Libertà della Rete in pericolo. Proteste contro parlamentari e Agcom
Politica Lazio

Libertà della Rete in pericolo. Proteste contro parlamentari e Agcom

lunedì 4 luglio, 2011

ROMA, 4 LUGLIO – Mancano soli due giorni alla data della possibile approvazione della delibera 668/2010 dell’Agcom sul diritto d’autore, oggetto ormai da diversi mesi di numerose proteste non solo virtuali e online. Il testo attribuisce all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il diritto arbitrario di oscurare siti sospettati di violare il diritto d’autore senza alcun processo. E per fortuna che parliamo di Garanzie nelle Comunicazioni![MORE]
Il provvedimento verrà applicato a tutti i siti, portali, blog, strumenti di condivisione di file in rete, le banche dati e i siti privati che siano sospettati di contenere anche un solo file in grado di violare il diritto d’autore. Inoltre non vi è la benché minima differenza se il sito o il blog sia privato o pubblico ed eserciti tale attività per fini di lucro o meno. Probabilmente, descritta in termini legislativi, tale norma non sembra così offensiva della democrazia quanto invece è. Non solo i contenuti che possono far scaturire la cancellazione o inibizione dei siti sospettati sono innumerevoli; l’Autorità non prevede alcuna indagine su una possibile colpa di chi inserisce il file sospetto, cancellando o inibendo così il sito in maniera diretta ed autonoma. Non vi è alcuna possibilità per l’utente di rivolgersi ad un giudice per evitare la cancellazione o inibizione del sito e non vi sono forme d’appello all’autorità giudiziaria. Tali norme vengono per di più applicate anche per i siti provenienti dall’estero.
A questo punto quindi il popolo, specialmente quello del web, si infuria. E come dargli torto. Da mesi sono sorti diversi movimenti e campagne e la protesta di è ovviamente e giustamente diffusa in blog, siti e social network. Julio Alonso, uno tra gli ispiratori della protesta spagnola degli “indignados” (la Spagna è l’unico Paese europeo insieme all’Italia ad avere tra le sue norme una simile barbarie) ha rilasciato un’interessante intervista su L’Espresso nella quale sottolinea un risvolto importante di una possibile applicazione di tale norma: “Ne scaturisce un’incertezza giuridica. Se io, blogger, ad esempio, non conosco i rischi che corro scrivendo in internet, magari certe cose evito di scriverle”. Non solo quindi una censura diretta ma anche, forse soprattutto, l’indiretta inibizione della libertà d’espressione e di comunicazione di molti cittadini che, per paura, si autocensurerebbero. Se poi, la nuova norma del nostro Bel Paese ricorda ad un distaccato poiché non italiano Julio Alonso la legge degli anni ’70 di Franco, allora probabilmente i “garanti” (a questo punto le virgolette sono d’obbligo!) italiani dovrebbero porsi qualche domanda.
Evidenti sono gli interessi delle lobby del copyright ma l’aspetto più grave e pericoloso è quello politico. L’informazione e la diffusione di libero pensiero in rete sono ormai le ultime garanzie di libertà e democrazia rimaste nel nostro Paese, ormai catalogato come Paese semi-libero. Leggi che censurano il web frenano il cambiamento e non fanno altro che esasperare poteri delle classi dirigenti, conflitti di interessi, disinformazione. Calano così l’Italia in una sorta di oscurantismo e di regime del terrore in cui non è possibile combattere poteri che non rappresentano la società né politicamente, né giuridicamente e ormai neanche grazie alla libera informazione. Ogni opinione contrastante diventerà diffamazione (termine già decisamente abusato) e quindi legalmente perseguibile.
Mentre l’Agcom cerca di fare un favore a politici completamente imbevuti di conflitto d’interessi (ormai è inutile e superfluo fare nomi) e a televisioni appartenenti agli stessi politici o televisioni pubbliche, che pur non appartenendo a tali politici sono comunque da essi controllate (giriamo sempre intorno allo stesso punto!), la mobilitazione continua. Domani, 5 luglio, è prevista “La notte della Rete” a Roma, in via delle Fontane 113, a partire dalle 17.30. Per 4 ore si alterneranno cittadini ed associazioni in difesa del web, nonché politici, giornalisti, cantanti ed esperti. E se non sarà abbastanza e la delibera verrà approvata, la protesta sicuramente non si fermerà.
Filomena Maria Fittipaldi


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