Cosenza, seminario "Salvaguardia delle emergenze culturali: il caso dell'aerea di Sibari"
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Cosenza, seminario "Salvaguardia delle emergenze culturali: il caso dell'aerea di Sibari"

mercoledì 2 aprile, 2014

COSENZA, 02 APRILE 2014-La Fondazione “Attilio ed Elena Giuliani Onlus” continua la programmazione delle attività 2014 con il progetto “Laboratorio per la tutela e la valorizzazione dei paesaggi antichi e moderni calabresi” coordinato dai professori Battista Sangineto e Massimo Veltri dell’Università della Calabria.

Primo appuntamento, venerdì 4 Aprile alle ore 16,30, con il Seminario dal titolo “Salvaguardia delle emergenze culturali: il caso dell’area archeologica di Sibari”, che introduce i temi e le attività del Laboratorio per la tutela e la valorizzazione dei paesaggi antichi e moderni calabresi, nato dalla crescente consapevolezza che in Calabria, come in tutta Italia, sta risorgendo una nuova attenzione nei confronti del territorio, dei beni storici, archeologici e culturali che insistono sul paesaggio, grazie ad approcci multi ed inter-disciplinari. Tale consapevolezza autorizza e spinge ad un rinnovato impegno, all’assunzione piena e consapevole di responsabilità, fortemente orientati verso soluzioni che indichino modelli di sviluppo diversi da quello che la crisi del modello attuale richiede ed impone.

Da qui la ricerca di nuovi paradigmi, di stili di vita improntati alla riscoperta delle radici comuni, di genuini caratteri identitari canalizzati verso orizzonti nuovi e antichi nello stesso tempo.
In tale contesto, i Parchi nazionali e le aree protette meritano, senza dubbio, un’attenzione particolare; quali scrigni di tesori irripetibili, possono costituire una leva potente per quello sviluppo auto centrato di cui da tempo si discute, per abbattere il muro che separa l’economia dall’ecologia e per costruire “Agenzie per lo sviluppo sostenibile”.[MORE]

Così come i “Borghi abbandonati” della Calabria che, con la loro storia, i profili edilizi ed architettonici, i caratteri antropologici e geo-ambientali, segnano inequivocabilmente un panorama da catalogare, aggiornare, immettere all’interno del circuito di una Calabria che non censura la propria storia, anzi la rivive, la vivifica, la attualizza e la risolve all’interno dell’ancora irrisolta contraddizione della “modernità senza sviluppo”.
Gli insediamenti antichi sono abbandonati, gli uomini e le abitazioni risalgono verso le montagne; le rovine dei monumenti vengono inghiottite dalla vegetazione, in Calabria, forse più che nelle altre regioni d’Italia: la natura e l’incuria dell’uomo hanno sottratto, per molto, troppo tempo, le antiche grandezze rendendole indisponibili alla percezione dei calabresi e dei visitatori.

Il caso più evidente di un intervento di tutela e di valorizzazione riguardante i numerosi e preziosi siti storici e archeologici di cui è ricca la Calabria è quello di Sibari. Puntualmente, ogni anno, in corrispondenza di eventi meteorici e idrometrici, gli Scavi di Sibari sono preda delle acque del Crati che esondano, allagano, sconvolgono il complesso dei reperti e delle evidenze storiche non adeguatamente protetti. La Calabria contiene nel suo seno un laboratorio storico-naturale che per ragioni tanto identitarie, quanto di rispetto per la storia e la cultura dell’intera civiltà occidentale, deve essere non solo conservato, ma anche valorizzato.

L’operazione da compiere è, per sua stessa definizione, di tipo multi o inter disciplinare, e deve poter coinvolgere sia archeologi, sia ingegneri idraulici, sia geologi, sia pianificatori, che insieme guardino tanto agli aspetti fisici quanto a quelli squisitamente archeologici, separatamente sì, ma con un intreccio di valutazioni e di proposte che può risultare virtuoso oltre ad essere, peraltro, l’unico in grado di aggredire il problema con possibilità di successo e risultare così estensibile alle numerose altre realtà esistenti sul nostro territorio.
Il Seminario rivolto ad amministratori, tecnici, studiosi, docenti, ricercatori, operatori nei diversi settori, può svolgere un ruolo, non secondario ed originale, nel tracciare un percorso orientato verso la definizione di modelli nuovi, tanto per la gestione del territorio, quanto per la cura del patrimonio archeologico.
La relazione sarà svolta dal prof. Pier Giovanni Guzzo, già Soprintendente archeologo speciale di Pompei, nonché Soprintendente della Puglia e della Calabria.

Seguirà una Tavola Rotonda, coordinata dal prof. Battista Sangineto, Università della Calabria, cui partecipano il prof. Massimo Veltri, Università della Calabria, il dott. Paolo Cappadona, geologo e presidente dell’associazione “In… Torno al Sud”, il prof. Paolo Villani, Università di Salerno, la dott.ssa Silvana Luppino, direttrice degli Scavi di Sibari e il dott. Alessandro D’Alessio, funzionario della Soprintendenza archeologica della Calabria.

CS  "Villa Rendano"


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