Terrorismo: Salah Abdeslam stava pianificando 'qualcosa' e lo riferisce agli inquirenti belgi
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Terrorismo: Salah Abdeslam stava pianificando 'qualcosa' e lo riferisce agli inquirenti belgi

domenica 20 marzo, 2016

BRUXELLES, 20 MARZO 2016 - Salah Abdeslam, unico jihadista sopravvissuto agli attentati di Parigi, ha confessato alla magistratura belga che dal suo rifugio a Molenbeek stava continuando a pianificare "qualcosa".[MORE]

Il jihadista, 26enne nato in Belgio ma di nazionalità franco-marocchina, è stato arrestato due giorni fa dopo quattro mesi di fuga decorsi dal 13 Novembre del 2015, giorno in cui ha cagionato gli attentati di Parigi. L’uomo sarebbe stato quindi in procinto di pianificarne altri, e l’interrogatorio di garanzia a cui ieri è stato sottoposto nel quartier generale della polizia federale a Bruxelles ne è la dimostrazione; a riferirne è il ministro degli Esteri Didier Reynders: "Abdeslam ha detto che era pronto a far ripartire qualcosa da Bruxelles. E probabilmente dice la verità". Secondo Reynders, a comprovare le dichiarazioni del terrorista sarebbero "le tante armi pesanti recuperate dopo una prima indagine, oltre alla nuova rete di contatti che Salah aveva messo in piedi attorno alla sua figura qui a Bruxelles". L'avvocato difensore di Salah, Sven Mary, al termine dell'esame dei magistrati, aveva spiegato ai media che Salah Abdeslam si sarebbe opposto all'estradizione in Francia ma stava attivamente collaborando con gli inquirenti belgi. Inoltre, stando a quanto riferito da Mary, Abdeslam non aveva soltanto ammesso di trovarsi a Parigi la sera del 13 Novembre, ma anche di avere l’intenzione di farsi saltare, avendoci poi rinunciato per ragioni "che è troppo presto per poterle rivelare".

A Parigi, durante la conferenza stampa, il procuratore Molins aveva evidenziato un'ulteriore informazione, quella che poi avrebbe provocato l’ira dell’avvocato difensore di Salah, emersa dall'interrogatorio di quest’ultimo: ai magistrati di Bruxelles ha detto che obiettivo della sua azione kamikaze doveva essere lo Stade de France, dove si stava giocando la partita Francia-Germania e dove altri membri del commando jihadista si erano fatti esplodere. Il procuratore aveva poi argomentato la necessità di avere Salah a Parigi per altri motivi, "perché la sera del 13 Novembre – ha riferito Molins - abbiamo accertato la sua presenza nel 18mo arrondissement intorno alle ore 22, dove si era portato dopo aver accompagnato i terroristi dello Stade de France. Subito dopo gli attentati, lo Stato Islamico aveva diffuso un comunicato in cui si faceva riferimento a un attentatore in azione nel 18mo arrondissement. Dunque, Salah doveva farsi saltare lì o, come afferma oggi, allo stadio?". Sven Mary considera quanto dichiarato da Molins una violazione del segreto istruttorio ed è intenzionato a chiarire la vicenda col procuratore parigino in tribunale. "Quella conferenza stampa – riferisce Mary intervistato dalla tv pubblica belga RTBF - è una violazione, una mancanza. E io non posso farla passare". Ma dalla capitale francese giunge, in forma anonima, la risposta alle accuse di Mary da parte di un membro della Procura, che riferisce: "la legge francese autorizza il procuratore a parlare pubblicamente degli elementi di un'inchiesta".

Oltre a quello emesso subito dopo gli attentati del 13 Novembre, la Francia ha inviato ieri un ulteriore mandato d'arresto europeo a carico di Salah Abdeslam, per accelerare i tempi della sua consegna da parte delle autorità di Bruxelles. Koen Geens, ministro della Giustizia belga, dubbioso circa il decorso giudiziario che riguarderà la vicenda di Salah Abdeslam, sostiene che lo strumento scelto dalla Francia, il mandato d'arresto europeo, riduce inevitabilmente le possibilità del terrorista di opporsi all'estradizione. "Ci vorranno due mesi (per arrivare alla decisione), non più di due mesi e mezzo (in caso di ricorso). Prima di allora non potremo dirci certi del risultato" ha dichiarato Geens a RTL. Mentre l'avvocato Mary elogia il lavoro degli inquirenti belgi, il procuratore federale Frederic Van Leeuw ricorda, parlando alla pubblica RTBF, "il lavoro enorme" che ha condotto all'arresto di Salah Abdeslam e dei suoi fiancheggiatori a Molenbeek. "Non è un caso se ci siamo arrivati. Abbiamo trattato quasi 24mila chiamate, con informazioni che portavano in tutte le direzioni. Ma con la verifica di ogni dettaglio siamo arrivati all'appartamento nel quartiere Forest di Bruxelles e da lì ad accelerare sull'arresto". Al momento Salah Abdeslam, accusato di omicidio con finalità di terrorismo e partecipazione a organizzazione terroristica, è trattenuto in stato di detenzione provvisoria in attesa che gli venga convalidato il mandato d'arresto europeo presso il carcere speciale di Bruges. Sarà presente in udienza a porte chiuse davanti al magistrato mercoledì prossimo, quando la detenzione sarà prorogata di almeno un altro mese. Data l’opposizione di Salah Abdeslam all'estradizione in Francia, entro i quindici giorni successivi dovrà tornare in aula.

 

Luna Isabella

(foto da ilprimatonazionale.it)

 


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