Referendum: a Novellara le bandiere vietate restano sui balconi
Politica Emilia Romagna

Referendum: a Novellara le bandiere vietate restano sui balconi

sabato 21 maggio, 2011

NOVELLARA (RE), 21 MAGGIO - Sarà capitato a tutti in questi giorni di vedere su balconi e finestre bandiere a favore dell'acqua pubblica o contro il nucleare. È uno dei metodi utilizzati da attivisti e simpatizzanti per invitare i cittadini ad andare a votare ai referendum del 12 e 13 giugno e, di conseguenza, per sensibilizzarli in merito alle questioni sulle quali siamo chiamati ad esprimere la nostra opinione.[MORE]

C'è però una cittadina dell'Emilia Romagna nella quale i Vigili Urbani nei giorni scorsi sono stati costretti a rimuoverle. La città è Novellara, un comune in provincia di Reggio Emilia retto da un sindaco del Partito Democratico, Raul Daoli, il quale si è trovato suo malgrado (è infatti sostenitore e promotore dei referendum) davanti ad una denuncia presentata da un consigliere d'opposizione.

La denuncia ai vigili è stata presentata dalla consigliera del Pdl Cristina Fantinati, la quale ha basato la sua iniziativa su una legge del 1956 che vieta l'affissione di materiale pubblicitario elettorale al di fuori degli spazi appositamente riservati. Dal punto di vista legale sembrerebbe che la ragione stia dalla parte della Fantinati. La legge 212/1956, infatti, prevede che nel periodo pre-elettorale “l'affissione di stampati, giornali murali od altri e di manifesti di propaganda” è consentita solo “negli appositi spazi a ciò destinati in ogni Comune”. La pena prevista per chi contravviene alla norma è, secondo una successiva legge del 1993 una “sanzione amministrativa pecuniaria da euro 103 a euro 1032”.

Le sanzioni a Novellara non sono state applicate e in un primo momento i vigili si sono limitati a far togliere le bandiere dai balconi. Il sindaco Daoli negli scorsi giorni aveva affermato di condividere sia la scelta dei vigili “di non elevare alcuna sanzione”, sia “l'imbarazzo dei cittadini” di fronte alla denuncia della consigliera. In seguito alle proteste dei comitati promotori e di qualche esponente politico, il sindaco, impugnando una sentenza della Corte Costituzionale ha inviato una circolare ai vigili invitandoli a “valutare di volta in volta le segnalazioni pervenute e a discernere i casi in cui trattasi effettivamente di divieto di propaganda elettorale dai casi di semplice pubblicità, di manifestazione del proprio pensiero e come tale non perseguibile”.

Per il momento il pericolo multe sembra scongiurato, almeno per i cittadini di Novellara. Non si può escludere, però, che iniziative simili possano essere prese anche in altre città.

Serena Casu


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