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Bce: Ripresa lenta e rischi al ribasso

Rosy Merola
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Bce: Ripresa lenta e rischi al ribasso
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MILANO, 13 FEBBRAIO 2014 – Ancora nubi all’orizzonte economico dell’Eurozona. Come la Bce puntualizza nel suo bollettino mensile, atteso «un lento recupero del prodotto nell'area euro», aggiungendo - altresì – che «i rischi per le prospettive di crescita continuano a essere orientati al ribasso. Come si legge, ancora, nel sopraindicato bollettino: «La dinamica dei mercati monetari e finanziari mondiali e le connesse incertezze, soprattutto nei paesi emergenti, potrebbero essere in grado di influenzare negativamente le condizioni economiche. Altri rischi al ribasso includono una domanda interna e una crescita delle esportazioni inferiori alle attese e una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell'area dell'euro».

INFLAZIONE – La Bce, riguardo all’inflazione nell’Eurozona, si attende che questa “resti sui livelli attuali”, nei prossimi mesi. Scrive l’Eurotower: «Le aspettative di inflazione per l'area dell'euro nel medio-lungo termine continuano a essere saldamente ancorate in linea con l'obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2%", si legge nel testo della Bce. "L'area dell'euro attraversa un prolungato periodo di bassa inflazione, al quale farà seguito un graduale andamento al rialzo verso livelli inferiori ma prossimi al 2%». [MORE]

RIPRESA - La Bce, inoltre, puntualizza: «Le recenti indicazioni avvalorano appieno la decisione del Consiglio direttivo dimantenere un orientamento accomodante di politica monetaria finché sarà necessario; ciò sosterrà la graduale ripresa dell'economia nell'area dell'euro. Le aspettative degli economisti dei centri studi e delle istituzioni finanziarie sulla crescita dell'Eurozona indicano l'1,1% per il 2014 e l'1,5% per l'anno successivo, in linea con i dati di tre mesi fa. La Survey of profesional forecasters di Francoforte segnala poi attese di un'accelerazione all'1,7% nel 2016 e all'1,8% nel lungo termine, cioè nel 2018».

DISOCCUPAZIONE - Preoccupano i dati sulla disoccupazione. Soprattutto per il nostro Paese. Infatti, ill bollettino evidenzia che l’Italia è tra le nazioni in testa per quanto riguarda il triste primato della disoccupazione giovanile nella zona euro, dietro a Grecia e Spagna, con «valori compresi fra il 50 e il 60%. Mentre Italia , insieme a Portogallo e Cipro, gli indici sono "prossimi al 40%». Prosegue, al riguardo, la Bce: «Dall'avvio della crisi finanziaria il tasso di disoccupazione giovanile, definito come il rapporto tra il numero dei giovani disoccupati (di età compresa fra i 15 e i 24 anni) e la forza lavoro nella stessa fascia d'età, ha registrato un aumento considerevole nell'area dell'euro, dal 15% circa nel 2007 al 24% nel 2013). Sia il livello sia l'incremento del tasso di disoccupazione risultano molto più elevati per i giovani (fascia di età 15-24 anni) che per gli agli altri lavoratori (oltre 24 anni)».

Secondo l’Eurotower «i paesi dell'area dell'euro non dovrebbero vanificare gli sforzi di risanamento già compiuti e dovrebbero ricondurre i debiti pubblici elevati su un sentiero discendente nel medio termine. Le strategie di bilancio dovrebbero essere in linea con il Patto di stabilità e crescita e assicurare una composizione dell'aggiustamento favorevole alla crescita che coniughi il miglioramento della qualità e dell'efficienza dei servizi pubblici con la limitazione al minimo degli effetti distorsivi dell'imposizione fiscale».
Infine, conclude la Bce: «Se accompagnate dalla risoluta attuazione di riforme strutturali, tali strategie daranno ulteriore sostegno all'ancor fragile ripresa dell'economia. Ecco perché i governi devono quindi proseguire le riforme dei mercati dei beni e servizi e del lavoro, queste contribuiranno a migliorare il potenziale di crescita dell'area dell'euro e a ridurre i tassi di disoccupazione elevati in molti paesi».

(Fonte: Bollettino Bce)

Rosy Merola


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Scritto da Rosy Merola

Giornalista di InfoOggi

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