Anche Pescara scende in piazza per le unioni civili
Cronaca Abruzzo

Anche Pescara scende in piazza per le unioni civili

sabato 23 gennaio, 2016

PESCARA, 23 GENNAIO 2016 – Piazza della Rinascita, o come la chiamano i pescaresi Piazza Salotto, questo pomeriggio dalle 16 in poi è stata invasa dai colori delle bandiere arcobaleno. Piazza Salotto come altre 90 piazze ha fatto da sfondo alla manifestazione organizzata a favore dell'approvazione della legge sulle unioni civili, il Ddl Cirinnà, che il 28 Gennaio approderà in Parlamento. [MORE]

Oggi a Piazza Salotto gli attivisti delle associazioni Lgbtqi, i rappresentanti di Amnesty International, i ragazzi del collettivo studentesco, l' UAAR, l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti e tanti altri cittadini hanno fatto suonare le loro sveglie in un flash mob che ha unito il nostro paese, da nord a sud, al grido di “svegliati Italia!”.

Hanno chiesto all'Italia di svegliarsi non solo le piazze italiane ma anche quelle di Londra, Berlino, Copenaghen, Limerick, Dublino, Monaco, Francoforte e Boston.

«Sono qui per i miei diritti, per quelli di tutti quelli come me, sono qui anche perché non mi vergogno di ciò che sono» dice Elisabetta, 24 anni, che ha partecipato alla manifestazione di oggi con la sua ragazza ed alcune amiche, che ha applaudito, che ha gridato con gli altri manifestanti «in questo mondo nessuno è diverso» con lo sguardo rivolto al centro del piccolo palco di Piazza Salotto dove c'erano due signori, Orlando e Bruno, che si amano da 51 anni e che sono scesi in piazza per chiedere quei diritti che aspettano da tanto tempo.

Circondati dagli attivisti che hanno animato la piazza con i loro interventi, Orlando e Bruno sostenevano insieme un cartello giallo con una scritta piena di rabbia: «51 anni di vita insieme. Risultiamo due estranei. Basta!»

«Il papa deve pregare e basta. Noi vogliamo i nostri diritti» hanno dichiarato subito dopo la conclusione della manifestazione in risposta alle parole di Papa Francesco che ha detto: «non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione».

«Dovrebbe essere il papa per primo a mandare un messaggio di amore» dice Ludovica Costantini del Collettivo studentesco Pescara, una diciottenne con le idee chiare che non vuole solo la stepchild adoption, cioè l'adozione del figlio biologico del partner, ma sogna «l'adozione come quella delle coppie eterosessuali» e che sulla spinosa questione dell'utero in affitto si pone il problema dello «sfruttamento del corpo della donna».

«Il papa non può entrare nei discorsi di uno Stato laico...Se non c'è famiglia per la Chiesa, per uno Stato che si dichiara laico deve esserci...e lo Stato deve tutelare i bambini» dice il presidente dell'associazione Jonanthan Diritti in Movimento, Marco Lozzi, rammaricato per l'attuale situazione delle famiglie arcobaleno, famiglie senza diritti che crescono bambini senza diritti.

Nel sito di Famiglie Arcobaleno si legge: «comunque vada in Parlamento noi una battaglia l'abbiamo già vinta: eravamo delle famiglie fantasma per milioni di italiani, ora siamo una realtà che nessuno può negare e che anzi la maggioranza degli italiani chiede che sia tutelata

Chiara Innocenti


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