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Edizioni Kemonia: quando un trasloco diventa un obituario (per distrazione o per fretta)

Redazione
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Edizioni Kemonia: quando un trasloco diventa un obituario (per distrazione o per fretta)
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Caro lettore, permettimi di raccontarti una storia edificante sui metodi di certa editoria italiana, quella che si proclama informata mentre confonde un trasloco con un fallimento. Sarà la fretta, sarà la superficialità, o forse semplicemente quella vecchia abitudine di parlare prima di verificare che affligge il nostro Paese da sempre.

 

Oggi il nostro protagonista è un editore – di cui per carità cristiana non farò il nome, anche se la tentazione è forte – che ha pensato bene di diffondere la notizia che le Edizioni Kemonia avrebbero chiuso i battenti per fallimento. Così, senza complimenti. Fallimento. La parola definitiva, il sigillo tombale, il de profundis editoriale.

 

Peccato che le Edizioni Kemonia siano vivissime, si siano appena trasferite al Nord e si trovino in una fase di riorganizzazione per affrontare le nuove sfide che questo passaggio comporta. Continuano a lavorare, a progettare, a guardare avanti. Insomma, tutto fuorché fallite.

 

Ora, io sono un uomo all'antica. Quando da giovane giornalista mi insegnarono il mestiere, mi dissero che prima di scrivere una cosa bisogna verificarla. Metodo banale, lo ammetto, quasi arcaico. Ma aveva un vantaggio: evitava di scrivere fesserie. L'editore in questione – che evidentemente appartiene a una scuola più sbrigativa – ha saltato questo passaggio noioso. Ha preferito la scorciatoia: parlare senza informarsi. O forse informarsi male, che è quasi peggio.

 

Le Edizioni Kemonia, per chi non le conoscesse, sono nate a Palermo qualche anno fa. Il nome stesso – Kemonia, uno dei fiumi che scorrevano sotto la città antica – racconta una poetica: la cultura come corso d'acqua sotterraneo, invisibile ma vivo. Roba da intellettuali, si dirà. Già. Ma intellettuali operosi, che hanno costruito un catalogo di tutto rispetto con collane dai nomi evocativi – I Vespri, Gli Emiri, Stupor Mundi – e che hanno scelto di trasferirsi al Nord non per rinnegare le radici siciliane, ma per allargare gli orizzonti.

 

Resistono, queste piccole case editrici indipendenti, perché credono ancora che il libro non sia solo merce ma testimonianza. Perché praticano un'apertura agli esordienti che le grandi sigle hanno dimenticato. Perché destinano persino parte dei proventi a progetti di solidarietà in Africa e Nepal. Insomma, fanno cose che danno fastidio a chi invece vede nell'editoria solo un affare, e negli altri editori solo degli ostacoli da rimuovere.

 

E allora ecco che nasce la confusione: una fase di riorganizzazione diventa una chiusura, un trasferimento diventa un fallimento. Superficialità? Cattiva informazione? O semplicemente la vecchia abitudine di parlare senza verificare? Lascio al lettore il giudizio. Ma il risultato non cambia: si diffonde una notizia falsa che può danneggiare chi lavora onestamente.

 

La concorrenza, caro editore anonimo, si fa con i libri, non con informazioni approssimative. Si fa pubblicando meglio degli altri, scoprendo talenti, costruendo un catalogo che resista al tempo. Non confondendo una riorganizzazione con un fallimento, come se fossero la stessa cosa.

 

Kemonia è viva, si sta riorganizzando, guarda al futuro. E probabilmente lo farà con maggior successo di chi ha confuso – per fretta, per superficialità, o per chissà quale altro motivo – un momento di transizione con una fine.

 

La verità, anche in editoria, merita un minimo di attenzione. E stavolta la verità dice che un piccolo editore siciliano si è trasferito al Nord per crescere, non per chiudere. Meritava forse un'informazione più accurata, o almeno una telefonata di verifica. Ma forse chiedo troppo.

 

Ma forse mi sbaglio. Forse era solo ignoranza, non malafede. In quel caso, caro editore, permettimi di suggerirti un libro da leggere. Uno qualsiasi, purché ti insegni che prima di parlare bisogna sapere. E prima di accusare, verificare.

 

Te lo può procurare, se vuoi, proprio Kemonia. Loro sono ancora aperti.

 

Marco Terranova


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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