Olio extravergine: disposto il trasferimento dell'inchiesta  dalla Procura di Torino
Cronaca Umbria

Olio extravergine: disposto il trasferimento dell'inchiesta dalla Procura di Torino

giovedì 12 novembre, 2015

SPOLETO (PG), 12 NOVEMBRE 2015 – L’inchiesta sul falso olio extravergine avviata nei giorni scorsi dalla Procura di Torino, concernente la vendita di olio di oliva vergine spacciato come pregiato ma di qualità inferiore, in seguito all’emersione di nuovi elementi viene trasferita alle Procure di Firenze, Genova, Spoleto e Velletri, in quanto territorialmente competenti rispetto alle aziende olearie (sette note marche del settore) coinvolte nelle indagini effettuate dai Nas.[MORE]

Al reato di frode in commercio ipotizzato dalla Procura subalpina, si sarebbe aggiunto quello di vendita di prodotti industriali con segni mendaci: «La maggiore gravità di tale reato – si legge in una nota diffusa dal procuratore capo di Torino, Armando Spataro – determina la competenza delle Procure della Repubblica sopra indicate in quanto i luoghi di produzione degli oli oggetto delle indagini si trovano nei loro rispettivi circondari (4 in quello di Firenze e uno per ciascuno negli altri tre)».

Via dagli scaffali dei supermercati Crai e Sigma «i prodotti coinvolti nell’inchiesta della procura di Torino sull’olio extravergine di oliva», è quanto annunciato dalla presidente di Fida-Confcommercio Donatella Prampolini, che ne ha anticipato il ritiro, aggiungendo: «Sebbene i negozi specializzati, che vanno alla ricerca dei prodotti locali, siano i meno coinvolti perché riescono a garantirne la provenienza, speriamo che i controlli sui prodotti vengano velocizzati».

Codacons, online i moduli per il risarcimento – Frattanto, l’associazione dei consumatori ha pubblicato oggi sul proprio sito internet un modulo che consentirà ai consumatori frodati di richiedere il risarcimento del danno subito. Il Presidente Carlo Rienzi ha invitato «tutte le famiglie che hanno consumato olio extravergine d’oliva di una delle marche colpite dall’inchiesta, a far valere i propri diritti e chiedere un indennizzo fino a 5mila euro. Se gli illeciti saranno confermati, infatti, il danno per i consumatori sarebbe enorme: a quello morale - continua la nota - derivante dall’inganno subito e dalla lesione della buona fede, si aggiungerebbe un evidente danno economico, derivante dall’aver pagato di più per un prodotto con caratteristiche inferiori a quelle promesse».

Domenico Carelli

(Foto: nextquotidiano.it)


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