Ue, Italia sposti tasse da lavoro a case e consumi
Economia Lazio

Ue, Italia sposti tasse da lavoro a case e consumi

lunedì 28 settembre, 2015

BRUXELLES, 28 SETTEMBRE 2015 - L'Unione europea torna alla carica sul tema del fisco: l'Italia dovrebbe ripensare il modello fiscale tassando meno il lavoro e di più i consumi e la casa. Lo torna a sostenere la Commissione europea nel rapporto 2015 su Riforme fiscali nell'Unione europea, pubblicato oggi a Bruxelles in aperto contrasto con il progetto del governo di eliminare l'Imu già dalla prossima legge di stabilità. In base allo studio "l'Italia sembra avere da un lato la necessità potenziale di ridurre il carico fiscale relativamente alto sul lavoro, dall'altro la possibilità di aumentare tasse meno distorsive quali le tasse sui consumi, sulle proprietà e quelle ambientali". [MORE]

Secondo i tecnici di Bruxelles, tra i Paesi europei, l'Italia è quella che dovrebbe dovrebbe provvedere a ridurre il peso "complessivo" degli oneri fiscali sul lavoro, soprattutto per quanto riguarda i redditi più bassi, anche perché l'aliquota fiscale implicita sul lavoro e il cuneo fiscale sono superiori della mdia europea, mentre il tasso di occupazione è inferiore. Per raggiungere l'obiettivo, sarebbe necessario aumentare “quelle tasse che sono meno dannose per la crescita”.

Secondo la Commissione, in Italia l'attuale sistema di tassazione sugli immobili contribuisce alla crescita del debito. Nello studio si evidenzia come "in alcuni Paesi le tasse sulla casa continuano a favorire l'accumulazione di debito, per via dell'effetto combinato di una deducibilità relativamente generosa degli interessi sul mutuo e di tasse sulla casa che non sono elevate". É questo il caso di Belgio, Estonia, Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Svezia.

Inoltre, per l'esecutivo comunitario in Belgio, Croazia, Germania, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Spagna ci sono "tasse relativamente alte per transazioni di trasferimento delle proprietà mentre le tasse sulla casa non sono particolarmente elevate", e questo suggerisce che "c'è la possibilità' di migliorare l'efficienza con uno spostamento le tasse nel quadro della tassazione sui beni immobili".

Infine, con alcuni altri Paesi, nota la Commissione nel rapporto sulla fiscalità l'Italia ha "un gap sull'Iva significativamente più alto della media Ue", con bassi livelli di introiti e di rispetto delle norme amministrative. C'è "particolare margine di manovra per migliorare l'efficienza del sistema Iva limitando l'uso di tassi ridotti e di esenzioni non obbligatorie".

Tuttavia da Bruxelles precisano che le conclusioni del rapporto sono puramente tecniche perché ancora, fa notare la portavoce agli affari economici della Commissione Ue “non abbiamo ora un'analisi dettagliata del piano di riforma fiscale italiano, la faremo quando riceveremo la bozza" della Legge di stabilità che dovrà essere approvata tra due settimane. E prevede, invece, proprio l'abolizione della tassa sulla prima casa.

Tiziano Rugi

 


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