Olimpiadi 2012: la dittatura degli sponsor
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Olimpiadi 2012: la dittatura degli sponsor

venerdì 27 luglio, 2012

LONDRA, 27 LUGLIO 2012 - Mancano poche ore all’inizio della cerimonia ufficiale d’apertura dei Giochi Olimpici e a Londra le polemiche non si placano. Come per tutti i grandi eventi, sportivi e non, gli sponsor cercano di accaparrarsi la visibilità a suon di milioni, ma per le Olimpiadi londinesi hanno riservato un trattamento speciale a tutti i marchi che non hanno finanziato i Giochi: saranno banditi dal Parco Olimpico.

I maggiori finanziatori delle Olimpiadi sono undici sponsor famosi, come Coca Cola, McDonald’s, Visa e Nike. Questi sponsor hanno donato circa un miliardo di dollari al Comitato olimpico internazionale (Cio), mentre altre 42 multinazionali, come Adidas, British Airways e Bmw, hanno donato al Comitato organizzatore di Londra 2012 circa 893 milioni di dollari. Tutti questi sponsor hanno un unico obiettivo: avere l’esclusività dei prodotti rispetto ai rivali dello stesso settore, ottenere la massima visibilità mediatica e promuovere delle campagne specifiche per ripulirsi l’immagine.[MORE]

L’organizzatore delle Olimpiadi, Lord Sebastian Coe, leggendario atleta britannico vincitore di due ori olimpici a Mosca e Los Angeles, è stato protagonista di un’intervista che ha provocato parecchie polemiche proprio riguardo all’esclusività riservata ai grandi sponsor. Pare infatti che nel Parco Olimpico non sia permesso indossare delle magliette che recano il logo della Pepsi, perché la Coca Cola è lo sponsor ufficiale. Durante l’intervista Coe, incalzato dal giornalista, ha confermato la voce e, con un certo imbarazzo, ha detto che all’interno della zona rossa non si potranno indossare marchi diversi da quelli che sponsorizzano i Giochi. Il Cio, dopo queste dichiarazioni, ha cercato di calmare le acque garantendo una certa flessibilità, ma ciò non toglie che nel villaggio olimpico l’unica carta di credito accettata sia la Visa, che non si possano portare panini da casa perché è stato costruito il più grande McDonald’s del mondo e che i negozianti londinesi debbano rispettare il divieto di utilizzare parole che richiamino all’evento come: Olimpiadi, Londra 2012, Giochi. Anche ogni accenno alle medaglie, all’oro, all’argento e anche al mese di agosto è bandito e, per di più, tutti i ristoranti, i pub e le tavole calde vicini ai luoghi sportivi, non potranno servire le patatine fritte, simbolo di McDonald’s, fatta eccezione per il fish and chips, celebre piatto nazionale inglese.

Questa dittatura degli sponsor, dotata di un vero e proprio esercito del brand che controlla il rispetto delle leggi, ha causato molte polemiche, in particolar modo perché limita la libertà personale. Nel Parco olimpico sono stati sequestrati, agli atleti, tutti gli oggetti (zaini, portachiavi, bevande) che portano un marchio diverso da quelli ufficiali. L’ex lanciatore del peso americano, Adam Nelson, ha chiesto ai suoi colleghi americani di postare su Twitter le foto dei loro piedi nudi, perché la Nike, sponsor ufficiale della nazionale americana, ha imposto a tutti gli atleti statunitensi di presentarsi alle cerimonie di premiazione, vestiti con tute, magliette e scarpe Nike. Non importa se l’attrezzatura con cui la medaglia è stata conquistata è di un’altra marca. Molti atleti americani hanno aderito all’iniziativa promossa da Nelson, ma la speranza è che si presentino alla premiazione con i piedi nudi, per manifestare pienamente il dissenso.
Nel 1968 Thommie Smith e John Carlos, sul podio di Città del Messico, alzavano il pugno chiuso fasciato in un guanto nero, simbolo del Black Power, per manifestare contro le discriminazioni razziali. Oggi invece la protesta è presentarsi a piedi nudi per poter indossare un marchio diverso da quello ufficiale.

Ulteriori polemiche sono state causate anche per i sei arresti a Trafalgar Square di una settimana fa. Durante una rappresentazione teatrale in piazza, sei attori hanno messo in scena l’ipocrisia dei Giochi olimpici londinesi, annunciati come i più ecologici mai disputati. Tre dei sei attori rappresentavano la Bp, la Dow Chemical e la Rio Tinto, tre multinazionali finanziatrici dei Giochi, conosciute prevalentemente per aver causato gravi disastri ambientali. La più contestata è la Dow Chemical, colosso chimico che ha acquistato la Union Carbide Corporation, la compagnia responsabile del disastro di Bhopal, in India. Nel 1984 dalla fabbrica di pesticidi di Bhopal fu rilasciata una nube tossica che causò decine di migliaia di morti e che, ancora oggi, ha delle conseguenze gravissime sulla popolazione del luogo, si calcola infatti che la nube abbia ucciso in totale mezzo milione di persone. Gli attori, cosparsi di una crema per dolci verde, volevano testimoniare come sia facile mostrarsi “eco-friendly” e rispettosi della natura attraverso delle campagne pubblicitarie ad hoc. La rappresentazione, assolutamente pacifica, è stata interrotta per l’intervento della polizia che ha arrestato i sei attori.
Alle Olimpiadi di Londra probabilmente vincerà lo sport, ma sicuramente vincono gli sponsor.

(foto da www.wakeupnews.eu)

Laura Lussu
 


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