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Cristicchi replica alla polizia

Maurizio Fasano
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Cristicchi replica alla polizia
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L’oggetto dello scandalo è la canzone “Genova brucia” cantata da Simone Cristicchi sul palco di San Giovanni alla festa del primo maggio.
Il testo tratta i fatti di Genova durante il G8 del 2001.
Cristicchi ha subito un duro attacco sia dal COISP il Sindacato Indipendente di Polizia sia dall’UGL polizia di Stato. Per Raffaele Padrone, vicesegretario nazionale dell’Ugl Polizia di Stato, «è indecoroso e indecente che proprio nel giorno della festa dei lavoratori si arrivi a insultare e oltraggiare i lavoratori della Polizia di Stato».[MORE]
«Ciò che è avvenuto ci rattrista - ribadisce Padrone - e ancore più constatare che i sindacati confederali di sinistra non abbiano preso posizione sull’accaduto durante la manifestazione». L’Ugl ha invitato i sindacati di polizia collegati alle sigle confederali Cgil, Cisl e Uil a «chiarire la loro estraneità verso questa cultura offensiva, pregiudizievole e classista» e chiesto l’intervento del presidente della Repubblica e del governo, «visto che nel testo della canzone si offende il decoro e la rispettabilità della Costituzione e si fa riferimento a mandanti del massacro tutt’ora in Parlamento».
Attraverso face book Cristicchi ha replicato «profondamente rammaricato» per le reazioni che la sua canzone ha suscitato tra alcuni esponenti delle forze dell’ordine. «Non era mia intenzione fomentare odio, né influenzare i tanti giovani che mi ascoltano, che comunque sono muniti di cervello pensante», solo la memoria consente «di non commettere gli stessi errori». Secondo Cristicchi il testo è stato «male interpretato» e, ricordando le sue amicizie tra poliziotti e carabinieri, sottolinea di conoscere bene quel lavoro. «E molti di loro - conclude - mi hanno stretto la mano dopo aver sentito la canzone. Semplicemente, hanno capito che non stavo parlando male di loro, ma di `una´ mela marcia, come ce ne sono in tutte le categorie di lavoratori».
 


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Scritto da Maurizio Fasano

Giornalista di InfoOggi

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