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Cnr, uno studio rivela l'aumento di patologie respiratorie dal 1985 a oggi

Antonella Sica
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Cnr, uno studio rivela l'aumento di patologie respiratorie dal 1985 a oggi
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PISA, 04 GENNAIO 2016 - Continuano a destare preoccupazione per la salute dei cittadini i valori troppo elevati del PM10 in quasi tutta Italia. A rendere ancora più allarmante la situazione, i dati che emergono da uno studio condotto in merito alle malattie respiratorie dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, in collaborazione tecnica con le università di Pisa e Verona e l’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare (Ibim-Cnr) di Palermo. Si evince infatti che dal 1985 ad oggi c’è stato un aumento molto significativo delle patologie respiratorie. [MORE]

Secondo l’indagine, effettuata su 3000 pazienti residenti nel comune di Pisa, sono aumentati in maniera consistente i malati di asma,dal 3.4% si è infatti passati al 7.2%. E’ salito inoltre il numero di pazienti con disturbi di rinite allergica: dal 16.2% al 37.4%. Impressionante anche l’aumento di malati di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) (ostruzione delle vie respiratorie non completamente reversibile) che ha raggiunto il 6.8% contro il dato di partenza del 2.1%.

In un’intervista sulla rivista specializzata Respiratory Medicine, che ha pubblicato l’indagine, la professoressa Sara Maio del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, ha però precisato: «Come già mostrato da ricerche precedenti, l’abitudine al fumo e l’esposizione lavorativa restano fra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di affezioni respiratorie. Ad esempio, chi fuma anche meno di 7 pacchetti di sigarette all’anno rischia di soffrire in più rispetto ai non fumatori, dell’85% per quanto riguarda la tosse e dell’80% per l’espettorato». «L’incremento dell’impatto delle malattie respiratorie sulla popolazione indicato dai risultati –ha concluso la dottoressa- suggerisce di prestare ancora maggior attenzione agli sviluppi e alle cause di disturbi così comuni, di pianificare indagini epidemiologiche longitudinali e ampliare le conoscenze sui fattori potenzialmente associati a tale aumento».

[foto: piazzaarmerina.com]

Antonella Sica


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Scritto da Antonella Sica

Giornalista di InfoOggi

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