Roma, Pignatone lancia l'allarme: "Pax mafiosa nella Capitale"
Cronaca Lazio

Roma, Pignatone lancia l'allarme: "Pax mafiosa nella Capitale"

sabato 14 luglio, 2012

ROMA, 14 LUGLIO 2012 - «Su Roma c'è un accordo tacito tra le organizzazioni mafiose per evitare atti di violenza». A dirlo è il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone (nella foto), durante gli Stati generali di Cgil Roma e Lazio. Dichiarazione che in realtà non deve stupire più di tanto considerando che – come scrivevamo già all'inizio di quest'anno  - lo stesso procuratore è stato trasferito dalla procura di Reggio Calabria a quella della capitale proprio per tentare di capire, e bloccare, il potere di “Cosa Nuova” e che Pignatone ridimensiona a mera “guerra di bande” ma che, per il controllo dei traffici di droga e dell'economia illecita, ha comunque lasciato a terra 50 persone tra 2011 ed inizio 2012.

«Nella Capitale» - continua il procuratore - «c'è spazio per tutti, e quindi meglio non attirare l'attenzione delle forze dell'ordine e della magistratura e non creare allarme sociale».

Una Capitale del riciclaggio. Laddove non possono arrivare le armi – che comunque in questi mesi sono state utilizzate – arriva il pilastro più importante delle mafie imprenditrici: il denaro. «La città di Roma vede crescere esponenzialmente la massa di denaro di dubbia origine che viene reinvestita sul territorio. A Roma esistono imponenti fenomeni di evasione fiscale, criminalità economica e frodi, e si osserva una lunga serie di grandi fallimenti che muovono quantità immense di denaro: su questo non c'è consapevolezza di quanto sia importante contrastare il fenomeno».[MORE]

Dello stesso tenore l'allarme di Giuseppe Pecoraro, prefetto della Capitale, che vede inoltre nella speculazione edilizia «una delle cause che ha favorito il dilagare della criminalità».

Riciclaggio, bancarotta e usura – secondo Claudio Di Bernardino, segretario della Cgil Roma-Lazio – sarebbero i tre pilastri su cui si è radicata la mafia nel Lazio.
Senza dimenticare il mercato ortofrutticolo di Fondi, le armi (come ha dimostrato l'operazione “Mister” del 2011), il cemento e la droga. E senza dimenticare, naturalmente, che a Roma le mafie – come ricordava già Giuseppe Fava nella sua famosa intervista con Enzo Biagi – ci sono sempre arrivate per vie parlamentari.

Per approfondire: Parole e mafie. Informazioni, silenzi e omertà, il dossier di Libera sulla mafia nel Lazio.

(foto: antimafiaduemila.com)
Andrea Intonti [http://senorbabylon.blogspot.it/] 


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