Gli Usa boicottano l'Unesco, attività bloccate
Estero Sardegna

Gli Usa boicottano l'Unesco, attività bloccate

venerdì 11 novembre, 2011

PARIGI, 11 NOVEMBRE 2011 - Lo avevano già promesso, non è dunque una decisione inaspettata quella degli Stati Uniti di bloccare i fondi destinati ai programmi dell'Unesco, l'Organizzazione dell'ONU per l'Educazione, la Scienza e la Cultura rea, a loro avviso, di aver ammesso tra i suoi membri anche la Palestina. [MORE]

E gli USA non sono soli, la storica decisione, presa lo scorso 31 ottobre, ha scatenato anche l’ira di Israele, oltre a dividere l’intera Europa. E se Washington ha tagliato i finanziamenti, che ammontano al 22 % del bilancio Unesco, hanno poi seguito anche altri Paesi, a iniziare da Israele, che ovviamente contribuisce in maniera minore. L'organizzazione con base a Parigi si ritrova dunque costretta a sospendere tutti i suoi programmi fino alla fine dell'anno a causa del blocco dei finanziamenti Usa in segno di protesta.

“Si tratta di colmare un disavanzo di cassa per il 2011 di circa 65 milioni di dollari che pesa sull'organizzazione con sede a Parigi. Obiettivo raggiungibile mettendo insieme 35 milioni di dollari di economie ottenute sospendendo i progetti e altri 30 milioni derivati dai fondi di rotazione”


Ad annunciarlo è Irina Bokova, direttrice dell'Unesco, durante la Conferenza Generale dell'Organizzazione, la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del'umanità, in programma a Bali dal 22 al 29 novembre, non sarà però sospeso, visto che il risparmio andrà soprattutto a concentrarsi dai viaggi del personale fino a vari impegni contrattuali. "La situazione è difficile" ammette però Irina Bokova, spiegando che per l'anno 2012-2013 l'Unesco, se perdurerà tale situazione, dovrà affrontare un "buco" di circa 143 milioni di dollari. Sembra che nonostante tutto, dopo l'ingresso della Palestina tra i suoi membri e la notizia che gli USA non avrebbero più finanziato l'Unesco, l'Organizzazione abbia ricevuto tantissime lettere non solo di solidarietà ma anche di donazioni, tanto che la Bokova starebbe pensando ad un "fondo di emergenza", per raccogliere donazioni da parte dei governi come da cittadini privati.
 

Sara Marci


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