzina teneva con sé un diario, da cui è stato poi tratto il libro, in cui raccontava le violenze sessuali subite affiancate ai nomi e cognomi degli aggressori, dell’interminabile dolore, e infine del profondo senso di solitudine e tradimento che viveva da tempo. - Ho cominciato un diario. L’ho chiamato “La storia più brutta della mia vita”. E non riesco a fermarmi. -Sono state queste le parole che il padre della ragazza ha ritrovato sul diario dopo la sua morte.

Il signor Frassanito, che è presidente di un’associazione per la tutela dei diritti dei minori e famiglie dall’omonimo titolo del libro, ha dichiarato di voler rompere il silenzio e raccontare in che modo è stata gestita la vicenda di sua figlia, scagliandosi contro i servizi sociali e gli operatori socio-sanitari del centro di recupero dove era stata affidata poichè le avrebbero somministrato eccessive dosi di psicofarmaci all' insaputa dei genitori. Stando a quanto afferma il signor Frassanito, non ci sarebbe giustizia in questo paese e la magistratura non avrebbe svolto il suo compito. Solo adesso,infatti, dopo sette anni dal primo stupro, ci sarebbe stata una prima sentenza del Tribunale.


L’unica denuncia certa,invece, è stata a carico del signor Frassanito, il quale sarebbe stato querelato per essersi indignato di fronte ad un avvocato che in aula avrebbe etichettato la figlia come “prostituta”.
Sembrano invertirsi i ruoli in Italia quando si parla di vittime e carnefici, ma, in questa tragica e paradossale vicenda, di vittima, ce n’è una sola.

 

Arianna Crudele


Autore
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